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Cagliari | Sondaggio e precedenti, quale sarà la quota salvezza della Serie A?

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Da luogo comune a realtà dei fatti il passo è breve come dimostra la vittoria del Cagliari sul Verona nell’ultimo turno di Serie A. Una partita dal valore doppio anche nella sostanza, perché i tre punti ottenuti contro l’Hellas hanno permesso ai rossoblù di Davide Nicola di raggiungere un duplice obiettivo: quello di salire in classifica sfruttando le sconfitte di tante concorrenti nella lotta salvezza e quello, non meno importante, di scavalcare proprio i gialloblù di Paolo Zanetti. Pavoletti e compagni hanno così raggiunto quota 14, un tredicesimo posto che non può essere sinonimo di tranquillità – a maggior ragione pensando a un dicembre complesso con le sfide contro Fiorentina e Venezia in trasferta e Atalanta e Inter in casa – ma che porta sicuramente serenità in vista del prossimo futuro.

Sondaggio e precedente
Domanda forse prematura quando siamo a poco più di un terzo di stagione, ma sempre valida per capire quale possa essere l’obiettivo in termini di punti per raggiungere la salvezza. E proprio a tal proposito abbiamo chiesto nel nostro sondaggio quale sarebbe, a oggi, la quota per la permanenza in Serie A in questo campionato. Con un risultato abbastanza netto: tre lettori su quattro pensano che per evitare la retrocessione in Serie B serviranno almeno 36 punti, con il 43% che ha indicato come limite minimo una quota tra i 36 e i 38 e il 31% una quota dai 38 in su. Solo il 2% dei lettori ha indicato la salvezza tra i 31 e i 35 punti, con il 22% che vede la quota tra i 34 e i 35 e solo il 4% tra i 31 e i 33 punti. Un dato indicativo che rispecchia a grandi linee quanto accaduto nella passata stagione, quando il Frosinone è stato l’ultimo a “staccare” il biglietto per la discesa in Serie B chiudendo il campionato a 35 lunghezze, con l’Empoli salvo al quartultimo posto a 36 assieme al Cagliari di Claudio Ranieri che, però, aveva già certificato la permanenza in Serie A matematica una settimana prima con la vittoria nello scontro diretto di Reggio Emilia ai danni del Sassuolo. Interessante però confrontare la situazione tra la stagione attuale e quella passata alla quattordicesima giornata, una sorta di campanello d’allarme per tutte quelle squadre apparentemente al sicuro in questo momento, ma che nel lungo termine non possono escludere il coinvolgimento nella lotta salvezza. L’unica delle retrocesse nello scorso campionato che dopo 14 turni era in zona rossa era la Salernitana, ultima in classifica con 8 punti, in una situazione identica nei numeri a quella del Venezia in questa Serie A, con i lagunari in fondo alla classifica sempre a quota 8. Un anno fa al penultimo posto c’erano proprio il Cagliari di Ranieri e il Verona di Marco Baroni con 10 punti, squadre che poi hanno raggiunto l’obiettivo della permanenza in Serie A in anticipo rispetto all’ultima giornata nonostante le difficoltà avute nel loro percorso. Rispetto al 2023-24 cambia poco nella classifica attuale, con al penultimo posto il Monza a 10 e al terzultimo il Como a 11. La vera differenza confrontando questa Serie A con la precedente è nel numero di squadre al momento in lotta nella parte destra della classifica e non solo. Perché se un anno fa Lazio e Atalanta – poi arrivate la prima in zona Europa League e la seconda in Champions League – occupavano l’ottavo e il nono posto a quota 20, quest’anno tolto il Bologna a 21 in ottava posizione è netto il calo di punti dal nono posto in giù. A guidare il treno della lotta salvezza c’è infatti l’Udinese a 17, quindi l’Empoli a 16, il Parma e il Torino a 15, il Cagliari e il Genoa a 14, la sorprendente (in negativo) Roma a 13 assieme al Lecce e, infine, il Verona quartultimo a 12.

Sassuolo e Frosinone
Come accennato in precedenza è difficile sentirsi tranquilli a questo punto del campionato. A maggior ragione se si guarda alla classifica del Sassuolo e del Frosinone dopo 14 turni nel 2023-24, le due squadre che a fine torneo fecero compagnia alla Salernitana tra le tre retrocesse. I neroverdi, infatti, erano al quindicesimo posto con 15 punti e con sì qualche difficoltà, ma senza la sensazione di poter essere tra le pericolanti nel lungo termine. Ancora più eclatante la situazione dei ciociari dell’allora allenatore Eusebio Di Francesco – oggi al Venezia – che in quella fase della stagione rappresentavano forse la più grande sorpresa della Serie A. Diciotto i punti in classifica per un undicesimo posto in graduatoria assieme al Monza che li vedeva quasi spettatori disinteressati nella lotta salvezza. Esempio di quanto sia importante tenere alta l’attenzione a prescindere dal momento attuale, un insegnamento non solo per il Cagliari di Nicola – che comunque per punti e posto in classifica non può giocoforza rilassarsi – ma soprattutto per concorrenti come Udinese ed Empoli che in poco tempo sono passate da sorprese del campionato a essere nuovamente coinvolte nella lotta per la permanenza in Serie A. Pensando a una possibile proiezione finale la situazione appare sulla stessa falsariga di quella dello scorso campionato, con una quota che si aggirerebbe tra i 36 e i 37 punti – meno di uno a partita di media – ma con un maggior numero di squadre coinvolte rispetto al recente passato. Aspetto che storicamente facilita l’abbassamento dei punti necessari per restare nella massima serie, per quanto sia ancora prematuro fare previsioni in tal senso. Basti pensare al caso della Roma, con i giallorossi che appaiono come un caso a sé e che non dovrebbero essere coinvolti nei bassifondi sia per storia che, soprattutto, per qualità della rosa. Ma che come il Sassuolo dello scorso campionato dovranno imparare presto a sporcarsi le mani, pena l’ingresso in un vortice negativo che renderebbe imprevedibile il loro percorso. Senza dimenticare un altro aspetto fondamentale guardando al lungo termine, ossia la classica accelerata delle squadre della parte bassa della classifica quando la Serie A scollina la primavera. Ossia quando le motivazioni e i diversi incastri del calendario normalmente alzano la media punti delle pericolanti, alzando di conseguenza improvvisamente una quota salvezza che, storicamente, vive di alti e bassi nel corso del campionato. La certezza è che da qui a fine stagione il Cagliari di Nicola dovrà cercare di raccogliere 26 punti per restare tranquillo, raggiungendo l’ormai nota quota 40 ed evitando così brutte sorprese. Magari chiudendo il girone di andata a metà dell’opera, arrivando a quei 20 punti che il Cagliari non raccoglie nelle prime diciannove giornata ormai dal 2019-20, quando i rossoblù di Maran arrivarono a 29 lunghezze per poi sgonfiarsi progressivamente nel girone di ritorno.

Matteo Zizola

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