Una scossa leggera, illusoria. Poi di colpo il motore si ferma di nuovo, tutto o quasi torna ciò che era e che si pensava di aver superato. Quando i problemi sono strutturali nemmeno un meccanico esperto e navigato come Semplici può risolverli. Servirebbe una bacchetta magica, roba da fiabe, la realtà però è tutt’altra storia.
Operazione salvezza
Un uomo solo al comando, alla caccia di un’impresa che si fa sempre più difficile. L’oasi vista con gli occhi della speranza dopo mesi di deserto è stata un miraggio, l’orizzonte sembra ancora un caldo infernale con i piedi che sprofondano nella sabbia. Normalizzatore, incazzatore, Leonardo Semplici ha provato e sta provando ogni strada possibile, ma servirebbe essere maghi e comunque non è detto che basterebbe. Il suo Cagliari ha avuto un esordio da brividi, il primo tempo contro il Crotone allo Scida, poi la zuccata di Pavoletti aveva aperto una luna di miele che è prontamente terminata sotto i colpi della Juventus prima, ma soprattutto di Spezia e Verona poi. Chissà cosa avrebbe potuto fare Semplici se solo fosse stato chiamato prima, quando il tempo era meno tiranno, quando il mercato di gennaio era ancora aperto, quando sì la situazione era difficile, ma non così compromessa. Meglio tardi che mai, certo, ma i due punti di distacco dal Torino, i sette dallo Spezia, gli otto da Benevento e Fiorentina non invitano alle illusioni, ma nemmeno al distendersi sotto il sole cocente e attendere inermi il proprio destino. Anche perché l’Inter è un’occasione che potrebbe aiutare Semplici nella corsa alla conferma. Riuscire a fare punti a San Siro sarebbe un segnale, il primo – o i primi in caso di vittoria – contro una delle sette squadre di testa. E se così fosse si aprirebbe un nuovo capitolo, utile anche come slancio per il futuro prossimo viste le sfide che lo aspettano contro Napoli, Roma e Milan.
Semplici fantasmi
Lottare, anche per restare in sella e far sì che questi mesi non diventino gli unici in rossoblù. Allontanare l’idea di essere un successore di Zenga più che di Di Francesco, chiamato a portare la nave in porto per poi salutarsi, a maggior ragione se la nave in porto non ci arriva proprio. Certo, una retrocessione sarebbe dolorosa e Semplici ne sarebbe almeno in minima parte anch’egli responsabile. Ripartire dalla cadetteria parte di un mini progetto che proprio il tecnico toscano potrebbe prendere in mano per cercare di restituire al Cagliari la Serie A a stretto giro. C’è però un fantasma all’orizzonte, un fantasma che richiama al passato e che da sempre stuzzica il presidente Tommaso Giulini. Una mossa che potrebbe far dimenticare due stagioni fallimentari, non fosse altro che per i proclami che le hanno anticipate. Tra centenario, illusione maraniana, un progetto chiuso dopo pochi mesi a nome Di Francesco, non si può dire che il rapporto tra proprietà e piazza viva momenti di calma. Ecco che così quelli che sono stati ammiccamenti reciproci nel corso di questi anni, chissà, potrebbero diventare realtà.
Il ritorno del baronetto
A Genova sponda Sampdoria si parla tanto del futuro di Claudio Ranieri. Un giorno vicinissimi, quello dopo lontani, un tira e molla nel quale il presidente Ferrero e l’ex allenatore rossoblù valutano assieme. Dopo indiscrezioni che parlavano di una separazione vicina per la prossima stagione, entrambi hanno gettato acqua sul fuoco. “Ranieri lo stimo e non c’è nessun problema, a fine anno ci incontreremo, voglio costruire una grande squadra”, così il Patron. “Il futuro? La società conosce il mio pensiero. Abbiamo fatto 26 punti all’andata e dobbiamo cercare di conquistarne altrettanti in questo girone di ritorno. La squadra ci deve provare. In testa ho solo questo, il resto sono solo chiacchiere”. ha risposto il tecnico. Parole di circostanza o meno, non sono le prime in questi mesi nei quali il rapporto tra le parti ha dato segni di deterioramento. Qualora le strade tra Ranieri e i blucerchiati dovessero dividersi, ecco che potrebbe suonare forte il richiamo del cuore. D’altronde Sir Claudio non ha mai nascosto l’importanza del rossoblù per la sua carriera. “La mia favola comunque è il Cagliari” disse il tecnico di Testaccio con in mano il trofeo della Premier. La doppia promozione, una salvezza di rimonta come quella che prova a raggiungere Semplici, un rapporto con la piazza speciale, lui condottiero mai dimenticato. La prossima per Ranieri sarà probabilmente l’ultima panchina in carriera, ecco che quella del Cagliari potrebbe essere la chiusura di un cerchio, ma soprattutto un modo per Giulini di ristabilire un rapporto con la città che al momento attraversa momenti non facili, per usare un eufemismo.
Suggestione, utopia, un po’ come quella del ritorno di Radja Nainggolan nell’estate del 2019. Certo, è ancora presto per parlare del futuro con una salvezza ancora da raggiungere e un’impresa sulla quale concentrarsi, ma è in piena primavera che i progetti iniziano a prendere forma. Ranieri come antidolorifico sarebbe una mossa che attenuerebbe certamente i malanni di una piazza sofferente e che non ha dimenticato il proprio passato. Se saranno rose pronte a fiorire lo dirà il tempo, ora la palla passa al campo e all’ennesima battaglia da non fallire per vincere una guerra chiamata salvezza. Inter e poi altre otto, Leonardo Semplici punta a guadagnarsi sul campo la permanenza e a scacciare fantasmi dal profumo di nostalgia.
Matteo Zizola