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Cagliari, ottobre lascia troppi gol subiti e dubbi: come ritrovare solidità?

L'esultanza di Luperto con Mina dopo il gol in Cagliari-Fiorentina | Foto Valerio Spano
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“On and on, the rain will say how fragile we are, how fragile we are”. Così recita una frase del chorus di “Fragile”, uno dei capolavori scritti quasi quarant’anni fa da Sting che, vista la pioggia copiosa scesa lo scorso giovedì 30 ottobre sull’Unipol Domus durante Cagliari-Sassuolo, si presta benissimo a descrivere il momento attuale vissuto dalla squadra di Fabio Pisacane. Che si trova nel pieno delle onde dovute alla prima “libecciata” della stagione, arrivata nella settimana in cui in pochi giorni Pavoletti e compagni hanno prima pareggiato in rimonta a Verona contro l’Hellas (2-2, domenica 26 ottobre) e poi raccolto, come detto, la quarta sconfitta nelle prime nove giornate contro il Sassuolo (1-2).

Solidità perduta
Un passo falso e mezzo a livello di prestazioni e risultati, che ha minato la serenità dell’ambiente rossoblù grazie anche ad alcune fastidiose voci (non confermate, ça va sans dire) di possibili dissapori all’interno dello spogliatoio guidato da Pisacane. Che nel post-partita di giovedì sera ha bollato le chiacchiere come “cose illogiche che spesso ci sono in questo sport. Io cerco di controllare solo quello che posso controllare, non le chiacchiere”. Comunque la si voglia pensare, certamente quanto accaduto recentemente ha decretato la fine di quell’idillio generato dai risultati ottenuti nelle prime cinque giornate di campionato, in cui il Cagliari ha portato a casa due vittorie in altrettanti scontri diretti (2-0 Parma, 1-2 Lecce), un pareggio in extremis al debutto contro la Fiorentina (1-1) e due sconfitte contro le due principali big della Serie A come Napoli (1-0 al 95’) e Inter (0-2). Sembra sia passato un secolo, invece dal ko contro i nerazzurri di Chivu è passato poco più di un mese, in cui però i rossoblù sembrano aver smarrito alcune certezze. A cominciare dalla tenuta difensiva, uno dei punti di forza del gioco di Pisacane nella stagione scorsa nel Campionato Primavera 1, tra i fattori decisivi nella conquista della Coppa Italia e pure della rincorsa ai playoff, tanto che il suo Cagliari fu la migliore difesa della categoria con 37 reti subite, a fronte di 46 segnate. La Serie A è certamente un altro discorso, ma il dato generale dei 12 gol subiti nelle prime nove giornate sono tutto sommato una cifra in linea con le attese di inizio anno. Quel che però preoccupa è lo stato di forma recente: 9 reti subite nelle ultime cinque gare, stesso triste dato di Genoa e Fiorentina, forse le due più grosse delusioni del primo quarto di campionato, con la sola Udinese in grado di fare peggio con 10. E a ottobre, mese senza vittorie, i gol presi sono 7: quasi 2 a partita, decisamente troppi.

Cambiamenti
Cosa è successo al Cagliari nell’ultimo mese? Certamente l’inatteso infortunio occorso ad Andrea Belotti ha subito privato Pisacane del suo centravanti titolare e, soprattutto, di un sicuro leader nello spogliatoio. In più è venuto meno, per diverse motivazioni, uno degli assi portanti dell’undici rossoblù: la coppia Mina-Luperto ha smesso di essere irrinunciabile per il tecnico partenopeo, che ha scelto di non usare l’ex capitano dell’Empoli in tre occasioni nelle ultime quattro gare. Il centrale leccese è rimasto a guardare i compagni nei pareggi contro Udinese e Verona, poi nel ko interno con il Sassuolo. Una decisione dovuta a motivazioni tecniche (“Mi aspettavo un inizio diverso da Luperto, non ho visto quel giocatore ammirato in passato e spero di riaverlo presto. In queste prime partite non ha reso come potrebbe rendere e resta un giocatore importante che spero quanto prima di mettere in campo”, ha detto Pisacane dopo il match perso contro gli emiliani di Grosso), che però stonano con il momento vissuto dal Cagliari di recente. Può davvero questa squadra rinunciare a una delle colonne della stagione scorsa, che in quella attuale ha griffato il pareggio allo scadere contro la Fiorentina? Difficile dare una risposta affermativa, ancor più se all’assenza di Luperto si aggiunge quella di Mina, alle prese di recente con i ben noti fastidi muscolari. Senza dimenticare la poca lucidità nella gestione degli episodi che hanno indirizzato le ultime gare, con i rossoblù incapaci di leggere bene le situazioni che hanno portato ai 6 gol subiti da Bologna, Verona e Sassuolo. Leggerezze decisive ai fini del risultato, che hanno influito pesantemente sulla narrazione delle ultime giornate.

