La nostra analisi sul momento vissuto dal reparto difensivo rossoblù, alla luce delle scelte di mercato e con l’inizio della stagione ormai alle porte.
Nel Cagliari che sogna con un centrocampo di platino e un attacco ancora da completare (ma con in dote un bomber affidabile e collaudato), il reparto con più interrogativi pare essere quello difensivo. Superate le rispettive problematiche fisiche, Klavan e capitan Ceppitelli partono avvantaggiati nella corsa alle due maglie da titolare. Alle loro spalle scalpitano l’esperto Pisacane, il giovane e promettente Walukiewicz e un Romagna in leggera fase involutiva, seppur comunque sempre affidabile. Ma se centralmente il reparto sembra offrire sufficienti garanzie – tanto da ipotizzare una cessione dello stesso ex Under 21 – è alla voce terzini che iniziano le note dolenti.
FASCIA DESTRA, TROPPI ACCIACCHI – A destra si alternano Cacciatore e Mattiello: sulla carta una coppia ben assortita, ma troppo spesso alle prese con infortuni di varia natura. Il primo è il classico terzino da 6 in pagella, difficilmente ruba l’occhio e fa il suo come si suol dire. Forse (o soprattutto) per questo motivo, un allenatore pragmatico e restio al rischio come Maran difficilmente vi rinuncia: se il motto del tecnico trentino è “Primo non prenderle”, il suo pretoriano lo incarna alla perfezione. Mattiello, invece, è l’eterna promessa incompiuta: la sua valutazione spesso è variabile, con picchi positivi e negativi, muscoli e articolazioni permettendo. La sensazione è che, avendo maggiore corsa e doti di propulsione rispetto a Cacciatore, l’ormai prossimo ritorno di Luca Pellegrini (vero terzino di spinta) potrebbe chiudergli le porte per la corsia destra nell’undici iniziale, vista la tendenza di Maran di non schierare contemporaneamente due fluidificanti (come già dimostrato lo scorso anno) per non scoprire troppo la difesa.
FASCIA SINISTRA, LUCI E OMBRE – Sull’out opposto, in attesa dell’ufficialità del Pellegrini-bis (a disposizione di Sarri nella classica amichevole Juventus A-Juventus B di Villar Perosa), l’altro elemento in dote è il greco Lykogiannis. Il classe 1999 ex Roma sarà, con ogni probabilità, il padrone indiscusso della fascia mancina, con qualità e corsa tali da rendere digeribili le eventuali amnesie difensive già alcune volte palesate lo scorso anno. Unico limite: la formula del trasferimento dalla Juventus, ossia il prestito secco. Una mossa forse discutibile, dato che si è scelto di porre una toppa temporanea a un problema che si ripresenterà puntuale tra dodici mesi. Soprattutto alla luce dell’indecifrabilità del greco, collega di reparto: difficile trovare grossi pregi nel suo rendimento nei suoi primi diciotto mesi in Sardegna, al di là del buon tiro dalla distanza, unico plus in un mare magnum di difetti. Dici “Siamo in una botte di ferro” e non pensi a lui, insomma.
CHI SOSTITUIRÀ CRAGNO TRA I PALI? – La vera garanzia invece, il fiore all’ occhiello del reparto, è indiscutibilmente il portiere. O, per meglio dire, era il portiere. Sull’insuperabile Cragno pende, purtroppo, la spada di Damocle dell’infortunio rimediato nell’amichevole contro il Fenerbahce. Sperando che la degenza dell’estremo difensore di Fiesole sia più breve possibile, si pone un altro enorme punto di domanda. Rafael e Aresti, ottime alternative e quasi un lusso come secondo e terzo, saranno in grado di non far rimpiangere eccessivamente il titolare? Il mercato volge al termine e il campionato è alle porte, e si avvicina il momento delle decisioni da prendere e valutazioni da non sbagliare. Dopotutto, se è vero che il centrocampo è il cuore di una squadra, è altrettanto vero che la spina dorsale parta sempre dalla difesa. E senza spina dorsale, è risaputo, non si sta in piedi.
Mirko Trudu