E bravo Davide Nicola. Lo aveva detto il tecnico rossoblù nella conferenza stampa della vigilia di Cagliari-Roma: “Servirà un coraggio sorretto dall’umiltà: voglio che la mia squadra giochi per esprimere se stessa, sapendo che dall’altra parte la Roma farà altrettanto. Servirà attenzione maniacale”. E il giorno dopo lo 0-0 dell’Unipol Domus contro i giallorossi si può dire che l’ex allenatore di Empoli e Torino ci avesse visto lungo. Ricevendo, aspetto ancora più importante, la risposta giusta da parte dei suoi giocatori.
Mentalità
“Stiamo mettendo in campo quello che ci dice il mister, provando a fare quello che ci chiede”, ha detto Zito Luvumbo ai microfoni di Dazn a fine partita. Ovvero mettere in campo un coraggio e una consapevolezza diversa rispetto all’anno scorso, quando una delle maggiori difficoltà – a medio termine – per Claudio Ranieri fu proprio quella di ricostruire la fiducia nei propri mezzi da parte di Pavoletti e compagni, con il famoso episodio “dell’elettroshock” come punto di svolta dell’intera stagione. Ecco, si può dire che grazie al grande lavoro portato avanti da Sir Claudio nella scorsa stagione ora Nicola abbia trovato terreno fertile nel gruppo rossoblù per portare avanti il suo calcio. Fatto di intensità, furore agonistico e concentrazione per 90 minuti e oltre. Contro la Roma tutte queste doti, insieme a una condizione atletica praticamente perfetta, hanno compensato il gap tecnico tra Cagliari e giallorossi: il primo tempo del match ha visto un sostanziale predominio del Cagliari, che non è riuscito a trovare il vantaggio nonostante diverse azioni da gol importanti. La squadra di Daniele De Rossi si è ritrovata suo malgrado a dover inseguire, contro un avversario abilissimo a chiudere ogni spazio in ripartenza e capace di non far ragionare Pellegrini e compagni. È mancato solo il gol ai rossoblù, si diceva: eppure i tifosi hanno potuto apprezzare un Roberto Piccoli in grande giornata, coraggioso e umile – per stare alle parole di Nicola – contro un reparto difensivo formato da elementi esperti e che giocano in nazionale, mettendo in campo fisicità e grinta, andando almeno due volte vicino alla prima rete in Serie A con la maglia del Cagliari.
Solidità
Mentalità, si diceva. Concetto ripetuto quasi alla nausea nel calcio moderno, ma che spesso non trova contezza nei fatti. Eppure il primo stralcio di stagione con Davide Nicola in panchina su questo aspetto sembra già aver dato un segnale importante: questo Cagliari nelle prime due uscite ufficiali ha dato prova di solidità mentale, grazie a una sempre più ferrea applicazione dei principi di calcio propri del tecnico piemontese. Tutti i calciatori in campo sanno cosa devono fare e se rispettano il compito affidato loro dallo staff tecnico riescono a produrre una manovra armoniosa. La prestazione di alcuni singoli spesso bistrattati nell’ultima stagione – Wieteska, Zappa da braccetto, Deiola e Augello – è la prima risposta ai dubbi di inizio stagione sulla scelta fatta dal club rossoblù di puntare su Nicola da inizio anno, a dispetto di un curriculum da “uomo dei miracoli” da subentrante. È ovviamente prestissimo per giudicare, perché si è soltanto agli albori del campionato 2024-25 e qualche interrogativo resta, anche nella testa di chi scrive queste righe. Quanto durerà questo stato di forma scintillante? Riuscirà Nicola a tenere alta la tensione dei suoi senza rischiare di farli “scoppiare”, mentalmente e fisicamente, di fronte alle pressioni di un campionato che si preannuncia molto complicato? Risposte che saprà dare soltanto il tempo, ma una cosa è certa fin dall’inizio: il Cagliari c’è ed è sul pezzo, con la piacevole sensazione che i rossoblù abbiano ancora tanto da dimostrare. E che, soprattutto, quest’anno i ragazzi di Nicola vorranno giocarsela con tutti, vendendo carissima la pelle: chiedere a De Rossi e Dybala, per conferma.
Francesco Aresu
