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Cagliari, tra spunti positivi e interrogativi: Pisacane e le risposte di Santander

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Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari | Foto Valerio Spano
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La nostra analisi dopo la doppia amichevole giocata in Spagna dal Cagliari di Fabio Pisacane contro il Racing Santander, trasferta da cui Deiola e compagni tornano in Sardegna con due pareggi (0-0 nel match mattutino, 1-1 in quello serale).

Impressioni

“Oggi ci sono stati alcuni spunti positivi, altri su cui lavorare, come è giusto che sia in questo momento. Restiamo concentrati e continuiamo ad allenarci con umiltà, consapevoli che il nostro percorso è lungo, ma altrettanto consci del fatto che possiamo crescere”. È uno dei passaggi delle dichiarazioni con cui Pisacane ha commentato il doppio pareggio del suo Cagliari a Santander, contro un Racing volitivo e “piccante” al punto giusto. Un buon test per i rossoblù, che rientrano nell’Isola con alcune conferme, sia positive che negative, con qualche piacevole sorpresa dagli ultimi arrivati e, soprattutto, la consapevolezza di essere soltanto all’inizio di un cammino ancora molto lungo, su cui il mercato (in entrata e in uscita) metterà necessariamente il suo timbro. Ma di questo parleremo in un approfondimento apposito, qui tratteremo delle risposte date dalla trasferta cantabrica. Risposte che sono arrivate, sia ben chiaro. A cominciare dalla crescita a livello di proposta di gioco, che si è vista soprattutto nella seconda amichevole con i titolari in campo dall’inizio. I progressi in costruzione sono evidenti, anche se ovviamente ancora non possono essere sufficienti per soddisfare Pisacane, che non a caso ha detto di essere consapevole “del fatto che possiamo crescere”.

Il 3-5-2

Il lavoro sulla verticalità pian piano prende sempre più spazio nelle geometrie rossoblù, con il ruolo centrale di Prati nell’organizzazione della manovra. L’ex Spal è stato uno dei più positivi contro il Racing, autore di numerose imbucate per i compagni che non sempre hanno sfruttato le sue giocate. Ma la strada è quella giusta, serve solo la giusta pazienza per attendere i risultati. Nel 3-5-2 provato in Spagna il ruolo del play è centrale nella creazione di gioco, sia per la costruzione dal basso – fondamentale sempre più visibile nel modo di interpretare il match dei rossoblù – che per innescare le ripartenze, con la corsa dei quinti e gli inserimenti centrali delle mezze ali, insieme al movimento delle due punte. Ordine, meno spazio alla fantasia a vantaggio di una maggiore efficacia: questo sembra essere uno dei principi di un Cagliari che preferisce essere pratico e utile piuttosto che bello, un po’ come accadeva la scorsa stagione nel campionato Primavera. Al momento attuale manca ancora la giusta concretezza per rendere davvero efficace questo modus operandi, e non può essere un caso se il club rossoblù ha portato ben tre attaccanti sul mercato (Borrelli e Kiliçsoy, in attesa di Esposito). Perché nelle due amichevoli di Santander la squadra di Pisacane ha costruito diverse occasioni da gol, riuscendo però a concretizzarne solo una con Luvumbo, a segno di tacco (e ancora con il destro, a confermare la teoria che i suoi gol migliori arrivino con il piede “sbagliato”) su schema da calcio piazzato con assist di Mina. Piccoli si è mosso bene, ma ha sprecato ancora una volta troppo, mentre Adopo e Zortea si sono inseriti bene ma hanno peccato di precisione al momento della conclusione.

