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Dinamo, buoni segnali ma finali amari: i sassaresi cercano ancora la svolta

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La Dinamo Sassari si ferma ancora a un passo dal traguardo. Come contro Varese, Cremona e Sporting CP in coppa, per i biancoblù sono ancora fatali gli ultimi possessi contro un’Olimpia Milano sì con grandi assenze, ma con un roster che sembra poter fare un altro campionato come da qualche anno a questa parte: il lunch match del Pala Serradimigni lascia ancora l’amaro in bocca, ma più facile da digerire rispetto alle prime uscite del Banco di Sardegna contro avversari più che alla portata e con la consapevolezza che potenzialità e impressioni lasciate dalla gara contro le Scarpette Rosse possano far sì che il primo sorriso stagionale sia dietro l’angolo.

Bicchiere mezzo pieno
La terza giornata di campionato ha visto comandare la Dinamo per gli interi primi 37′ se si esclude una breve parentesi del terzo quarto in cui la squadra di Messina si era portata avanti con la tripla di Booker del 44-45. Un dato che fa comunque ben sperare per il percorso di crescita della squadra di Bulleri che non ha potuto contare su due giocatori utili nelle rotazioni come Mezzanotte e Ceron: assenze non di primissimo piano, ma i due italiani avrebbero potuto garantire qualche minuto e limitare le delicate situazioni falli di McGlynn e Zanelli usciti di scena anzitempo per la quinta infrazione nel corso del quarto finale. Vero, qualche fischio non ha convinto (per usare un eufemismo) ma i 23 falli commessi in confronto ai 16 di Cremona, denotano una maggiore aggressività difensiva dei biancoblù. Un dogma su cui si fonda la squadra di Bulleri che deve fare appunto della fame del gruppo e dell’intensità i suoi principi fondamentali per raggiungere gli obiettivi prefissati, principi che sono emersi durante la gara contro Milano, così come la capacità di colpire dall’arco. Marshall e Beliauskas hanno dimostrato che questo fondamentale sia più che nelle loro corde, con il lituano che dopo un 4/4 tra primo e secondo quarto si è un po’ fermato e con il numero 2 statunitense (3/4 dai 6,75) che forse avrebbe potuto prendersi più tiri ed essere innescato di più dai compagni. Soluzione da tre punti che è stata trovata anche dagli altri esterni con meno continuità e precisione, con il gioco interno del reparto lunghi che non è emerso con continuità nella partita, anche per le qualità fisiche di avversari come Booker, Dunston e l’ex Diop. I tre che hanno ruotato (con Mezzanotte out e Seck non coinvolto) non hanno però fatto male sotto le plance: Vincini e McGlynn hanno regalato cose utili, mentre Thomas ha dato il consueto apporto in termini di energia e leadership, pur commettendo qualche errorino. Tutti segnali positivi da parte del gruppo che però pecca ancora nei momenti di chiave: negli ultimi possessi è infatti mancata la lucidità e un po’ di carattere, faticando a trovare il go-to-guy, con il solo Buie che è riuscito a vestire questi panni, ma non nel finale di gara e un Johnson, forse ancora un po’ condizionato dall’infortunio della scorsa settimana, che non è riuscito a fare la differenza.

Riscatto
“Ci portiamo di buono quanto fatto, la squadra c’è. Bisogna dare il tempo per sistemare alcune cose, ma è evidente che non era ieri la partita in cui guadagnare per forza punti, magari qualche passo falso è stato fatto prima”. Così il presidente Stefano Sardara a Buongiorno Regione all’indomani della partita persa contro Milano, ed è proprio alle prime due partite in Serie A e a quella di Lisbona, che la Dinamo Sassari deve guardare con più rammarico. Tre avversari più che alla portata che non sono stati affrontati con il giusto approccio, con la possibilità non colta di chiudere i conti quando c’era da affondare il colpo. Un aspetto che per la verità si è presentato anche ieri, ma l’enorme qualità di Milano è normale che esca fuori in clutch time, anche se gli ultimi possessi sono stati davvero gestiti male da una Dinamo che deve cercare maggiore convinzione. Una fiducia che arriva solo con il lavoro e soprattutto con i risultati ed è per questo motivo che a questa squadra serve come l’ossigeno una scintilla che solo una vittoria può scatenare: mercoledì in FIBA Europe Cup è un’occasione da non fallire, sia per questioni di classifica che di morale. Al Pala Serradimigni arrivano i romeni del Valcea, sconfitti nella prima partita dai tedeschi del Rasta Vechta di 19 punti; un avversario sulla carta non pericoloso, ma che andrà superato per forza per non rendere ancora più complicato il cammino in Europa, già in parte macchiato dalla sorprendente sconfitta di Lisbona. In campionato sarà poi il turno di una Virtus Bologna che anche in Eurolega sta dimostrando di avere le carte in regola di poter dire la sua. Un impegno che sembrerebbe impossibile, ma con incoscienza e quel pizzico di fiducia che ora sembra mancare la Dinamo potrebbe più che onorare.

Matteo Porcu

 

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