agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, una difesa da registrare riaccende gli ultimi giorni di mercato

Giorgio Altare in Cagliari-Cittadella | Foto Luigi Canu
sardares
sardares

Tre partite, tre risultati differenti, un unico filo conduttore. Il Cagliari di Liverani guarda all’inizio del campionato di Serie B con sentimenti contrapposti, da una parte la sensazione di una squadra in costruzione che può essere considerata tra le pretendenti alla promozione diretta dal centrocampo in su, dall’altra una difesa ancora da registrare e che ha ballato spesso e volentieri nelle prime uscite.

Priorità
Parafrasando una celebre frase di una vecchia trasmissione televisiva la domanda sorge spontanea. Il Cagliari deve cercare negli ultimi tre giorni di calciomercato nuovi innesti per puntellare la retroguardia? Oppure con l’arrivo di Barreca la rosa a disposizione di Liverani deve considerarsi al completo davanti a Radunovic? Il discorso è tanto semplice quanto complesso. Dal punto di vista meramente numerico la risposta è automatica, il tecnico romano ha un reparto strutturato, coppie in ogni ruolo e addirittura un uomo extra nella zona centrale della difesa. A destra Zappa e Di Pardo, sul lato opposto Barreca e Carboni, in mezzo Goldaniga, Altare, Walukiewicz, Dossena e Obert – utilizzabile anche a sinistra – oltre al giovane Palomba all’occorrenza. Le tre partite contro Como, Cittadella e Spal, oltre a quella di coppa contro il Perugia, hanno però detto che al di là dell’aspetto quantitativo restano dubbi su quello qualitativo. Non solo per le caratteristiche dei singoli, ma anche per la loro funzionalità nel contesto voluto da Liverani. Per questo pensare a un miglioramento del reparto non sembra lesa maestà, esclusa la corsia mancina dove con l’arrivo di Barreca la fascia può ritenersi blindata. Un difensore centrale abituato a uno schieramento alto, abile nello scappare all’indietro, rapido e magari con qualità nella costruzione dal basso sarebbe non solo la classica ciliegina sulla torta, ma una vera e propria necessità per completare la rosa. Sulla fascia destra, invece, il duo Zappa- Di Pardo paga un’esperienza più da quinti di centrocampo che da veri e propri quarti di difesa, senza contare una possibile alternativa già presente in rosa che rappresenta una suggestione e che dipende dalle ultime ore di trattative.

Al centro
“Giorgio! Giorgio!”. Nella notte di Ferrara le urla di Liverani a richiamare Giorgio Altare sono state la colonna sonora della partita contro la Spal. L’allenatore rossoblù, evidentemente insoddisfatto delle scelte del centrale ex Olbia, ha cercato di scuotere il suo giocatore spesso e volentieri. Una delle poche note liete della stagione culminata con la retrocessione, Altare ha vissuto una prima parte di stagione in difficoltà. Il cambio tattico con il passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro sembra aver inciso sulle prestazioni del classe ’98, ancora alla ricerca dei giusti meccanismi nella nuova realtà targata Liverani. Abile nella marcatura stretta e a difesa schierata, Altare appare in sofferenza quando chiamato a tenere la linea alta e a scegliere tra la pressione e scappare all’indietro e protezione delle verticalizzazioni avversarie. Assente a Como, sia contro il Cittadella che contro la Spal due azioni in fotocopia hanno messo a nudo i limiti del difensore bergamasco. Nella prima occasione la palla lunga alle sue spalle che ha portato al gol di Asencio, a Ferrara quella pressoché identica con Moncini a graziare Radunovic con un pallonetto finito di poco a lato. Anche in fase di impostazione Altare non sembra trovarsi a proprio agio, rallentando la manovra e con qualche difficoltà tecnica fisiologica per un difensore “vecchio stampo”, tutto fisicità e marcatura a uomo. Al suo fianco Edoardo Goldaniga ha fatto leggermente meglio, ma come il compagno l’abitudine alla difesa a tre lo penalizza. Come per Altare così per l’ex Sassuolo il passato più da braccetto del trio arretrato che da centrale puro evidenzia la necessità di avere un compagno accanto capace di coprirgli le spalle. La possibilità di lavorare sul campo per migliorare giorno dopo giorno queste criticità potrebbe aiutare la coppia di centrali a diventare più affidabile di quanto visto nelle prime tre gare, ma la calma necessaria si scontra con un campionato che corre e con un avversarie pronte a scappare in classifica. La soluzione ai problemi potrebbe essere rappresentata dal rientro a pieno regime di Sebastian Walukiewicz, anche se il centrale polacco durante il precampionato ha tutt’altro che brillato. Problemi fisici e non solo hanno finora limitato il difensore classe 2000 che, oltre alla fragilità strutturale sembra avere anche una fragilità mentale. Le certezze perse con Semplici in panchina – unico della rosa a non essere mai considerato dal tecnico toscano – non hanno portato a una reazione con l’arrivo di Mazzarri, complice il lungo stop, mentre Liverani lo aspetta con ansia sperando che possa essere la panacea dei mali della retroguardia. L’incognita Walukiewicz, che sistemerebbe in caso di risposte positive la costruzione dal basso, resta un dubbio alla voce velocità e capacità di proteggere i compagni alle spalle, oltre il noto tema del passaggio dalla difesa a tre – nella quale il polacco ha dato le migliori risposte in passato – e quella a quattro. Altra incognita, infine, è il nuovo arrivato Alberto Dossena che, almeno secondo le prime indicazioni, appare come un alter ego di Altare più che un giocatore con caratteristiche differenti.

