Una carriera da calciatore da fare invidia a tanti, ma anche un esordio da allenatore di prima squadra da incorniciare. Con il suo Ghilarza è arrivato sesto nel campionato di Eccellenza, andando vicinissimo alla qualificazione agli spareggi della massima competizione isolana. Ai nostri microfoni è intervenuto Giacomo Demartis, che ci ha raccontato le emozioni e le sensazioni vissute alla guida della formazione giallorossa. Una chiacchierata non solo sull’annata appena vissuta ma, in quanto ex capitano della Torres, anche il suo punto di vista sugli storici playoff di Serie C che affronteranno Scotto e compagni a partire da martedì 21 maggio.
Mister Demartis prima stagione da allenatore di una prima squadra più che positiva, con il sesto posto conquistato in campionato a incorniciare quanto di buono fatto durante questa annata. Che stagione è stata?
”È stata una stagione ultra positiva. Avevamo una squadra giovanissima con alcuni ragazzi che avevano accumulato un’esperienza pregressa al Ghilarza e che bene avevano fatto in giallorosso, ma anche attuando un grande rinnovamento con una soglia d’età molto giovane. L’intenzione della società era quella di valorizzare i giovani del territorio e così è stato. Abbiamo fatto giocare durante il corso della stagione tutti i calciatori della Juniores locale. Chiaro che è stato un percorso insidioso e difficile. Nei momenti di difficoltà, tra squalifiche e infortuni, non è stato semplice riuscire a portare dei risultati continuativi con una rosa così giovane. Delle volte, a causa delle indisponibilità eravamo molto rimaneggiati. Però sotto l’aspetto tecnico tattico abbiamo sviluppato un ottimo lavoro. Per me è stato molto appagante perché, a oggi, posso ritenermi soddisfatto e molto più allenatore rispetto a quanto lo fossi a inizio stagione. È stata un’esperienza molto formativa personalmente”.
Riuscire ad abbinare la crescita dei giovani con i risultati sportivi in campionato non è mai semplice. Qual è stato il vostro punto di forza durante questa annata?
“I principi di gruppo, di unione e di condivisione durante i vari momenti della stagione, sia positivi che negativi, è stato molto importante. In più eravamo l’unica squadra ad avere solamente giocatori sardi. Dal punto di vista della creazione dell’amalgama è stato più semplice perché si è creato un feeling naturale e ci si è capiti subito. Poi è logico che per alcuni ragazzi che comunque non avevano ancora maturato esperienza dentro la categoria il percorso è stato più lungo. Però quando arrivano i risultati il tutto lo vedi in maniera più gratificante”.
Daniele Orro e Luca Melis, rispettivamente ala e difensore centrale, sono stati convocati con la Natzionale Sarda per la Corsica Cup 2024. Quanto sei soddisfatto da tecnico e quanto può essere importante per loro questa chiamata in ottica futura?
”È importante perché sono ragazzi giovani, che rientravano nella condizione di fuori quota, ma che da me non sono mai stati schierati per quel motivo. Noi avevamo una rosa molto giovane, abbiamo giocato con più under in campo rispetto a quelli previsti dalla regola. Quando ci sono i presupposti tecnici e le predisposizioni personali per imporsi e far bene, certamente si è avvantaggiati. Sono contento per la loro chiamata, ma credo che nella nostra rosa ci sono tanti giovani che possono fare una bella carriera nelle categorie superiori. Quanto abbiamo fatto durante questa stagione sicuramente è uno spot importante per il calcio sardo. A testimonianza di quanta qualità, in particolare in prospettiva futura, ci sia nella nostra Isola”.
Qual è stato il momento più bello di questa annata?
”Forse la partita vinta in casa contro il Taloro Gavoi è quella che ricordo con maggiore piacere. Siamo riusciti a conquistare i tre punti sfidando un’avversaria molto forte, schierando 6 fuori quota in campo. Prima della partita, quando si vivono queste situazioni di emergenza, ci si aspetta il peggio e invece abbiamo messo tanto carattere conquistando un risultato inaspettato. Anche la partita successiva contro l’Ilvamaddalena, sul campo di una squadra fortissima, nelle stesse condizioni, è stata una bella soddisfazione. Siamo l’unica squadra che contro di loro ha fatto risultato sia all’andata che al ritorno. Queste settimane sono state l’ulteriore prova e insegnamento che nel calcio non bisogna mai dare nulla per scontato. È servito a me e alla squadra per darci maggiori consapevolezze, che ci hanno fatto crescere tanto. Al di là dei momenti negativi, all’interno del nostro gruppo, c’è stato sempre il giusto atteggiamento per conquistare risultati positivi. Dispiace non essere riusciti ad accedere agli spareggi però, a bocce ferme, c’erano squadre più strutturate. Però se i ragazzi continuano a lavorare così come stanno facendo si potranno togliere tante soddisfazioni”.
