Crescere nel Cagliari, debuttare in prima squadra, girovagare in prestito per l’Italia per poi immancabilmente tornare in rossoblù. Altro giro, altra corsa fino al finale della stagione appena conclusa. Una salvezza miracolosa frutto anche delle prestazioni di un sardo doc.
Stallo
Nemo propheta in patria, una frase valida ma non per Alessandro Deiola. O almeno non dopo le ultime giornate vissute da protagonista nel campionato della rincorsa formato Leonardo Semplici. Si può legittimamente discutere il calciatore con le sue qualità, ma è un dato di fatto che la sua presenza in campo ha aiutato il Cagliari a raggiungere un obiettivo che sembrava quasi impossibile. Eppure quella che poteva essere la chiave di volta della sua carriera in maglia rossoblù è diventata un rebus. Il centrocampista di San Gavino penserebbe, legittimamente, di meritare un premio per aver dimostrato di essere adatto alla massima categoria. Tradotto, un ritocco dell’ingaggio da 300 mila euro a stagione al momento del rinnovo del contratto in scadenza nel 2022. Invece la trattativa si è arenata, nessun aumento e la rottura non ancora insanabile, ma che ha portato Deiola a finire sul mercato.
Questione economica
Senza togliere nulla ad alcuni compagni, lo stipendio del centrocampista cresciuto in casa non sembrerebbe adeguato al resto della rosa. Soprattutto dopo quanto messo in campo nell’ultimo frangente del campionato e dopo aver accettato, senza polemiche, i vari prestiti, come quello allo Spezia della prima parte del campionato 2020-2021. Uno dei meno pagati del gruppo rossoblù che, legittimamente, vorrebbe essere maggiormente considerato. Non solo a parole, quelle sull’identità e sulla maglia sentita più che dagli alti, ma anche nei fatti. Nessuna pretesa di titolarità, ma almeno un ingaggio che ne rispecchi l’importanza arrivata dalle dichiarazioni sia di Capozucca che di Giulini. Anche perché se, come detto dal presidente ai greci di gazzetta.gr, il suo valore è di 3,5 milioni con il contratto in scadenza tra un anno, diventa difficile accettare uno stipendio che non sia in proporzione.
Al ballo delle cifre
C’è poi il mercato e c’è la discrepanza tra quanto dichiarato da Giulini e quanto, al contrario, arriva da ambienti vicinissimi al PAOK Salonicco. I greci, infatti, non avrebbero offerto i 2 milioni citati dal presidente rossoblù, bensì si sarebbero fermati a un milione di euro. Una cifra definitiva, da prendere o lasciare, con un ultimatum dato dai bianconeri di Salonicco che pretenderebbero una risposta a stretto giro. Le supposte strategie mediatiche del Cagliari non sono piaciute al PAOK, la paura è quella di rivivere i tira e molla già accaduti in passato con Bradaric e Oliva, acquisti poi immancabilmente saltati. A spezzare la corda, se necessario, questa volta vorrebbero essere gli ellenici. La sensazione, secondo quanto filtra dalle parti di Salonicco, è che il Cagliari stia usando la richiesta del PAOK per la trattativa di rinnovo con Deiola e che, al contrario delle parole di circostanza, non ci sia l’intenzione di accettare la corte greca.
Non va dimenticato, infine, che il centrocampista sangavinese è un prodotto del vivaio e dunque importante per la cosiddetta lista da 25. Un fattore in più che dovrebbe contare per il Cagliari, ma che al momento non sembra aggiungere nulla alla possibilità di un prolungamento dell’accordo. Deiola attende, l’idea di un’esperienza all’estero – Coppe Europee incluse – potrebbe stuzzicarlo, ma in questo caso i matrimoni si fanno in tre. E se l’officiante, metaforicamente Tommaso Giulini, non favorisce il fatidico sì tra PAOK e giocatore, diventa complicato immaginare un futuro diverso da una nuova battaglia per rinnovare il contratto. Sempre che Deiola, ovviamente, sia disposto ad aprire nuovamente la porta.
Matteo Zizola