La bella stagione è un film-documentario diretto da Marco Ponti che racconta lo scudetto della Sampdoria del 1990-91 e tratto dall’omonimo libro scritto dai due protagonisti più celebri di quell’annata, Gianluca Vialli e Roberto Mancini. Quasi trent’anni dopo anche il Cagliari ha avuto la propria bella (metà) stagione, il profumo d’Europa annusato per quasi tutto il girone d’andata con i rossoblù di Rolando Maran che fecero sognare l’ambiente rossoblù prima di crollare colpo dopo colpo tra la fine del 2019 e la prima parte del 2020.
Ultimo
Cinque anni appena sono trascorsi dall’ultimo Cagliari capace di navigare nella parte alta della classifica di Serie A. E dopo un lustro non è rimasto quasi più nulla di quella mezza bella stagione rossoblù. Chi prima e chi dopo i protagonisti di quei mesi onirici hanno abbandonato la Sardegna, da Robin Olsen a Giovanni Simeone, da Radja Nainggolan al Pata Castro, da Joao Pedro a Nahitan Nández e così via. L’ultimo pezzo rimasto del Cagliari del 2019-20 è prossimo anche lui all’addio, escludendo il duo rappresentato da Leonardo Pavoletti e Alessandro Deiola che di quel campionato furono attori non protagonisti. Il primo messo fuori dal doppio infortunio al ginocchio, alla prima giornata contro il Brescia dopo appena 45 minuti e quello poco prima del rientro in circostanze che crearono all’epoca voci tra il gossip e la leggenda. Il secondo sceso in campo soltanto nel recupero della famigerata sconfitta contro la Lazio quando, sull’1-1 dopo il pareggio di Luis Alberto oltre il 90′, entrò per rimpiazzare Nainggolan e assistere al sorpasso firmato da Caicedo. Tolti il livornese e il sangavinese, dunque, è Marko Rog l’unico superstite della mezza bella stagione rossoblù. Ancora per poco, perché se non al 100% sicuramente molto vicine sono le probabilità del suo addio alla maglia del Cagliari in questo mercato di gennaio 2025.
What if
Se c’è un giocatore che nella sua esperienza in rossoblù può sintetizzare il concetto di “what if”, non solo di quei sei mesi, è proprio il centrocampista croato classe ’95. Intanto perché – assieme a Nández e Simeone – Rog è uno dei tre acquisti arrivati nell’estate del 2019 grazie alla cessione di Nicolò Barella all’Inter, un tesoro più che un tesoretto reinvestito per cercare il salto di qualità con il centenario del club alle porte. Poi perché la spesa da oltre 15 milioni per convincere il Napoli alla cessione dava a Maran un ulteriore tassello per una mediana che grazie anche agli arrivi di Nainggolan e Nández – e ai vari Cigarini, Castro e Ionita – appariva tra le meglio assortite dell’intero campionato. Infine per quello che è il vero gioco del destino, quanto mai beffardo quando si guarda all’esperienza in Sardegna di Rog. Il primo incontro con la sfortuna il 23 dicembre del 2020: il Cagliari di Eusebio Di Francesco è impegnato a Roma contro i giallorossi, dopo 15 minuti il croato deve alzare bandiera bianca e uscire dal campo. La sentenza arriva quasi una settimana dopo ed è di quelle pesanti, rottura del legamento crociato del ginocchio destro con stagione finita in anticipo. L’estate del 2021 vede Rog diventare una sorta di nuovo acquisto virtuale, ma la speranza di un suo ritorno da protagonista dura poco, pochissimo. È il 31 luglio, il Cagliari è impegnato in amichevole contro l’Ausburg ed è il primo vero test per il croato e il nuovo legamento impiantato dal dottor Fink a Innsbruck, ma bastano pochi minuti per incontrare nuovamente il destino avverso. Il ginocchio destro fa nuovamente crack, addio rientro e addio stagione fino ad aprile 2022 quando il suo ritorno dà speranze per una salvezza che al contrario non arriverà. Rog gioca anche nella notte di Venezia dopo essere entrato al posto di Lykogiannis già nel primo tempo, vive il dramma della discesa in cadetteria e decide di restare per provare la risalita personale e di squadra agli ordini di Fabio Liverani. La B diventa una palestra per riabilitarsi, Modena l’avversario contro cui tornerà al gol in casa e verrà espulso ingiustamente in trasferta e, alla fine, saranno 23 le presenze (playoff compresi) tra Liverani prima e Ranieri poi in una stagione complicata da problemi muscolari e una condizione segnata dai due infortuni. E siccome non c’è due senza tre, la speranza che con la Serie A torni anche il Rog di un tempo si spegne nuovamente a luglio, questa volta del 2023. Di nuovo amichevole, di nuovo il ginocchio che contro la Primavera della Roma lo abbandona. Non il destro, ma il sinistro: lesione del legamento crociato anteriore e stagione compromessa.
