Un’attesa durata settimane, fatta di passaggi burocratici non semplici e, soprattutto, con pochissima possibilità di errore. Ma poi, al termine del percorso, il semaforo verde: nella giornata di ieri, giovedì 31 luglio, la Costa Orientale Sarda è stata ufficialmente riammessa alla Serie D, dopo la retrocessione sul campo nel playout dell’11 luglio perso 1-0 contro l’Atletico Lodigiani. A premiare il gran lavoro portato avanti da parte del club gialloblù durante la prima parte dell’estate, ma soprattutto quello degli ultimi anni tra prima squadra e settore giovanile. Abbiamo riavvolto il nastro di queste ultime settimane con mister Francesco Loi, in una lunga chiacchierata su passato, presente e futuro del Cos.
Mister Loi, dopo un’estate di attesa è arrivata la lieta notizia del ripescaggio in Serie D: quanta è la soddisfazione?
“È stata un’estate di lavoro continuo e incessante, in cui si doveva stare attenti a far tutto bene con la consapevolezza di avere le carte in regola per partecipare ai ripescaggi, frutto del lavoro fatto negli anni e degli investimenti fatti. La creazione del settore giovanile, la continuità dei campionati e la serietà hanno pagato. E di questo va sottolineato il grande lavoro del nostro segretario Franco Palleschi, che ha fatto sì che l’opportunità si trasformasse in realtà . Non abbiamo mai avuto l’idea che ci fossero problemi insormontabili, la retrocessione è stata accolta con la consapevolezza che c’erano le basi per poter far bene. Ovvio, la sconfitta sportiva può creare sconforto o spirito di rivalsa: nel nostro caso è stato un bel trampolino di rilancio, perché ci ha permesso di essere positivi e tenerci attaccati alla possibilità del ripescaggio e siamo molto molto contenti di poter continuare il nostro percorso nel campionato nazionale, che per noi è come fare la Serie A”.
Qual è il valore di questo ripescaggio?
“Il ripescaggio per noi, in questo momento, è la certificazione di essere una società piccolissima in grado però di competere con dei colossi: essere ripescati in Serie D al cospetto di piazze che sono ovviamente molto più importanti, sia dal punto di vista degli abitanti che dal punto di vista della storia, ti restituisce l’orgoglio del lavoro fatto negli anni. Che ci ha portato a essere la terza squadra nella classifica di ripescaggio in un campionato in cui hanno avuto accesso alle iscrizioni 190 società , in teoria le migliori 190 squadre dilettanti d’Italia. Ciò vuol dire che si è lavorato bene e che, nonostante siamo espressione di un comune piccolo, abbiamo avuto la possibilità di usufruire di questo spazio. Che non è frutto della fortuna ma del lavoro fatto, perché senza il lavoro fatto questo risultato non sarebbe mai arrivato. Allo stesso tempo, essere retrocessi ci deve far capire che abbiamo sbagliato e che dobbiamo cercare di evitare di fare gli stessi errori”.
Ecco, quali errori vanno evitati?
“L’anno scorso abbiamo fatto un girone d’andata che non è concepibile: abbiamo fatto 13 punti con nove sconfitte consecutive, di cui ovviamente l’allenatore si prende la paternità , anche se si sa che le colpe vanno distribuite su tante cose e su tanti episodi. La forza è stata fare un girone di ritorno importante, che ci ha permesso poi di avere la possibilità di partecipare ai ripescaggi. Proprio per questo si riparte dallo zoccolo duro dell’anno scorso, anche se ci saranno molti cambi, sempre con la volontà di valorizzare i nostri giovani”.
Ovviamente avevate preparato sia il piano A (Serie D) che il piano B (Eccellenza). Come si vive quest’incertezza?
“Fare la squadra quando sei in quel limbo, nella via di mezzo, è una cosa molto difficile. Si riparte da chi ha creduto nel progetto nel momento in cui non c’era nessun tipo di certezza che si potesse rifare la D, da chi ha dato la disponibilità a fare anche l’Eccellenza. Sarà una base ridotta rispetto all’anno scorso, che è però molto solida dal punto di vista dei principi morali. Questo non toglie che chi ha fatto scelte diverse da uomo di calcio le capisco, le posso anche condividere. Ci sono ragazzi che hanno avuto la possibilità di andare in squadre importanti, come Nino Pinna al Savoia. Ci sono giocatori che stanno trattando con altre squadre sarde, che hanno avuto la possibilità di programmare dall’inizio e che comunque stanno lavorando molto bene. Ci sono giocatori che hanno proprio scelto di non far più parte del progetto Costa Orientale Sarda e ci sta, altri invece l’hanno sposato anche a scatola chiusa, senza sapere poi di quale categoria si sarebbe trattato. È ovvio che poi ci saranno delle novità , abbiamo lavorato su questo tutta l’estate, sia dal punto di vista del settore giovanile che della prima squadra. I nostri principi di base rimangono sempre gli stessi: cercare di valorizzare quanti più giovani possibili, con una buona percentuale di ragazzi sardi. Che quest’anno sarà un po’ meno alta rispetto alla scorsa stagione, che integreremo anche con altri ragazzi nati fuori dall’Isola. L’obiettivo è cercare di divertirci e, soprattutto, di evitare magari di fare tutti gli errori fatti l’anno scorso, anche se quegli errori fanno parte delle stagioni. Il nostro è da una parte un progetto giovane, dall’altra però è espressione di continuità : questo ripescaggio ci consente di fare il settimo anno consecutivo nel campionato nazionale dilettanti, aspetto tutt’altro che semplice per un paese di 3-4mila abitanti. Ci dà anche la responsabilità di esserci giocati un jolly che per i prossimi tre anni da regolamento non avremo: dovremo cercare di far molto bene e di guardare più avanti, di programmare sempre più verso il futuro così da creare sempre le situazioni più agevoli possibili a livello societario. Ma i nostri principi rimangono sempre gli stessi”.
