Il malato ha perso qualche linea di febbre, può iniziare ad alzarsi dal letto e compiere i primi passi, ma le dimissioni sono ancora lontane. La cura ha dato i primi frutti, i sintomi però sono ancora presenti e serve pazienza per poter raggiungere l’obiettivo.
L’inizio della cura – D’altronde il tempo per poter mettere in circolo gli anticorpi non è stato tanto, pochi giorni più da effetto placebo che da medicina vera e propria. Curare l’aspetto mentale la prima parte del viaggio verso la completa guarigione, questo quanto prescritto dal dottor Semplici al paziente Cagliari. I tre punti di Crotone sono solo un primo piccolo passo, la strada da fare è ancora tanta e anzi, parola del medico arrivato da meno di una settimana, a dirla tutta “non si è ancora fatto nulla”. Il primo tempo più i dieci minuti in apertura del secondo sono lì a ricordarlo, il gol di Pavoletti ha sbloccato la squadra, ma non si può far finta che tutto sia stato risolto con la vittoria dello Scida, anzi. Lo sa Leonardo Semplici e lo sa la squadra, anche se gli aspetti positivi sono tanti e sono la base dalla quale ripartire. Segnali propri e segnali altrui, perché se da un lato non si può giudicare l’apporto del nuovo allenatore né nel bene né nel male, dall’altro alcuni piccoli accorgimenti hanno mostrato l’esistenza di una cura che nelle prossime quattordici finali potranno risultare decisivi per il compimento dell’impresa.
Gioire ma non troppo – Il presupposto è la chiave del “non abbiamo fatto ancora nulla” del dottor Semplici. Perché il Crotone, con tutto il rispetto per gli squali, è un malato ancora più in difficoltà del Cagliari. Ultimi in classifica, peggior difesa, la vittoria che manca dal 17 gennaio contro il Benevento, sei sconfitte consecutive. Eppure gli uomini di Stroppa hanno messo in difficoltà i rossoblù di Semplici, da Di Carmine in ritardo a Messias che ha sparato alto, dal palo di Ounas agli strappi solitari dell’algerino ex con il dente avvelenato. Ecco perché la vittoria del Cagliari va presa per il tanto che rappresenta, tre punti fondamentali, ma con le pinze del caso e senza illudersi che la pagina sia stata voltata. Il Bologna prima e la Sampdoria poi saranno le controprove per capire se la zona rossa lascerà il posto alla zona bianca, se i sacrifici daranno i loro frutti o se, al contrario, sarà necessario un ulteriore sforzo per vedere la luce in fondo al tunnel.
Barlumi di luce – In pochi giorni è altrettanto poco ciò su cui si può incidere, eppure quel poco il dottor Semplici ha provato a sistemarlo. Non da normalizzatore, ma da chi ha è apparso consapevole delle corde da toccare e dei tasselli da mettere al giusto posto. Non solo una questione di scelte individuali, Pavoletti in luogo di Simeone ha pagato oltre ogni più rosea aspettativa, ma anche piccoli accorgimenti tattici che tanto piccoli alla fine non sono. La marcatura a uomo sui calci d’angolo ha permesso di non subire occasioni fino a oggi fin troppo facili da creare per gli avversari, i cambi all’ora di gioco hanno dato quella linfa che quelli spesso troppo vicini agli ultimi dieci minuti avevano messo sul banco degli imputati Di Francesco. Nández quinto di destra da rivedere, ma intanto per la partita contro il Bologna ci sarà uno Zappa riposato. Joao Pedro è apparso sotto tono, ma il Pavoletti ritrovato e il niet tolto dal possibile doppio centravanti apre a soluzioni prima impossibili da immaginare. Infine le avversarie, i tre punti importanti non solo per il loro valore, ma anche per i risultati delle concorrenti più o meno vicine. Il Torino non ha giocato per i noti problemi, ma tutte le altre in lotta hanno al massimo raccolto un pareggio (Parma e Spezia nello scontro diretto) o sono tornate a casa senza bottino (Genoa, Fiorentina, Benevento). Uniche a vincere Udinese e Bologna, ma senza per questo essere completamente fuori dalla battaglia.
La strada verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni, Semplici deve aver ben presente il proverbio e per questo si concentra più sui fatti che sulle parole. I punti più importanti dei fronzoli, l’attenzione massima più della gioia per una vittoria fondamentale dalla quale ripartire, ma che non rende il malato in via di guarigione. La cura ha bisogno di nuove conferme, Bologna e Sampdoria sono lì pronte per dare le risposte. Un nuovo campionato è iniziato allo Scida per il Cagliari, serviranno onestà intellettuale, fortuna e soprattutto quella mentalità che gol di Pavoletti potrebbe aver sbloccato dopo quasi 4 mesi di difficoltà.
Matteo Zizola