Ultima pagina?
Tre infortuni, tre mazzate che, di fatto, chiudono la carriera di Rog al Cagliari. Perché da quel momento in poi il classe ’95 di Varazdin non scende più in campo con la maglia rossoblù. A febbraio del 2024 saluta la Sardegna per tornare in patria, prestito di undici mesi alla Dinamo Zagabria con l’idea di ritrovare la forma migliore e poi chissà. Poco più di 130 i minuti giocati tra coppa nazionale e Supersport HNL – la Serie A croata – nella seconda parte della scorsa stagione, quindi il 2024-25 che sembra regalare un Rog più vicino al giocatore che fu. Quindici presenze in campionato, sette in Champions League tra qualificazione e girone, in sostanza il ritorno al calcio vero nei fatti, ché se non bastasse la Supersport HNL e un livello non così elevato ecco la massima competizione europea a dimostrare l’assunto. L’idea quella di restare a Zagabria e completare il capitolo, non solo per volontà sua e della Dinamo, ma anche se non soprattutto per quella di un Cagliari che di un suo rientro alla base a metà stagione non sembra avere grande premura, tutt’altro. L’accordo tra i club non arriva, così Rog torna sì in Sardegna quasi da separato in casa, in attesa di segnali dalla Croazia o, perché no, dalle altre opzioni che avrebbe in mano. Tanto da valutare una risoluzione con buonuscita, dieci mesi di stipendio invece dei 16 rimasti – il suo accordo con il Cagliari scadrà nel giugno del 2026 – e tanti saluti e grazie. Una possibilità che sembra far storcere il naso a tanti, tra chi vede in un suo ritorno in rossoblù una possibilità di aggiungere qualità alla mediana e chi non guarda di buon grado l’idea di un Rog che chiederebbe parte dello stipendio per chiudere in anticipo il suo contratto con il club. Perché, in fondo, la sfortuna dei tre crociati diventa di punto in bianco mancata riconoscenza verso chi lo ha pagato quando ai box per lungo tempo, dimenticando però alcuni aspetti. Come la spalmatura del contratto messa nero su bianco nell’estate post retrocessione, quando nell’agosto del 2022 Rog firmò l’estensione per due anni dell’accordo portandolo al 2026, ma con lo stesso ingaggio totale, dimezzando così quello annuale. O come la rinuncia allo stipendio durante lo stop del campionato nel 2020 causa pandemia. Insomma, una storia prossima a finire ma che non può che lasciare soltanto l’amaro in bocca dal punto di vista sportivo e nient’altro. Un grande “what if”, come quella bella mezza stagione rossoblù con Rog non più ritrovato. Sempre che gennaio non regali una sorpresa inattesa e altamente improbabile, quella di un nuovo acquisto virtuale con le sembianze del centrocampista croato nuovamente di corsa tra Assemini e la Unipol Domus. Utopia, ma nel calcio nulla è davvero impossibile.
Matteo Zizola