Guardiamo al futuro: che campionato sarà la Serie D 2025-26?
“Sicuramente un campionato difficile, perché ci sono tre o quattro campane di livello top, direi quasi fuori classifica e delle squadre laziali ci sono sei-sette squadre che per rosa potrebbero giocare tranquillamente in Serie C. Per quanto riguarda le sarde vedo il Budoni molto avanti nella costruzione della squadra, che a mio parere è già di ottimo livello e costruita in modo meticoloso e intelligente. Il Latte Dolce andrà sulla falsariga del mercato che sta facendo la Torres in Serie C, quindi con l’ottica di puntare su molti giovani: penso sia una scelta politica e societaria che va apprezzata, cui si aggiunge l’ossatura di over importanti come in passato, in continuità di un percorso iniziato l’anno scorso che secondo me ci può stare visto la realtà di Sassari, con due squadre di cui una fa la C e l’altra è diventata una fucina di giovani. Per quanto riguarda l’Olbia non si può dire nulla perché ancora non si sa cosa faranno, mentre il Monastir neopromosso è una squadra che ha voluto fortemente questa categoria e che quindi in questo primo anno di Serie D, dove si vive tanto di entusiasmo, potrebbe essere anche una delle rivelazioni del girone”.
Facciamo un passaggio anche sulle strutture di allenamento: a Tertenia e Loceri si aggiunge il “Circillai” di Bari Sardo.
“Abbiamo lavorato tanto su questo fronte. Intanto anche per questa stagione il campo di Tertenia sarà la casa della prima squadra, anche perché il campo ha tutte le certificazioni per poter fare il campionato nazionale dilettanti. In più abbiamo preso in gestione il campo di Bari Sardo, che ci permette di programmare il futuro perché abbiamo una gestione di 5+5 anni e a breve sarà quello omologato anche per ospitare le partite di campionati nazionali. Mentre la struttura di Loceri verrà rifatto a nuovo, con Bari Sardo completerà l’esigenza impiantistica della nostra società , tra settore giovanile e prima squadra. Inoltre abbiamo avuto anche l’opportunità di poter avere degli spazi sul campo di Lanusei, utili nel caso dovessimo andare in difficoltà con i nostri campi ma speriamo di non doverlo utilizzare, per lasciare spazio alla società locale. Si tratta più di un’accoglienza che ci è stata offerta in caso di bisogno che non della necessità di dover andare a togliere spazio alla società locale, che farà un campionato importante in Eccellenza”.
Passaggio doveroso sul momento del calcio ogliastrino: Cos in Serie D, Lanusei e Tortolì in Eccellenza, con l’unico neo della non iscrizione del Barisardo.
“Quest’anno l’Ogliastra sarebbe stata a livello regionale una delle zone geografiche della Sardegna più importanti, perché c’era la possibilità di avere Barisardo, Lanusei, Tortolì e Cos in Eccellenza. Quattro squadre ogliastrine in Eccellenza non ci sono mai state, ma non dobbiamo dimenticarci che noi comunque siamo riusciti a mantenere la categoria, il Lanusei ha vinto il campionato di Promozione e il Tortolì ha vinto il playoff. In Prima Categoria lo Jerzu ha vinto il proprio girone e la Baunese è arrivata seconda e il Villagrande ha fatto bene. Spero di non dimenticarmi nessuno, però a livello regionale l’Ogliastra ha un peso specifico importante calcisticamente”.
In chiusura, impossibile non chiedere quale sarà l’obiettivo della stagione per il Cos…
“Quest’anno, purtroppo ma anche per fortuna, siamo gli ultimi arrivati: partono più in ritardo di tutti e l’obiettivo sarà quello di salvarci, sempre con i nostri principi. Arriviamo però a questo momento con la serenità di aver dimostrato che all’interno della nostra società abbiamo capacità importanti, perché si è lavorato veramente molto bene per arrivare al ripescaggio. E a questo aggiungo l’orgoglio di essere stati rappresentati in modo importante dai vertici regionali della Federazione regionale sarda, che hanno dimostrato con i fatti di volere il meglio per le squadre che rappresentano la Sardegna in un campionato nazionale. E di questo siamo grati soprattutto al presidente Gianni Cadoni e a tutto il suo staff per tutto il lavoro svolto”.
Francesco Aresu














