Le parole del capitano e di Edoardo Colombo, portiere rossoblù al termine della vittoria contro la Vis Artena.
Queste le dichiarazioni di Giacomo Demartis, autore del 3-2 decisivo: “Ci ho provato, con convinzione. Va detto che non cerco abitualmente la gloria personale, ma quando cerchi costantemente qualcosa e non arriva poi il fastidio c’è. Il primo tempo è stato dominato da noi, ma nella ripresa non abbiamo iniziato al meglio. Il loro rigore segnato gli ha fatto riprendere quota e paradossalmente è stato un vantaggio per noi, perché ci ha dato la sveglia. Contro il Cassino avevo parlato di partite sporche da vincere: oggi abbiamo portato a casa una partita di quel tipo, la crescita che chiedevo è arrivata anche grazie ai risultati e al gioco del mister. Il suo ruolo è fondamentale in questo, e questa squadra ha raggiunto una consapevolezza diversa. Gioca anche per il risultato, non solo per il bel gioco. È una squadra che pensa di più e i risultati si riflettono sulla classifica”.
“Aspettative sul mercato? Siamo dei ragazzi ambiziosi, qua ci sono dei valori perché sennò una squadra così giovane non avrebbe raggiunto questi risultati. L’età media molto inferiore ci permette di avere prospettive diverse rispetto ad altre piazze, che magari hanno fatto proclami: qui non è successo, ma certamente non perché non ci siano ambizioni. Sul mercato non posso rispondere io: se arriverà qualcuno saremo contenti, ma si dovrà far trovare pronto per condividere i valori di questa squadra, costruiti da questi ragazzi. In carriera ho giocato tanti anni per vincere, ma questo non significa niente: guardo al passato per approcciarmi meglio al presente. Cerco di pensare di più nei momenti decisivi, anche per mettere una diversa pressione sugli avversari. Dedico il gol di oggi a mio figlio Antonio, che domani compie 7 anni. Andiamo avanti così con umiltà, l’atteggiamento è quello giusto per portare avanti questa stagione che ci sta dando grandi soddisfazioni”.
Così invece Edoardo Colombo, giovane portiere classe 2001: “Il rigore di Delgado? Non pensavo che rischiasse di aprire l’angolo sul rigore, infatti ha tirato centrale rasoterra, il cosiddetto rigore della paura. Il campo così malmesso per noi portieri è un problema, perché ti costringe a stare più concentrato su rimbalzi fuori dall’area. Poi non c’è tanto da dire, dobbiamo giocare in questo campo. Non ho fatto grandi parate, va detto: la parata più impegnativa è stata quella sulla punizione di Delgado al primo tempo”. Sul rapporto con Tore Pinna: “Lui non è un semplice allenatore, di quelli che si incontrano spesso: è più una sorta di padre, è sempre il primo a proteggerci. È una persona importantissima per questa squadra e questa città, ci dà una grandissima mano: sa cosa vuol dire giocare qui e conosce il rispetto che va dato per questa maglia. È come se fosse il nostro dodicesimo giocatore in campo”.
dall’inviato Francesco Aresu