āTutti fate riferimento a Milano, ma perchĆ©? A Milano siamo andati a far giocare chi non ĆØ abituato a giocare. Se si fa la fotografia della partita con il Milan con tutto quello che stiamo facendo, ho paura che si stia sbagliando. Noi siamo una squadra che lotta sempre, perchĆ© sappiamo che rappresentiamo un popolo, sappiamo che i sardi ci stanno dietro. E i sardi hanno capito che per noi non sarĆ un discorso facileā. CosƬ Claudio Ranieri nella conferenza stampa post Lecce ha chiuso, una volta per tutte, il discorso relativo alla debacle del suo Cagliari in Coppa Italia contro il Milan, prima uscita ufficiale dei rossoblù nel 2024.
Numeri
Quasi un invito allāambiente a mettere una pietra sopra il passato, guardando esclusivamente a presente e futuro. Il presente però ha un ruolino fatto di 15 punti in 19 gare, con 3 sole vittorie, 6 pareggi e ben 10 sconfitte. I gol segnati sono 17, quelli subiti 32 (con una differenza in negativo di 15), mentre la media punti ĆØ stata di 0,79 a partita. Numeri che fotografano fin troppo al ribasso una prima parte di stagione al di sotto delle attese, perchĆ© ragionevolmente ā non ce ne vorranno i detrattori più incalliti dei rossoblù ā con qualche errore gratuito in meno la classifica avrebbe detto qualcosa di diverso. Almeno 6-7 punti lasciati per strada da Pavoletti e compagni, grazie a regali per avversari ben felici di riceverli e scartarli, che avrebbero significato un finale di 2023 soddisfacente, o quantomeno più sereno di quello vissuto. Invece Ranieri ringrazia le sconfitte di Hellas Verona, Empoli e Salernitana contro Inter, Milan e Juventus, perchĆ© il punticino di Lecce significa lasciarsi dietro tre squadre e chiudere il girone dāandata appena fuori dalla zona retrocessione. Dopo un inizio choc da 2 punti in 8 giornate, a partire dalla trasferta di Salerno i rossoblù hanno accelerato, anche se la svolta definitiva non ĆØ ancora arrivata. In tanti, compreso chi scrive, pensavano che il 2-1 contro il Sassuolo avesse rappresentato il “clic” per il cambio di rotta, ma cosƬ non ĆØ stato. E dicembre ĆØ stato il mese delle occasioni perse, con il trittico di gare alla portata ā Hellas, Empoli, Lecce ā decisamente non sfruttato, con due soli pareggi portati a casa.
Il precedente
Presente e futuro, dunque. Concentrarsi su quello che arriva, in poche parole, il mantra di Ranieri. Eppure, alla vigilia del giro di boa, per una volta guardare al passato potrebbe essere utile. Soprattutto dopo un girone d’andata deludente che in tanti tifosi ha incrinato la fiducia nel totem intoccabile rappresentato dal tecnico di San Saba, come si può leggere nei commenti lasciati sui social dei vari media e dello stesso Cagliari. “Ci attacchiamo a tutto” ĆØ un’altra frase sentita più di una volta nel Ranieri-pensiero. E anche dal passato, allora, possono arrivare utili indicazioni. Più precisamente dall’unica altra stagione in Serie A sulla panchina del Cagliari del tecnico romano, l’annata 1990-91. Anche allora, come sanno anche le pietre, il girone d’andata dei rossoblù fu disastroso. Nelle 17 gare giocate (allora la Serie A era a 18 squadre e non a 20) nella prima metĆ di campionato Matteoli e soci guadagnarono la miseria di 10 punti, frutto di 2 vittorie, 6 pareggi e 9 sconfitte. Soli 9 gol segnati e ben 23 subiti (con una differenza in negativo di 14), con una media di 0,58 punti a partita: numeri da diciassettesimo posto, a 5 lunghezze dal Lecce allora quattordicesimo e ultimo delle squadre salve, un distacco che nel gennaio di 33 anni fa sembrava incolmabile. Cifre che ricordano terribilmente quelle del Ranieri 2.0, pur con una situazione di classifica per ora differente. Ma anche quel Cagliari, come ricorderanno i tifosi più attempati, subiva reti e sconfitte spesso inopinate. Un girone d’andata che servƬ da rodaggio ai rossoblù, anche se bisogna sempre considerare che allora il pareggio pesava di più rispetto a oggi, con i 2 punti a vittoria. Modificando le cifre del 1990-91 con i parametri odierni, quella squadra dopo la 17^ giornata avrebbe 12 punti in classifica e una media di 0,70 punti a partita, ma soprattutto la distanza con l’ultimo posto disponibile per la salvezza salirebbe a 7 punti (19 per Lecce e Napoli).