Guardando al futuro, hai già parlato con la dirigenza? Rimarrai al Ghilarza anche la prossima stagione?
”Ora è tempo di valutazioni sia per le società che per i tecnici, ancora è presto. Il futuro non è ancora delineato, vediamo che succederà. Sono finiti da poco i campionati, questo mese di maggio e la prima parte di giugno servirà per delineare le posizioni dei tecnici compresa la mia. La condizione dell’allenatore è molto meno sicura rispetto a quella di un giocatore, ci sono pochi posti per tanti profili. Da calciatore mi sentivo molto più tranquillo durante la sessione di mercato (ride ndr)”.
L’Ossese si è qualificata per la fase nazionale dell’Eccellenza, come vedi i bianconeri nella corsa alla Serie D?
”Ho visto tutte e due le partite, sono sincero, penso che abbiano legittimato una forza diversa dalle altre competitor. Le vittorie contro Ferrini e Villasimius sono state schiaccianti, ho visto la squadra bene fisicamente e con il giusto atteggiamento per togliersi delle belle soddisfazioni. Quando si varca il mare non si conosce la forza della squadra avversaria, però l’Ossese conosce le propria. Sono positivo per la loro corsa alla Serie D e da ragazzo di Ossi sono contento che possano portare il nome del paese in giro per l’Italia. Non andranno in gita da nessuna parte, hanno parecchie chance per raggiungere la categoria superiore”.
Da ex capitano della Torres, i rossoblù stanno vivendo un’annata storica. Come vedi Scotto e compagni nei playoff di Serie C?
“Li vedo molto bene, ho seguito tantissimo la squadra quest’anno e ho visto tante partite. La Torres ha qualità, è forte soprattutto nelle letture e nell’esperienza. I rossoblù hanno bene in testa quanto si stiano giocando, questa è una possibilità storica per il club sassarese. L’ambizione per il salto di categoria ha fondamenta reali, c’è grandissimo senso di appartenenza dato dalla presenze di molti sardi in rosa e dai tanti giocatori che sono all’ultima chiamata per agganciare il calcio d’élite. Penso che si faranno trovare pronti e vivranno questo impegno con la decisa motivazione di cavalcare questo sogno che stanno vivendo tutti i sassaresi. Poi chiaro che bisognerà studiare bene l’avversaria, però quando si affrontano queste partite il lavoro principale da fare è su sé stessi più che sugli altri. Servono rafforzare le motivazioni e lo spirito di gruppo”.
Tante avversarie blasonate in questa fase finale, come Avellino, Benevento, Catania o Padova, solo per citarne alcune. Chi secondo te è la favorita per la vittoria?
”Sono poco incline ai pronostici (ride ndr). Conosco bene il calcio, al di là della piazza e dei tifosi scendono in campo i giocatori, con le rispettive motivazioni. È più una questione di squadra e condizione tecnica piuttosto, basti vedere il Lecco lo scorso anno: non era sicuramente tra le favorite ma alla fine è riuscita a vincere. Sono gare che si giocano più sulla condizione fisica e motivazionale. Chiaro che le società blasonate hanno una forza importante e abbiano costruito squadre con l’intento di vincere il campionato e conquistare la promozione senza passare dai playoff. Però questa stagione la Torres ha messo in riga diverse società che avevano grandi intenzioni e, alla fine del campionato, è riuscita a stare davanti a loro in classifica. Il sentimento che non deve esistere per ottenere un risultato importante è quello della paura. Non bisogna temere nulla, spingere forte e non vivere di rimpianti successivi. Bisogna cercare e inseguire le motivazioni”.
Una domanda per il Demartis giocatore, allenatore ed ex compagno di squadra di buona parte dei giocatori che sono alla Torres ora. Quale può essere l’arma vincente dei rossoblù in ottica playoff?
”L’arma vincente sarà l’entusiasmo, caricarsi di questa condizione e farsi trasportare dai sogni di chi sta attorno alla Torres. Non devo insegnare niente a nessuno, ma certamente posso dire di essere fiero di quello che è stato fatto finora. Serve avere fiducia nel gruppo, un sentimento che nasce dal rapporto interpersonale che si è creato nello spogliatoio fino a questo momento. Sono gli uomini che portano i risultati, i giocatori la Torres li ha per andare a vincere le partite. Però è la forza della coesione che può essere determinante per raggiungere un risultato così incredibile”.
Andrea Olmeo