Tra mercato e suggestione
Un buon approccio che ha dato fiducia dopo i problemi di Como, poi l’espulsione ingenua dopo trenta minuti a macchiare la prestazione personale e mettere in difficoltà soprattutto la squadra. L’assenza di Gabriele Zappa ha aperto le porte ad Alessandro Di Pardo nella trasferta di Ferrara, con come risultato un cartellino rosso e la sensazione che sulla fascia destra di difesa manchi qualcosa a prescindere dall’aspetto numerico. Sia Zappa che l’ex Juventus nascono infatti come esterni più alti, centrocampisti laterali più che quarti di difesa. E in una squadra che dovrebbe essere votata all’attacco potrebbe non essere un problema, non fosse che il Cagliari in queste prime uscite non ha sempre controllato il gioco con autorevolezza. Tanto il lavoro da fare sui due giovani, la fase difensiva – diagonali e marcatura – ha ampi se non totali margini di miglioramento. Se per Di Pardo, però, il tempo è dalla sua parte avendo iniziato soltanto con Liverani questo nuovo percorso tattico, per Zappa il discorso è differente. L’ex Pescara, infatti, non sembra aver intrapreso una crescita sostanziale nonostante ormai siano già due le stagioni in rossoblù, con numerosi tentativi sia da parte di Di Francesco che di Semplici e infine Mazzarri di migliorarne la fase di non possesso. Piccoli passi in avanti che hanno spesso lasciato spazio a importanti passi indietro successivi, amnesie in costruzione e in chiusura che non sono state compensate da continuità nella spinta, nonostante soprattutto nella prima parte sotto il tecnico abruzzese la sua intesa con Nández aveva fatto ben sperare. Le dichiarazioni di Liverani, d’altronde, non hanno chiuso le porte a un cambio sulla corsia. Non il classico “siamo a posto così” sulla situazione della fascia destra, ma quel “se non esce uno tra Di Pardo e Zappa non entra nessuno” che lascia aperta l’opzione mercato. A Ferrara però un nuovo segnale, con Nández che potrebbe essere la soluzione in casa in caso di sua permanenza. L’abbondanza in mediana – e la migliore predisposizione al ruolo di cursore a tutta fascia piuttosto che di interno di centrocampo – possono di per sé essere elementi validi per pensare all’uruguaiano come nuovo terzino destro. Posizione che, peraltro, non sarebbe una novità per il León, spesso e volentieri impiegato da Tabarez in nazionale proprio da laterale basso. Un cambio alla Zambrotta, lasciando maggior spazio possibile davanti a classe ’95 di Punta del Este per poter esprimere la propria gamba e le qualità nel dribbling e nel cross, senza perdere efficacia in un ruolo più tattico come quello della mezzala, nel quale anche contro il Cittadella ha manifestato la tendenza alla confusione.

A tre giorni dalla chiusura delle trattative, con la rivoluzione post retrocessione che ha portato tanti volti nuovi e salutato numerosi ormai ex rossoblù, il Cagliari deve decidere il proprio futuro. Restare con la rosa attuale – al netto di alcune cessioni ancora da perfezionare – oppure provare l’ultimo sforzo per non avere rimpianti e aspettare come ogni stagione un gennaio caratterizzato da soluzioni illusorie. Senza dimenticare il classico colpo alla Giulini, vero assente dell’estate 2022 e che potrebbe arrivare all’ultimo momento. Magari proprio in difesa, il reparto che aspetta esperienza e carisma.

Matteo Zizola

Condividere su

Commenti

guest
47 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

CENTOTRENTUNO TV

Continua a leggere...

47
0
...e tu che ne pensi? Lascia un commentox