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Cagliari, Udine come insegnamento per evitare di soffrire in futuro

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La premessa è d’obbligo: non sarebbe utile ora fare catastrofi, ma al tempo stesso è ancora meno utile pensare che da un 2-0 come quello incassato a Udine non si debba imparare tanto. Etichettare la serata in Friuli come una semplice gara no dovuta alla gestione degli episodi errata sarebbe riduttivo, oltre che controproducente per il percorso di maturazione di questo Cagliari targato Davide Nicola. Ed è normale che venga spontaneo, al tecnico piemontese compreso, provare a bollare la netta sconfitta con i bianconeri come semplice giornata storta, anche per non mettere troppe ombre sull’ottimo lavoro fatto di recente. Però il 2-0 subito dall’Udinese deve portare a una serie di insegnamenti, specie su errori di atteggiamento da non ripetere, che saranno fondamentali da interiorizzare per questo gruppo rossoblù per provare a non vivere ancora un’annata in apnea nelle sabbie mobili della retrocessione in Serie A.

Impatto

Diciamolo chiaramente, Nicola nelle ultime sfide è stato artefice di un Cagliari bello da vedere e di carattere, ma a Udine anche l’allenatore del Cagliari ci ha capito poco. Ha provato a mettersi quasi a specchio degli avversari rispolverando dall’inizio il 3-5-1-1, camaleontico e duttile come al solito, ma al di là dello schieramento tattico nei primi minuti di gara, con ancora la parità numerica, è parso evidente come i rossoblù fossero andati a Udine per provare a strappare il punto con un pareggio utile ad allungare la striscia di risultati utili dopo le vittorie con Parma e Torino e il pareggio contro la Juventus. Anche in 11 contro 11 il Cagliari ha faticato a creare trame offensive, con Piccoli lasciato solissimo in avanti e Gaetano poco supportato in quello che doveva essere un ballo tra le linee per pungere l’avversario ed è diventata continua corsa a vuoto nel deserto per l’ex Napoli. Il rammarico eppure rimane, perché per solidità difensiva ed equilibrio probabilmente in 11 contro 11 il Cagliari sarebbe riuscito nell’arco dei 90′ a fare un altro tipo di partita e non è così scontato direi che in parità numerica l’Udinese sarebbe riuscita comunque a portare a casa l’intera posta in palio, anzi.

Episodi

Il braccino dell’inizio sarà sicuramente colpa dei giocatori ma anche il tecnico con le sue scelte di formazione ha i suoi demeriti. E poi in Friuli Nicola, forse per la prima volta, è stato protagonista dei due episodi che hanno cambiato l’economia del match. Makoumbou fa un’enorme ingenuità nel prendere il rosso, ingenuità a cui tra le altre cose ormai ci ha abituato dall’anno scorso. Era anche prevedibile aspettarselo a un certo punto della gara all’Udinese. Ma Nicola ha le sue colpe per averlo lasciato tutto solo lì in mezzo da vertice basso a fare lotta costantemente contro 2-3 avversari. Il congolese non è una diga in mezzo al campo, è molto utile quando ha qualcuno che lo aiuta nel lavoro sporco. A Udine invece ha staccato la spina da subito dopo aver visto passare avversari da ogni lato e sinceramente viene da chiedersi come mai Nicola non abbia provato a cambiare qualcosa prima per aiutarlo un po’ di più. E poi c’è il momento dell’1-0 di Lucca, con il Cagliari che ha incassato l’ennesimo gol su calcio piazzato (5 da inizio Serie A). Una squadra che fatica in alcuni momenti tipici che è stata ancora più distratta nell’organizzazione tattica e di marcatura dal cambio pochi istanti prima della battuta del corner che poi ha portato alla rete dei padroni di casa. Una strana scelta per il tecnico piemontese andato contro la regola non scritta nel mondo del pallone che non si fa un cambio prima della battuta di un calcio da fermo.

E ora?

Parlando dei singoli va fatto un punto particolare su Zito Luvumbo. Doveva essere l’arma in più di strappo del Cagliari e fin qui invece è forse l’uomo più deludente tra i rossoblù per spirito e applicazione. La seconda rete avversaria nasce da una sua costante ricerca del fallo in contrasto. Ormai gli arbitri lo conoscono e non abboccano più: lui va molle sul duello, perde palla, il direttore di gara fa giocare e il Cagliari subisce una letale transizione. Servirà un abile lavoro sia tattico che mentale a Nicola per recuperare un calciatore che al momento pare fondamentale per la stagione del Cagliari. Non si può sperare sempre e solo su Piccoli, che fa un lavoro sporco esagerato, serve anche l’aiuto del vero Zito. Martedì si torna subito in campo contro il Bologna intanto. Un Bologna riposato rispetto ai sardi per il rinvio della gara contro il Milan. Ma anche un Bologna lontano parente di quello della scorsa annata, comunque battuto da Claudio Ranieri alla Unipol Domus. Voltare immediatamente pagina si può e alla voce spirito messo in campo sarà quasi un dovere. A Nicola la capacità di tornare ad essere vaporoso nelle parole ma efficace in campo nei messaggi da mandare ai suoi. Messaggi che al Friuli si sono persi tra un po’ di braccino dato dagli ultimi risultati e soprattutto dalla gestione dei momenti che possono essere un bivio importante per una stagione alla voce fiducia e consapevolezze che questo Cagliari, dal giocatore allo staff tecnico, ancora hanno dimostrato di essere troppo immaturi a livello di step nel percorso di crescita del progetto stagionale per poter fare.

Roberto Pinna

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