Finalmente è arrivata la prima presenza di Alessio Cragno in Nazionale; il portiere di Fiesole, dopo tutta la trafila nella giovanili, ha difeso i pali della porta Azzurra nell’amichevole di Firenze contro la Moldavia. Una mezz’ora in campo praticamente da spettatore contro la compagine avversaria che non ha mai affondato il colpo nella ripresa, ma che difficilmente l’estremo difensore del Cagliari scorderà. Abbiamo sentito chi ha tenuto a battesimo Cragno, il preparatore dei portieri David Dei, fondamentale nel percorso di crescita del classe 1994 negli anni a partire dalla stagione 2015-2016 in Serie B.
“Vederlo esordire in Nazionale maggiore è stata un’emozione forte per me. Mi aspettavo e speravo potesse giocare dall’inizio, poi ho visto la formazione iniziale e sono rimasto un po’ deluso: non ho guardato la partita, poi ho scoperto che stava per entrare in campo ma non sono riuscito a mettere il canale della partita per via della grande emozione, il cuore iniziava a battermi forte e quindi me la sono goduta senza il coraggio di guardarlo. Per certi versi è stato particolare, così come lo è stata la sua prima convocazione con la nazionale maggiore: sono stato io ad avvisare Alessio della chiamata. Non voglio dire che ha coronato il sogno, perché lui se lo merita come ragazzo e come portiere. Spero che questo sia un punto di partenza, per me è arrivata anche in ritardo questa prima partita in Nazionale”.
Anche l’infortunio di un anno e due mesi fa ha rallentato questa prima volta: “Probabilmente ha perso tempo fermandolo in un momento in cui veniva da una continuità importante: il Cagliari si è tutelato con un portiere di livello (Robin Olsen ndr), poi quando Cragno ha ritrovato la fiducia, è tornato quello che conoscevo io anche dal punto di vista caratteriale. Olsen si era dimostrato un portiere di ottimo livello, ma lui ha risposto sul campo”.
Per il preparatore dei portieri, attualmente in attesa di una nuova chiamata, non ci sono dubbi sul prossimo Europeo: “Se non fosse convocato sarebbe uno scandalo, in un momento in cui Meret non sta nemmeno giocando. Il ruolo di terzo portiere se lo giocavano loro due, posto che Donnarumma e Sirigu siano sicuri del posto. Meret lo vedo in fase calante e non sta giocando con continuità, Cragno è nettamente in vantaggio; lo troverei fuori logica chiamare un altro portiere al di là che possano esserci altri che possono fare bene come Silvestri o Gollini che anche lui ha subito un infortunio. Per me i primi tre non possono essere toccati, poi è chiaro che Alessio debba continuare così a questi livelli”.
Ma quanto valore potrebbe avere il cartellino di Cragno? “Alessio lo sento particolarmente mio, quando sono arrivato a Cagliari a credere lui eravamo solo io e il presidente Giulini. Era contornato da un certo scetticismo, tanto che ho avuto dei confronti con alcuni direttori sportivi: soprattutto Capozucca era scettico, più sul lato strutturale perché si cercava un portiere dal fisico diverso, ma io ho sempre detto che non conta l’altezza in un portiere ma essere all’altezza. A livello di valutazione siamo passati da persone che magari l’avrebbero ceduto per 1 milione di euro a qualche altra squadra che lo chiedeva a un valore che non può essere sotto i 20 milioni”
Ultime stagioni nella Cremonese per David Dei che ha avuto modo di osservare da vicino in Serie B, Guglielmo Vicario vice di Cragno: “Devo dire che non avevo una buona opinione di lui al primo anno al Venezia dove aveva avuto un bel girone d’andata e poi un girone di ritorno calante dove ai primi errori aveva risposto con altri errori. Mi era venuto qualche dubbio dal punto di vista caratteriale e della mentalità. A Perugia ha fatto un campionato straordinario, al di là del fatto che sono arrivate due retrocessioni sul campo consecutive. Mi è veramente piaciuto tanto, ero un po’scettico, ma l’anno scorso mi ha fatto veramente una bella impressione. Chiaramente il mio è un giudizio da esterno non avendo mai lavorato con lui, dovrei conoscerlo sul campo per scoprirlo di più. Penso però che la soluzione migliore era quello di farlo giocare ancora in prestito, perché a questa età ritengo sia fondamentale farlo in continuità”.
Matteo Porcu