Esperienza
Sia chiaro: nessuno, a partire da chi scrive per terminare a chi legge, ha la verità in tasca. E difficilmente la hanno i tanti soloni che in queste ore stanno pontificando – a favore o contro – sulle scelte di Pisacane. In assenza di prova contraria (e non potendo assistere agli allenamenti risulta difficile affermare qualcosa di diverso) il tecnico rossoblù è l’unico ad avere il polso della situazione, a cominciare dello stato di forma dei suoi giocatori. Chi analizza può limitarsi soltanto a ciò che vede oppure si basa sulle statistiche. E i numeri danno una risposta insindacabile sulla consistenza dell’esperienza in Serie A della difesa vista contro Verona e Sassuolo, basandosi sul numero di presenze fin qui accumulate: da destra a sinistra Palestra (17 presenze), Zappa (141), Ze Pedro (6), Obert (53) e Idrissi (5). Un totale di 222 apparizioni nel massimo campionato, a fronte delle 241 rimaste in panchina dei soli Mina (56) e Luperto (185). Un dato che incide sul modo di stare in campo del Cagliari, sia a livello di intesa e fiducia tra compagni (“Oggi non abbiamo due elementi come Mina e Luperto che si conoscono bene”, ha detto ancora Pisacane in sala stampa) e, più in generale, nell’interpretazione generale nelle due fasi di gioco. Un’altra faccia della coperta corta: se è vero che i giovani possono crescere soltanto giocando – a proposito: quando si vedrà in campo Juan Rodriguez, pagato al Peñarol 4 milioni più bonus? –, è altrettanto vero che per permetterglielo spesso si deve rinunciare a elementi più esperti, scelta che non sempre paga immediatamente i dividendi. A Pisacane e al suo staff il compito di ritrovare la giusta armonia e i giusti equilibri, unicamente per il bene del Cagliari, chiamato a ritrovare unità e identità mostrate nelle prime giornate, grazie a una semplicità di azione e di pensiero che sembra essersi smarrita nelle ultime uscite.

Futuro
In conclusione, per tornare al brano iniziale di Sting, quanto è fragile questo Cagliari? Troppo contraddittorie queste prime nove gare: lo diranno i prossimi impegni contro Lazio e Como, due trasferte da prendere con le pinze. Hellas Verona e Sassuolo erano ottime occasioni per mettere fieno in cascina in vista di un calendario in pieno stile Halloween. Dopo la terza sosta, i rossoblù di Pisacane affronteranno Genoa e Roma in casa, Juventus e Atalanta lontano dal tifo amico. Dagli ultimi due scontri diretti è arrivato un solo punto, a fronte di tanti dubbi e incertezze che hanno alimentato il fastidioso vento delle chiacchiere. Fare punti a Roma e Como significherebbe riprendere la rotta e tornare a semplificare un cammino che, come un temporale improvviso, ha spento i sorrisi in casa Cagliari. Diminuire frenesia e confusione e ritrovare la solidità difensiva dovranno essere alcuni degli obiettivi immediati dei rossoblù. Auspicabilmente riportando la coppia Mina-Luperto al centro del progetto tattico (“Luperto ci sarà utile, lo aspettiamo”, ha detto Pisacane) e magari il ritorno a una linea alla tanto discussa linea a 4, che nelle prime uscite aveva dato indicazioni positive, con la squalifica di Obert potrebbe facilitare questa mossa. Avere una fase difensiva solida dà più fiducia a tutta la squadra, più libera di esprimersi al meglio in attacco. Ma quella è un’altra storia.

Francesco Aresu

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