Un girone di ritorno da favola
Un Cagliari modalitĆ motore diesel di vecchia generazione, insomma. Dopo il 4-1 di Bari che chiuse il girone d’andata, i rossoblù avviarono la cavalcata che portò 19 punti, grazie a una serie di 15 risultati utili su 17, con 4 vittorie, 11 pareggi e sole 2 sconfitte contro Cesena (3-0) e Fiorentina (4-1). La media punti passò da 0,58 a 1,03 a partita (aggiornata ai parametri attuali da 0,70 a 1,35), un valore praticamente raddoppiato che portò un’insperata salvezza. Quella squadra fu capace di imporre il pareggio a tutte le big del campionato, sia in casa che in trasferta. Al Sant’Elia si fermarono il Napoli campione in carica e il Milan di Sacchi (1-1), la Juventus e la Roma (0-0), mentre in trasferta i rossoblù imposero il pari all’Inter di Trapattoni e al Torino (1-1), cosƬ come alle genovesi Genoa e Sampdoria (2-2), che quell’anno vinse il suo primo e unico scudetto. Le vittorie furono “solo” 4, ma tutte di peso: contro Pisa, Parma (entrambe per 2-1 al Sant’Elia), il secco 2-0 al Lecce e, per finire, l’1-2 al Dall’Ara contro il Bologna che sancƬ addirittura la salvezza con una giornata d’anticipo. Impresa che, sommata alle due promozioni dalla Serie C, mise il sigillo definitivo sulla patente di immortalitĆ sportiva di Claudio Ranieri per la tifoseria del Cagliari. “Altri tempi”, potrebbe banalmente dire qualcuno. Di sicuro 33 anni sono tanti, eppure la storia del calcio spesso ha visto ripetersi certi eventi. Sir Claudio questo lo sa e forse anche per questo spesso si presenta davanti alle telecamere con una faccia sorridente, nonostante tutto. Oppure perchĆ© pur con una classifica deficitaria, al primo allenamento aperto al pubblico della stagione si sono presentate oltre 500 persone festanti, con un entusiasmo da primi posti. “Dobbiamo sapere che dobbiamo lottare tutti insieme: io, squadra, societĆ , tifosi e se vogliono anche i giornalisti. PerchĆ© se vogliono stare in Serie A, magari mezzo punto in più a questi ragazzi non gli farebbe male. Se poi vogliamo andare a vedere di nuovo la Serie B, andiamo, non cāĆØ problemaā.Ā CosƬ si ĆØ espresso Ranieri nel post-partita di Lecce, lanciando un chiaro messaggio all’intero ambiente rossoblù: serve unitĆ per mantenere la Serie A, esattamente come accadde nel 1990-91.
La citazione
Richiesta lecita, ci mancherebbe. Sorge una domanda, a questo punto: com’era la narrazione della stampa di quella storica annata? Grazie a YouTube e alla passione di alcuni utenti, ĆØ possibile dare una risposta precisa. “La sconfitta subita a Bari condanna gli uomini di Ranieri in maniera superiore rispetto ai propri demeriti, ma rispecchia fedelmente tutti i limiti mostrati dal Cagliari nell’arco del girone d’andata. I 9 gol segnati condannano senza attenuanti una squadra priva di un riferimento al centro dell’attacco. Non bastano le invenzioni di Matteoli, le incursioni di Cappioli e la crescita di Fonseca per risanare una classifica al limite della disperazione. Il bilancio al giro di boa ĆØ disastroso, […] 10 punti in classifica costituiscono un bottino decisamente negativo, ma se i numeri concedono al Cagliari poche speranze di salvezza, nel girone di ritorno la squadra di Ranieri può aggrapparsi al precedente che risale al 1964-65, primo campionato in Serie A con Silvestri in panchina (girone d’andata con 9 punti, ritorno a 25 e 34 totali per il sesto posto in classifica, ndr). Con questo ricordo, il Cagliari da domenica a Milano contro l’Inter ha il dovere di credere al miracolo, rispettando prima se stesso e poi il campionato”. CosƬ Bruno Corda, storico radiocronista rossoblù, chiudeva nel gennaio 1991 il suo servizio post Bari-Cagliari per il tg di Videolina. Parole che, riascoltate a distanza di 33 anni, descrivono una situazione ambientale molto simile a quella attuale e assumono una dimensione quasi profetica. Un precedente cui aggrapparsi, ora come allora, sempre con Ranieri in panchina. In quella circostanza il Cagliari di Sir Claudio seppe fare il miracolo, entrando nella storia. “La salvezza ĆØ stato merito al 100% di mister Ranieri, che trasmetteva a tutti noi la certezza che ci saremo salvati. Lui era talmente convinto che ha convinto tutti noi. Ripeteva sempre ‘ora non so come, non so perchĆ© ma ci salveremo’ e poi ci siamo salvati”, ci ha raccontato Mario Ielpo, uno degli eroi di quell’annata magica. E siccome repetita iuvant…
Francesco Aresu