I nuovi

Segnali comunque positivi per Pisacane, in attesa di vedere pienamente all’opera i nuovi arrivati. Se Kiliçsoy resta ancora ingiudicabile, a Santander sono arrivate risposte da Folorunsho e Mazzitelli. L’ex Napoli, chiamato al riscatto dopo l’ultima deludente stagione, ha fatto intravedere qualità interessanti: fisicità e tecnica, oltre all’uso di entrambi i piedi senza differenza. Non appena cresceranno condizione fisica e conoscenza dei meccanismi di gioco “Folo” potrà diventare uno dei punti di forza dell’undici rossoblù, possibilmente anche con un contributo davanti alla porta avversaria in termini di gol e assist. Un po’ indietro, invece, Mazzitelli: il centrocampista romano, impiegato nel match mattutino, è sembrato patire un po’ i ritmi di gioco e del giro-palla rossoblù, andando più volte in difficoltà e costretto a recuperare facendo ricorso all’esperienza. Nulla di preoccupante, però: la mancata convocazione per il ritiro del Como lo ha privato del lavoro in gruppo, con un conseguente deficit di condizione rispetto ai nuovi compagni. Anche nel suo caso servirà attendere un paio di settimane per vederlo al top, poi l’ex Sassuolo sarà in grado di dare il contributo atteso alla mediana rossoblù. Qualche timido segnale di crescita – soprattutto in fase di lavoro sporco – è arrivato anche da Borrelli, ma la sensazione è che il 25enne centravanti abbia ancora diversi step da raggiungere per la migliore condizione. Da segnalare anche la buona prestazione dei giovanotti terribili, a cominciare da Liteta che ha confermato di essere più di un semplice “Pisacane boy”: lo zambiano non è un Primavera aggregato per fare numero, ma si sta costruendo un ruolo da alternativa credibile. Così come Cavuoti, fin qui l’unico – in attesa di Gaetano e di scoprire i nuovi – capace di strappare e creare superiorità sulla trequarti, ma ancora alla ricerca del suo posto nel mondo rossoblù.

Da rivedere

“Sono comunque soddisfatto”, ha detto Pisacane del doppio impegno dei suoi ragazzi. Consapevole però dei passi in avanti da fare, con diverse distanze da colmare. Con un grosso punto interrogativo in difesa, più precisamente a sinistra. Anche a Santander Obert ha mostrato di non essere ancora sul pezzo, come dimostra l’errore da matita blu sul gol di Andrés a inizio secondo tempo, con il centravanti biancoverde Villalibre che lo ha “scherzato” con un sombrero al limite per servire il compagno che, solissimo, ha freddato Caprile con un destro al volo potente e angolato. L’ennesima lettura non perfetta da parte dello slovacco, che nelle intenzioni del Cagliari in questa annata sarebbe il titolare a sinistra in una linea a 4 e co-titolare (insieme a Luperto) in quella a 3. Le voci di mercato uscite fuori nelle ultime settimane (su tutte l’interesse del Celtic Glasgow, come quelle di alcune squadre olandesi e tedesche) sono un altro segnale di una situazione che il club rossoblù dovrà affrontare e risolvere in vista dell’inizio ufficiale della stagione. Urge una soluzione, che fosse – come preferirebbe chi scrive – la fiducia vera e reale nelle doti dell’ex Samp, oppure una cessione a titolo definitivo, con buona pace di eventuali rimpianti. Anche perché sull’out mancino Idrissi continua il suo percorso di crescita, con una prestazione al Sardinero incoraggiante a livello di gamba e personalità, a dimostrazione della volontà di restare in rossoblù già anticipata nell’intervista ai nostri microfoni durante il ritiro di Ponte di Legno. A differenza di Felici, che invece non è riuscito a lasciare il segno complice, forse, anche il continuo cambio di posizione a seconda del sistema di gioco scelto partita per partita da Pisacane. Tutti dubbi che andranno sciolti in fretta, considerando che ora non c’è più tempo per scherzare. Sabato 16 agosto il Cagliari affronterà il primo impegno ufficiale della sua stagione con i Trentaduesimi di Coppa Italia, ospitando all’Unipol Domus la Virtus Entella di Gigi Palomba che nel turno preliminare ha passeggiato 4-0 sui resti della Ternana dell’ex Fabio Liverani. Passare il turno dovrà essere l’obiettivo minimo per Deiola e compagni, convincere e mostrare ulteriori passi in avanti quello più realistico da concretizzare. Anche per mandare in archivio un precampionato fatto di lavoro duro ed esperimenti, con il mercato utile per dare forza alle risposte ricevute.

Francesco Aresu

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