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Cagliari | Poca identità e zero coraggio: a Udine un brutto passo indietro

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“Dimenticare la partita di oggi? No, perché dimenticare, anzi deve insegnare molto”. Il 2-0 dello stadio Friuli con cui l’Udinese ha avuto la meglio di un Cagliari inoffensivo è stato definito da Davide Nicola in sala stampa come una sconfitta “formativa”.

Superiorità bianconera

Un ko che deve necessariamente insegnare qualcosa a Deiola e compagni alla voce “prestazione da non ripetere”. Sì perché, al di là della follia del doppio giallo rimediato da un recidivo Antoine Makoumbou che ha lasciato i rossoblù in inferiorità numerica, quello che lascia il match di Udine è la spiacevole sensazione di aver assistito a uno spettacolo molto povero da parte di una squadra che invece, anche nei momenti più negativi di questa prima parte di stagione, aveva comunque dato segnali di vita. Nicola a fine gara si è detto soddisfatto dell’atteggiamento dei suoi ragazzi (“Hanno dato tutto”), ma l’impressione dalla tribuna è stata quella di una partita impostata sull’attesa dell’avversario, senza la proverbiale intensità tanto cara al tecnico piemontese. L’Udinese ha sovrastato il Cagliari a livello fisico, potendo contare su alcuni elementi (Toure, Lucca, Davis etc.) che bene figurerebbero in altri sport in cui la prestanza è una base di partenza e non, come nel calcio, un surplus. I dati del match confermano questa superiorità: 13 tiri per i bianconeri di Runjaic contro i soli 3 dei rossoblù, con zero conclusioni in porta. L’espulsione ha certamente influito sullo sviluppo del match e dire il contrario sarebbe completamente errato, ma è vero anche che in parità numerica il Cagliari ha fatto ben poco – per non dire nulla – per impensierire Okoye.

Flop

I rossoblù sono parsi remissivi fin dal fischio d’inizio, lasciando volutamente il pallone all’Udinese per sfruttarne i limiti. Una tattica che in 11 contro 11 forse avrebbe potuto anche portare i suoi frutti: senza Thauvin la squadra di Runjaic è sembrata monocorde, certamente più controllabile rispetto alle gare in cui il francese era in campo. E anche per questo motivo il rammarico per la combinazione prestazione-risultato del Friuli lascia l’amaro in bocca. In parità numerica il Cagliari non ha mai provato ad aggredire l’avversario, come fatto a Parma e Torino, limitandosi a far sfogare l’Udinese sugli esterni e puntando sui duelli in fase difensiva. Il turnover scelto da Nicola non ha pagato: Azzi ha sofferto tantissimo – eufemismo – contro un Kamara protagonista al di là dell’assist per l’1-0 di Lucca, mentre Gaetano non ha praticamente avuto modo di mettersi in luce nel frullatore della trequarti bianconera. Piccoli ha lottato come di consueto, ma senza riuscire a trovare spazio per rendersi pericoloso. La produzione offensiva è stata decisamente in contrasto con quella recente, nonostante la fiducia ostentata da Nicola in sala stampa. A Torino contro la Juventus di Thiago Motta il Cagliari aveva collezionato 9 tiri totali, di cui 3 in porta mentre a Parma addirittura 12, con 4 diretti tra i pali. Un buco nell’acqua puro e semplice, senza troppi alibi, in cui due punti di forza della squadra di Nicola come coraggio e intensità non si sono proprio visti.

Ripartenza

Un netto passo indietro, insomma, dimostrato in modo incontrovertibile dai numeri. Tornando quindi alla premessa iniziale di questo articolo, la sconfitta di Udine deve davvero essere formativa per questo Cagliari che si è preso una pausa nel cammino verso il consolidamento di un’identità precisa di gioco e atteggiamento. E non si faccia l’errore di considerare soltanto in funzione del risultato, che comunque ha il suo peso in sede di analisi. Anche in caso di ritorno in Sardegna con uno o più punti in valigia la sottolineatura di una prestazione negativa ci sarebbe stata, proprio perché a deludere contro l’Udinese è stato l’approccio e la gestione del match, non la sconfitta finale. Contro il Bologna, martedì 29 ottobre alle 18.30, Nicola e i suoi ragazzi avranno l’occasione pressoché immediata di dimostrare che il 2-0 del Friuli è stato un incidente di percorso, come certamente ce ne saranno altri da qui al termine del campionato. Sarebbe la miglior risposta da dare ai quasi 400 tifosi rossoblù che si sono sobbarcati la trasferta di Udine, costosa sia dal punto di vista economico che di confort. E che hanno incitato la squadra fin dal riscaldamento, tributandole comunque applausi al termine di una gara certamente non indimenticabile. Il cassetto delle partite da archiviare è già pronto per ospitare questo 2-0, con la speranza che dei tanti insegnamenti da ricavare – per tutti, da allenatore ai singoli – venga effettivamente fatto tesoro.

Francesco Aresu

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