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Adam Ounas | Foto Alessandro Sanna

Cagliari-Ounas, un’altra sfortunata storia d’amore finita presto?

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Non sei tu, sono io, ma è giunto il momento di dirci addio. Quante storie d’amore sono finite prima del previsto senza veri colpevoli, oppure nemmeno davvero iniziate perché, in fondo, non ci si è mai amati davvero, ma al massimo sopportati.

No, non è (Di) Francesco

Riavvolgendo il nastro all’ultimo giorno di mercato estivo si torna al colpo last minute. Adam Ounas, l’algerino in prestito dal Napoli tutto numeri e poca concretezza. Non Sarri, non Ancelotti, tantomeno Gattuso hanno puntato su di lui in azzurro, il prestito al Nizza una toccata e fuga con tante bollicine, ma poca sostanza. Il Cagliari voleva Nainggolan, una volta non arrivato il Ninja ecco spuntare Ounas, l’ala che mancava per il 4-3-3, il ripiego preso con poca convinzione come quando arrivati alla cassa del supermercato si compra quell’oggetto luccicante, economico, ma in fondo poco utile. Si chiamano impulse buying, acquisti d’impulso, e Adam Ounas è l’esempio della categoria merceologica applicata al calcio. Prestito con diritto di riscatto, un affare perché se proprio non sarà amore allora si potrà restituire al mittente quell’ala genio e sregolatezza.

Illusione bolognese

Il Bologna è alle porte e proprio al Dall’Ara arrivò il primo segnale positivo. Adam Ounas entra, la squadra è in svantaggio. Lui crea, prova a suonare la carica con dribbling e fantasia. Il pareggio non arriva, ma ci si spella le mani di fronte a quel giocatore che nel 4-2-3-1 di Di Francesco sembra poter starci a pennello, fare la differenza, essere l’unico in grado di creare superiorità numerica e spaccare le partite. Con la Sampdoria l’occasione dall’inizio, con la Juventus la conferma, con lo Spezia un’altra maglia da titolare. Certo, se si ha bisogno di sacrificio suonare altrove, ma se quello che si cerca è la fantasia e andare fuori dagli schemi allora Ounas è l’undicesimo uomo perfetto per un Cagliari che vuole essere sbarazzino.

Il declino

In tutte le storie ci sono momenti che rappresentano un crocevia. Dentro o fuori, esplosione o implosione. Per Ounas quel momento è la positività al Covid, da quel punto in poi saranno solo dieci minuti a Firenze e poi i saluti. L’amore mai nato finisce quando è tempo di regali e del vogliamoci bene, intorno a un Natale che per il Cagliari e Ounas diventa la ragione dell’addio. Un infortunio che sembra più politico che altro, la voglia di salutarsi senza rimpianto, anzi, fino a che non arriva il Crotone a prendersi carico di quel prestito che la società rossoblù non vede l’ora di restituire al Napoli. Anche perché nel frattempo Di Francesco è passato al 3-4-2-1, le ali un lontano ricordo e per Ounas lo spazio è nullo. Il comunicato con cui viene salutato l’algerino ha la stessa freddezza degli ultimi giorni insieme, a confermare una storia d’amore mai arrivata vicino al matrimonio. Via lui, via Di Francesco, il suo nuovo mentore diventa Giovanni Stroppa, la maglia quella del Crotone.

Rimpianto o forse no

Sarebbe servito al Cagliari di Semplici Adam Ounas? Il 3-5-2 del nuovo allenatore rossoblù direbbe di no, eppure in Calabria più che esterno l’algerino gioca da seconda punta libera, liberissima di svariare. I rossoblù non hanno in rosa un giocatore con quelle caratteristiche, un po’ come si diceva un tempo di Diego Farias, ovvero in grado di spaccare le partite e saltare l’uomo con facilità. Resta però l’aspetto caratteriale, quell’innamoramento non sbocciato con il Cagliari ma che resta vivo con il pallone, un giocatore poco portato al gioco di squadra e molto al piacersi, anche fin troppo. Un solista, un fantasista bravo a giocare con il pallone, ma non allo stesso livello quando si parla di giocare a calcio. Forse il Cagliari sarebbe servito più a Ounas che Ounas al Cagliari, se solo l’ex Napoli avesse avuto la pazienza di aspettare il proprio turno e la testa di chi è disposto al sacrificio. Resta una storia nata male, finita peggio e con tanti, troppi non detti. Anche se nella sfida dell’ex Ounas è stato senza dubbio il più pericoloso, dando l’idea che sì, con un po’ di pazienza e provando a capirsi sia il Cagliari che l’algerino ne avrebbero tratto giovamento. Con i se e con i ma, però, la storia non si fa, quella storia che i rossoblù sono chiamati a scrivere partendo già dalla sfida contro il Bologna.

Matteo Zizola

 
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