Marko Pajac e Luca Pellegrini vivono destini incrociati. Nel mercato dello scorso gennaio il terzino croato, dopo sei mesi fatti di poco minutaggio e poca considerazione da parte di Maran, abbandonò Cagliari per accasarsi temporaneamente a Empoli, mentre negli stessi giorni l’esterno mancino scuola Roma arrivava a rimpiazzarlo in prestito per la seconda parte di stagione.
Sotto la guida di Andreazzoli Pajac si è presto riscattato, schierato non più come terzino nella difesa a 4, ma come esterno nel centrocampo a 5: due gol e un assist che però non sono serviti a far raggiungere la salvezza all’Empoli e così ecco di nuovo le valigie da preparare in direzione Cagliari, il ritiro di Pejo per provare a convincere Maran e la nuova cessione, ancora in prestito, ancora da Andreazzoli nel frattempo diventato allenatore del Genoa.
Mentre Pajac vola dalla Croazia verso la Liguria pronto a farsi rimpiangere dal Cagliari, verso la Sardegna è in arrivo, come sette mesi fa, Luca Pellegrini: non più da Roma, ma da Torino, acquistato a giugno dalla Juventus e pronto a continuare a farsi le ossa in rossoblù.
Un giocatore in prestito in arrivo, da formare per chi ne detiene il cartellino, e uno di proprietà che vola oltre Tirreno a cercare di fare le fortune di un’altra maglia rossoblù: un problema più di natura tattica che tecnica, Pellegrini che è apparso più pronto di Pajac ad apprendere i dettami della difesa a 4 a protezione del rombo, la lista da 25 che viene modellata anche grazie a un ventenne che rimpiazza un ventiseienne, pur con la sensazione dell’ambiente che ancora una volta per il croato si tratti di una bocciatura vicina al pregiudizio più che all’effettiva utilità o meno del ragazzo.
Perché Pellegrini si è fatto apprezzare, e tanto, ma resta un giocatore non di proprietà del Cagliari; perché Pajac, in fin dei conti, ha come unica colpa quella di non essere nelle grazie di Maran, peraltro colpevole di non essere riuscito a far apprendere al croato la fase difensiva durante due ritiri e sei mesi di permanenza in Sardegna; perché, con tutti i limiti in copertura validi, anche se in maniera minore, anche per Pellegrini, Pajac garantisce la stessa spinta ed è dotato di un mancino educato che avrebbe fatto comodo.
Un altro anno alla ricerca della consacrazione per entrambi, con la quasi certezza che l’esterno sinistro di Zagabria abbia dato il suo addio definitivo al Cagliari e che, fra un anno, la caccia a un nuovo terzino mancino dovrà riprendere con il rientro a Torino di Pellegrini. Tenere entrambi e trovare una sistemazione a Lykogiannis, forse, sarebbe stata la scelta giusta.
Matteo Zizola