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Cagliari-Torino, l’ex Rossettini: “Granata favoriti. Mina-Luperto, fate come me e Astori”

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In vista della sfida tra Cagliari e Torino, in programma domenica 20 ottobre alle 18 all’Unipol Domus, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’ex difensore Luca Rossettini, doppio ex del match con le sue 96 presenze in rossoblù (tra il 2012 e il 2015) e l’annata vissuta in granata (2016-17, 30 presenze e un gol).

Luca, come giudica l’inizio di stagione del Cagliari? Qual è il suo parere su Nicola?
“Nicola è un grande allenatore, sono i risultati ottenuti in carriera a parlare per lui. Ha dimostrato di essere in grado di fare delle vere e proprie imprese in situazioni drammatiche: è un grandissimo tecnico, riesce a tirare fuori sempre il meglio dai suoi giocatori. Ho visto poche partite del Cagliari in questo inizio ma credo che i risultati fin qui siano in linea con l’obiettivo. In questo momento le dirette rivali stanno facendo più fatica rispetto a loro: con il Monza al di sotto delle aspettative, il Genoa che con delle problematiche societarie non sta riuscendo ad esprimersi al meglio, sarà un campionato combattuto. Parma, Lecce, Como, Hellas Verona lotteranno fino alla fine, ma credo che i 6 punti ottenuti dopo sette giornate rappresentano un bottino medio in linea con i propositi di una società che punta a salvarsi. Il Cagliari dovrà essere bravo a dare continuità facendo punti, perdendone il meno possibile”.

Un giudizio sulla rosa rossoblù: che step di crescita potrà fare da qui a fine stagione?
“È una rosa buona con cui secondo me il Cagliari può puntare alla salvezza immediata. In attacco con Piccoli secondo me questa rosa farà bene. È un calciatore che a me piace tantissimo, ha tanta forza, possiede qualità fisiche e tecniche da grande centravanti: è un profilo di grande prospettiva secondo me. Lapadula, al momento anche a causa di infortuni è stato costretto a rimanere fuori ma nel corso degli anni ha dimostrato di poter garantire gol importanti a questa squadra. Sono arrivati giocatori nuovi ma ci sono dei punti fermi importanti: penso a Pavoletti, una vera garanzia per questo Cagliari quando sta bene. Mi sarei aspettato qualcosa di più da Luvumbo, forse, fin qui è stato poco incisivo. Sul tipo di gioco, invece, credo che sarà il campo a dire se l’allenatore ha ragione. Nicola sta cercando di adeguarsi agli interpreti, cercando di ottenere il massimo. Avere a disposizione una squadra in grado di scendere in campo e schierarsi a seconda dell’avversario e della situazione, adeguandosi allo stile di gioco richiesto dal proprio allenatore sia un vantaggio non da poco: gli stessi avversari ti considerano più imprevedibile. Se il Cagliari sarà in grado di fare questo step in avanti alla lunga andrà a suo favore”.

Domenica 20 ottobre si giocherà Cagliari-Torino: lei era in campo nelle due vittorie consecutive tra il 2012-13 (4-3) e il 2013-14 (2-1), ricordate dai tifosi rossoblù per le doppietta di Daniele Conti. Che ricordi ha di quei match?
“Le partite contro il Torino sono sempre state considerate delle partite delicate, in passato sono stati degli scontri diretti e teatro di spettacolo dalla quale ci si poteva aspettare di tutto. In quegli anni l’obiettivo a Cagliari era chiaro e ogni partita, era per noi un’opportunità di fare un passo in avanti verso il traguardo. È sempre stata una partita sentita da ambo le parti, contro il Toro le gare erano tiratissime anche perché era una squadra con delle individualità importanti. Sono passati tanti anni, ma sono state due gare sul filo del rasoio in cui la spinta dei nostri tifosi ha fatto la differenza”.

