Si può assimilare l’appartenenza calcistica a quella geografica o, addirittura, geopolitica?
Questo inizio di primavera potrebbe rivelare degli spunti interessanti a riguardo, con due esempi che dimostrano quanto politica, società e cultura, in questo caso sportiva, siano ormai mescolate a tutti gli effetti. Gerard Piquè – colonna della Spagna pluri-campione d’Europa e del Mondo, e del super-Barcellona dell’ultimo decennio – e Declan Rice, uno dei migliori prospetti della Premier League nelle file del West Ham e della Nazionale inglese di Southgate.
Cosa accomuna questi giocatori a parte le capacità calcistiche e la leadership all’interno dello spogliatoio? L’essere consapevoli delle proprie radici, della propria cultura e di conseguenza delle difficoltà nello scegliere se stare da una parte o dall’altra. Nel caso del primo ha destato scalpore la propria adesione all’amichevole Catalogna-Venezuela, dopo i trascorsi vincenti con la Spagna, peraltro contrassegnati da episodi forieri di polemiche a causa del sostegno alle istanze catalane. Nel caso di Rice si discute invece del suo voltafaccia all’Irlanda, dove nacquero i nonni (a Cork) e dove ha fatto tutta la trafila nelle Nazionali giovanili. Il tutto per sposare i Leoni di Sua Maestà (è nato in Inghilterra), scatenando pronte e ovvie polemiche. Il regolamento consente che si possa giocare con un’altra Nazionale a patto di non aver già esordito in una partita ufficiale con la Nazionale maggiore. Ma ad una parte dell’opinione pubblica non è sfuggito un particolare: a 16 anni Rice spese, via social, parole di elogio per l’IRA (Irish Republican Army), organizzazione paramilitare di stampo nazionalista che dagli albori del ‘900 lotta per la piena indipendenza irlandese da Londra.
Il caso continuerà a destare scalpore, data anche la situazione attuale della politica economica inglese in pieno clima Brexit, e potrebbe dare ulteriori spunti di riflessione anche volgendo lo sguardo verso casa nostra, alla Sardegna e a cosa significhi per un giocatore sardo rappresentare la propria terra e allo stesso tempo la propria nazione.
Edoardo Ladu