Da Bari nel 2016 a Bari nel 2023, una città e un avversario che nelle ultime due stagioni disputate in Serie B ha sempre portato bene al Cagliari che, al San Nicola, ha conquistato due importanti promozioni in Serie A a distanza di un solo anno dalla retrocessione. In vista della prossima stagione nel massimo campionato nazionale, abbiamo voluto sentire Massimo Rastelli che nella stagione 2015/2016, proprio in casa dei pugliesi, ha conquistato la matematica certezza della promozione grazie a quello storico 0-3.
Mister Rastelli, il Cagliari con l’arrivo di Ranieri in panchina ha cambiato marcia riuscendo a conquistare la Serie A a un solo anno di distanza dalla retrocessione. Qual è stato secondo lei il segreto dei rossoblù in questa stagione?
“Ranieri con la sua esperienza e il suo carisma è riuscito a ricompattare un gruppo in difficoltà. Quando si retrocede, in particolare nel modo in cui l’ha fatto il Cagliari, non è semplice smaltire certe scorie, il fardello che devono sopportare i calciatori è molto pesante. Ranieri e Bonato sono riusciti a ricompattare un gruppo e farlo rendere in base al suo reale valore. Parliamo di un organico di grandissimo spessore, tra le tre migliori squadre del campionato insieme al Genoa e al Parma”.
Bari nel destino. Così come il suo Cagliari, anche quest’anno i rossoblù hanno festeggiato la promozione al San Nicola di Bari. Quali somiglianze ha ritrovato tra la sua squadra e quella di Ranieri?
“Ho pensato a questa curiosità quando ho visto che la finale sarebbe stata contro il Bari. Un po’ tutti abbiamo ricordato quella vittoria e quella promozione con la speranza che si potesse ripetere quel festeggiamento, così è stato per la grande felicità di tutti. La similitudine? Parliamo di due grandi squadre, con dei giocatori forti e dalla spiccata personalità. La mia è riuscita a ingranare la marcia fin da subito, trovando continuità durante la stagione. La nostra promozione diretta non è mai stata messa in discussione, in più abbiamo messo la ciliegina sulla torta arrivando primi in Serie B per la prima volta nella storia del Cagliari”.
Nella squadra che lei ha condotto in Serie A e in quella di questa stagione oltre a Barreca c’è anche Alessandro Deiola: vero e proprio mastino del centrocampo di Ranieri. Quanto è cresciuto e cosa lo rende così importante per un tecnico?
“Alessandro mi colpì subito per la sua voglia, la sua determinazione, la sua umiltà e la fame di arrivare. Era partito con noi in ritiro con l’idea di mandarlo in Serie C per fargli fare esperienza, ma alla fine lo tenemmo. Per noi in quella stagione fu prezioso, ci diede una grande mano, in particolare quando ci furono vari infortuni in mezzo al campo. È un giocatore che ti garantisce quei 4/5 gol all’anno che per un centrocampista non sono pochi. Poi è sardo, tiene tantissimo alla maglia del Cagliari e questo suo amore per i colori rossoblù lo trasmette ai compagni”.
La dirigenza rossoblù ha detto di voler puntare alla salvezza: come ci si adatta alla Serie A dopo una stagione in B? È meglio puntare sul gruppo della promozione oppure è meglio cambiare, andando alla ricerca di profili di categoria?
“Io posso far fede a quella che è stata l’idea di ricostruzione che abbiamo portato avanti con il presidente Giulini e il diesse Capozucca durante la mia esperienza. Ci basammo sull’ottima base della squadra che vinse il campionato affiancandogli però 5 o 6 giocatori di spessore per la categoria, come Bruno Alves, Isla, Borriello e altri. Il resto del gruppo si è aggrappato a quei calciatori e sfruttando l’entusiasmo di una neopromossa facemmo una grande stagione”.
Qual è il ricordo più bello che la lega al Cagliari e alla città nell’annata della sua promozione?
“Quei due anni a Cagliari per me sono stati bellissimi sia sportivamente che umanamente. È stato un periodo della mia vita che è motivo di orgoglio, con la mia famiglia ci siamo trovati benissimo avendo una qualità della vita molto alta. I ricordi sono tanti, nell’anno della promozione il momento più bello è stata la vittoria di Bari per 3-0. Invece, per l’anno della Serie A, ricorderò sempre sia la vittoria di San Siro contro l’Inter (1-2 ndr) che quella nell’ultima di campionato al Sant’Elia contro il Milan (2-1 ndr)”.
A Cagliari si lavora per dare una nuova casa ai rossoblù, quanto può essere importante un nuovo stadio per le ambizioni di crescita della squadra isolana?
“Il nuovo stadio è fondamentale per le ambizioni del Cagliari, avere un impianto rinnovato e più grande sarà una vera e propria marcia in più per i rossoblù. Il pubblico sardo è spettacolare, caldissimo e spinge tanto la squadra. Avere un fortino in casa significa fare tanti punti importanti per raggiungere gli obiettivi stagionali”.
Andrea Olmeo