Tornando all’attualità, che gara sarà invece quella del 20 ottobre?
“Non sarà una partita semplice per il Cagliari, onestamente vedo favorito il Torino. È una di quelle squadre che stanno facendo un inizio di campionato al di sopra delle aspettative come Udinese e Empoli, sulla carta sarà dura per il Cagliari. È un campionato difficile, queste partite si vincono con grandi prestazioni sul campo, vedremo come gli allenatori provano a interpretare la gara. Se dovessi dare le percentuali, per me è un 49% Cagliari e un 51% Torino”.

Da difensore come reputa fin qui le prestazioni del reparto arretrato dei rossoblù? Meglio con la linea a 3 o a 4?
“Dietro ci sono dei giocatori di livello, a partire da Mina e Luperto che secondo me per caratteristiche possono completarsi bene. Il primo è un giocatore fisicamente dominante, sempre molto aggressivo: ha grande carattere, è un agonista di primo livello, io lo vedrei bene a tre. Luperto, invece, è un giocatore di esperienza, ha grandi conoscenze tattiche, legge bene le situazioni ma ha sempre giocato in difese a quattro molto ben organizzate, quindi per lui ti direi più una linea a quattro. La decisione spetta all’allenatore: è lui che vive nel quotidiano i calciatori ed è lui che trova il giusto assetto e i migliori interpreti per quel tipo di modulo. Il lavoro in questo è un aspetto fondamentale, il tecnico deve essere bravo a mettere i giocatori in condizione di esprimersi al meglio e i calciatori devono lavorare nel tentativo di aiutare la squadra. Indipendentemente dallo schieramento ciò che fa la differenza e l’impegno e la capacità di mettersi a disposizione, è questo quello che conta davvero. Questo discorso mi fa ricordare Davide Astori, e la collaborazione tra di noi durante gli anni a Cagliari. Noi giocavamo a quattro dietro, lui aveva le sue peculiarità: era coraggioso e questo spesso lo portava a fare determinate cose in partita come attaccare forte l’avversario sul primo stop. Io ho imparato a conoscerlo e mi sono messo a disposizione, lui ha fatto altrettanto con me. Ci siamo sempre aiutati a vicenda per il nostro bene reciproco e per quello della squadra. È stato un grandissimo giocatore oltre che un grande uomo: è uno dei più grandi con cui ho giocato in carriera”.

Un giudizio sul Torino di Vanoli, fin qui autore di un ottimo avvio di stagione. Quanto peserà l’assenza di Zapata?
“Il Torino ha fatto un inizio di campionato importante, l’impronta di Vanoli si vede, è stato bravo a plasmare la squadra secondo le sue idee fin da subito, conseguendo risultati importanti. L’assenza di Zapata rappresenta una perdita importante per una squadra come il Toro, sarà interessante vedere in che modo riusciranno a fare a meno di lui ma sopperire alla sua mancanza non sarà affatto semplice”.

Come procede l’esperienza da allenatore del Padova Primavera? Parla mai di Cagliari con Pisacane e Agostini, suoi compagni del corso Uefa Pro a Coverciano?
“Al momento come allenatore sono in una fase di sperimentazione, sto cercando di capire che tipo di tecnico posso diventare. È un momento del tutto formativo, devo ancora ultimare il corso Uefa Pro quest’anno. Nel complesso mi piace molto, con i ragazzi mi diverto e mi metto alla prova. Con Pisacane e Agostini parlo eccome, ci confrontiamo sul campionato Primavera ma non solo. Con Ago ci siamo incontrati l’anno scorso quando allenava la Primavera del Genoa. Rivedere volti che ricordano Cagliari è sempre un piacere. Per me e per la mia famiglia la Sardegna e Cagliari in particolare sono dentro al nostro cuore e lo saranno per sempre. Ormai è da un paio di anni che manchiamo, tutti speriamo di poter tornare il prima possibile. Mia figlia è nata lì, adesso ha undici anni e ogni anno mi chiede: “Quando ritorniamo?”. Spero di poterla accontentare presto”.

Giuseppe Meloni

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