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Cagliari, perché ti stai Pisaccanendo? Scelte e malumori da superare per non bruciare un buon inizio

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Voce del verbo Pisaccanirsi. Neologismo in salsa casteddaia nato nelle ultime settimane di Serie A. Il significato è semplice: capacità di mettersi con scelte particolari e non sempre comprensibili in situazioni scomode senza un apparente motivo.

Momento delicato
Questo quello che è successo al Cagliari negli ultimi turni di campionato. Una partenza incoraggiante, alcuni punti strappati più di cuore e fame che di gioco e poi un continuo cambiare, in parte un modus operandi giustificato da infortuni e necessità di provare alcuni giovani in rosa, e dall’altra non sempre comprensibile, specie a chi vive da fuori la squadra. Il Sassuolo era la gara da non sbagliare, più per l’umore che per la classifica, e i rossoblù l’hanno sbagliata. Con un approccio giusto anche se non brillante, ma con un tasso tecnico inferiore agli avversari che, come già successo in altre partite, alla lunga ha fatto la differenza. Con una reazione questa volta tardiva e con l’inspiegabile necessità, spesso mostrata in stagione, di aver bisogno di uno schiaffo avversario prima di riuscire ad affondare il colpo. Non il massimo per una squadra che non può per caratteristiche avere sempre la forza di inseguire. Una sconfitta che lascia spazio al chiacchiericcio su malumori dello spogliatoio, alle critiche su Pisacane e alle nubi sul futuro generale di questo progetto. Una prima libecciata, che prima o poi doveva arrivare. Certo, prendere vento in faccia quando all’orizzonte ci sono due trasferte come quelle contro la Lazio e il Como non è un bel vivere. Ma anche su questo aspetto il tecnico campano dopo la sconfitta contro il Sassuolo ha provato a tirare dritto: “Io sono soddisfatto dei miei ragazzi. Il malumore e il chiacchiericcio? Fanno parte di una condizione illogica esterna al gruppo che un allenatore non può controllare. Io penso a migliorare in campo i ragazzi e a lavorare sodo. Ma resto fiducioso del gruppo e della loro unità”.

Scelte
Chiaro che viste alcune scelte, la gestione Luperto su tutte, Pisacane nelle ultime settimane sta giocando un gioco pericoloso e non facile. In alcuni casi anche giustificabile. Quante volte si è detto calciatori di prospettiva come Idrissi o Obert, o come Prati, devono giocare e avere il tempo di sbagliare? E ora questo sta accadendo e bisognerà anche avere la giusta pazienza di aspettare alcuni profili. La sfida di Pisacane, e su questo fin qui non sembra essere riuscito l’ex centrale, sarà quella di dare spazio ai vari giocatori meno esperti senza perdere l’efficacia e la centralità di chi questa squadra deve trascinarla alla salvezza. Dallo stesso Luperto, che per la lotta per non la retrocessione resta una certezza irrinunciabile, a Folorunsho o Adopo, per citarne altri tra quelli più “esperti” in questa rosa che fin qui hanno reso al di sotto delle aspettative. Una coperta corta da saper tirare con maestria per Pisacane una volta a destra, una a sinistra, un’altra sotto e un’altra ancora sopra. Una sfida sicuramente probante per un allenatore comunque alla prima esperienza in Serie A. E anche per un gruppo che di leader carismatici ne ha davvero pochi e che dopo questo recente momento con più segni meno che segni più sarà chiamato a dimostrare la sua reale forza e la sua capacità di reagire.

Difesa
In attacco la gara al Sassuolo ha portato a un segnale positivo: Esposito si è sbloccato. E la speranza è quella che l’ex Empoli e Inter ora sotto porta possa trovare con costanza le giuste dimensioni, anche aiutato da scelte tattiche che non lo costringano solo alla battaglia. Nonostante questo a una visione superficiale il reparto offensivo, privo di un centravanti di sicuro affidamento, resta uno di quelli più criticati da addetti ai lavori e piazza. In realtà le ultime settimane, complici l’infortunio di Mina e la scelta tutta di Pisacane su Luperto, hanno mostrato pericolosi segni sulla stabilità difensiva. Nelle ultime cinque gare, più o meno ultimo mese di campionato, il Cagliari ha sempre subito due gol, tranne nell’1-1 di Udine, dove solo Caprile e gli errori avversari hanno impedito ai bianconeri di segnare molto di più. Nello stesso periodo solo la stessa l’Udinese (10) ha subito di più dei sardi. Un aspetto che si riflette anche sui punti raccolti, due da fine settembre a fine ottobre. Solo il Genoa con uno ha fatto peggio. Un calo evidente se si pensa che nei primi quattro turni con 7 punti raccolti i rossoblù avevano tenuto un ritmo da settima posizione, con 3 gol incassati. Ridare stabilità alla difesa e rimettere al centro alcuni giocatori più esperti, provando ovviamente a fare punti, sarà la sfida nel breve termine per il Cagliari, per non continuare a Pisaccanirsi senza apparenti motivi.

Roberto Pinna 

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