Sassuolo fuori, Lazio alla prima in casa, Atalanta al Gewiss Stadium e il rinnovato Torino di Giampaolo di seguito in trasferta. Un inizio che sarebbe a dir poco complicato per la più oliata delle compagini, figuriamoci per un Cagliari che, a 10 giorni dall’esordio in campionato, è letteralmente un cantiere aperto.
Si è scelto il cambio radicale, si è scelta la rivoluzione della rosa soprattutto nelle retrovie, si è scelto Di Francesco. Ma il mercato dei rossoblù, volendo essere morbidi, fatica a ingranare. Mal comune mezzo gaudio, molte squadre sono in ritardo sulla tabella di marcia, il mercato post Covid è complicato per tutti. Verissimo. Ma Il Cagliari, a differenza di tanti altri, sta tentando di mettere in atto un ribaltone tecnico. Il particolare non è di poco conto. Servono tempo, idee chiare e pazienza. Il Cagliari non ha il primo e la dirigenza probabilmente neppure le seconde, se consideriamo gli affari prima chiusi e poi saltati al rush finale (vedi Juan Jesus e Cyzborra) o le porte girevoli di Asseminello, con giocatori prima trattati da esuberi fastidiosi (Pajac e Farias) e poi richiamati per fare numero.
Quanto alla pazienza, sarà invece il verdetto del campo a dirlo. Un progetto come questo non può essere messo in discussione alle prime difficoltà o alle prime sconfitte, che a voler essere facili profeti, soprattutto il difficile avvio di calendario potrebbe riservare. E, soprattutto, sarà necessaria una sana autocritica in seno al direttivo. Scindere tra le responsabilità da attribuire al tecnico e quelle da addebitare a sé stessi. Al netto degli arrivi Di Marin e del giovane di belle speranze Zappa, a oggi leggere la formazione presunta titolare lascia un senso di vecchio e ristagnante soprattutto in difesa, il reparto che si è deciso di sottoporre al restyling più radicale. Ammessa e non concessa un’accelerazione nelle trattative nei prossimi giorni, mister Eusebio si troverà a schierare degli elementi di cui ha avuto a malapena il tempo di imparare il nome.
E, se è vero come è vero che i concetti che vuole trasmettere hanno bisogno di tempo e di prove senza soluzione di continuità, essendo realisti non ci si può certo aspettare una partenza col botto. Per i tifosi è lecito al massimo sperarla, dopotutto è gratis. E poi la “Signora Speranza”, come si suol dire, è sempre l’ultima a tirare le cuoia. Diverrà quindi necessario leggere tra le righe, andare oltre il mero risultato. A voler citare un esempio benaugurante, ancorché trito e ritrito, ricordare il Cagliari delle 5 sconfitte consecutive con Allegri in panchina. Con l’auspicio che nel mentre il mercato rossoblù esca dalla quarantena in cui pare essere imbrigliato, per usare un termine di stretta attualità. Uscire dalla quarantena per diventare positivo, un concetto paradossale ma altrettanto reale.
Mirko Trudu