Intervista al tecnico del Budoni, terzultimo nel Girone G di Serie D, che domenica ospita la Torres seconda in classifica.
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“L’imperativo è lottare fino alla fine e conquistare la salvezza in un campionato difficile che ormai ci appartiene”. Parola di Raffaele Cerbone, tecnico del Budoni, che nel mese di novembre è subentrato alla guida tecnica al posto dell’esonerato Hervatin. Abituato fin da giocatore a fare sportellate con gli avversari, dato che da attaccante ha vestito le maglie di Venezia, Chievo e Brescia, il tecnico campano non si tira certo indietro e promette battaglia fino all’ultima di campionato. A partire dalla difficile sfida di domenica contro la Torres. “Rispettiamo tutti gli avversari ma da oggi dobbiamo fare punti a prescindere da chi incontriamo. Sarà una maratona lunga e piena di ostacoli, ma la parola mollare non ci appartiene. Uniti, supereremo il momento delicato”.
Mister, partiamo dal presente. Che momento sta vivendo il Budoni?
Il momento è delicato, ma siamo abituati per natura a non fasciarci la testa. Nelle ultime quattro partite sono arrivati dei risultati negativi che non rispecchiano le prestazioni in campo. Se avessimo guadagnato 6 punti nessuno avrebbe avuto modo di ridire, ma nel calcio ci sono dei momenti clamorosi dove non raccogli quanto di positivo stai seminando. In questo momento dobbiamo andare oltre i risultati. Negli anni abbiamo già vissuto dei momenti simili. Ci stiamo ricompattando e questa è la nostra forza.
Che squadra ha ritrovato dopo che in estate era andato via?
Quando sono arrivato eravamo abbastanza sfiduciati ed è normale quando non arrivano i risultati sperati, con soli 8 punti nelle prime 12 partite. Ho avuto la fortuna di allenare molti giocatori, di cui conoscevo pregi e difetti. Infatti siamo partiti bene sulle ali dell’entusiasmo e abbiamo vinto paradossalmente le partite dove abbiamo giocato peggio e perso invece quelle dove invece abbiamo espresso miglior gioco. Stiamo crescendo e questo mi lascia ben sperare per il futuro.
Quanto c’è da intervenire sul mercato? Come agirete?
Ci stiamo guardando intorno e stiamo accelerando rispetto a qualche settimana fa. Sappiamo che non è facile anche dal punto di vista economico: fare spese folli non rientra nel nostro modo di fare calcio. L’obiettivo è portare a Budoni dei giocatori funzionali visto che numericamente ne abbiamo bisogno. Senza contare le defezioni per infortunio, nel mercato abbiamo perso 3/4 giocatori che non abbiamo ancora rimpiazzato, quindi dal punto di vista numerico abbiamo pagato dazio. Domenica eravamo in 20, tra cui 9 under. In settimana è arrivato Montanaro, che è un giovane interessante di prospetto. Cerchiamo altri 2/3 nomi che rinforzino la rosa e diano energia nuova a tutto l’ambiente.
Domenica c’è il derby con la Torres: è davvero l’anti-Turris?
La Torres arriva da sei vittorie consecutive, ha un ruolino di marcia importante ed è costruita per stare nelle zone alte della classifica. Stiamo parlando di una squadra che fa parte della storia del calcio italiano. Secondo me è solo questione di tempo ma prima o poi abbandonerà questo campionato. È giusto che una città come Sassari faccia un campionato professionistico, i suoi tifosi lo meritano. Non lo dico tanto per convenienza, ma perché lo confermano i numeri. Vincere sei partite di fila in un campionato così insidioso non è mai una cosa semplice, a prescindere dall’avversario. Meritano un grande rispetto.
Si aspettava una crescita così repentina in fase realizzativa di Sartor?
Assolutamente si. Sartor è un calciatore – e lo dico senza presunzione – che ho portato io in Italia. Ho passato delle notti a vedere i suoi video per cercare di capire se potesse esplodere. È un giocatore di cui nutro una stima infinita. Intanto perché mi ha fatto vincere i playoff di eccellenza (con 27 gol realizzati), e poi mi ha fatto salvare l’anno dopo. Un giocatore destinato ad altre piazze, con rispetto della squadra che alleno da otto anni. È uno che si mette al servizio della squadra, fa giocare bene i suoi compagni ed è un bravo ragazzo che merita fiducia e tutte le soddisfazioni del mondo. Ho una cattiva abitudine: sono grato ai giocatori che mi hanno aiutato a raggiungere dei risultati importanti e uno di questi è Marcos.
Un giudizio sulle altre compagini isolane.
Le due sassaresi sono costruite per fare campionati importanti. Anche se ultimamente il Latte Dolce si è un po’ fermato resta una grande squadra: perdere delle partite ci sta, è fisiologico, porti a casa meno di quanto meriti, ma sono sicuro che saprà reagire. Il Muravera è una squadra forte, che nell’organico è al pari delle due sassaresi. Il Lanusei sta un po’ pagando dazio rispetto al campionato dell’anno scorso, dove avrebbe meritato ampiamente la Serie C. Adesso sta reagendo, spendendo poco e lavorando con i giovani. L’Arzachena è partita in ritardo ma si sta riprendendo, ha un potenziale societario unico e si può permettere di avere in panchina giocatori di primo livello. All’appello manchiamo solo noi, ma ci riprenderemo. La strada imboccata è quella giusta.
Matteo Piano