Un mese di lavoro, il primo della cura Fabio Pisacane. Dal 10 luglio al 10 agosto: 31 giorni esatti di fatica per il Cagliari, che ha chiuso il precampionato con la doppia amichevole di Santander contro il Racing. Due gare probanti per i rossoblù, con un occhio alle risposte dal campo e con l’altro, vigile come non mai, sul mercato.
Assestamenti
Ed è proprio il mercato l’argomento principale che si deve considerare nell’analizzare il primo mese del Cagliari versione Pisacane. Perché? La risposta è semplice: fin qui abbiamo visto diverse versioni di una squadra che in un mese ha cambiato tante volte pelle e, a tre settimane dalla fine della finestra estiva di trattative, è destinata a mutare ulteriormente volto. Necessariamente, aggiungiamo noi. D’altronde si sapeva fin dall’inizio della stagione 2025-26 che il ritiro di Ponte di Legno, organizzato con una settimana di anticipo rispetto alla formula solita (che prevedeva 7 giorni di lavoro iniziale ad Assemini, prima del trasferimento in altura), sarebbe stato lo strumento giusto per effettuare le prime valutazioni sulla rosa. Dall’elenco di 30 giocatori convocati per i dieci giorni di lavoro in Val Camonica sono usciti, causa mercato, già alcuni elementi: Scuffet tra i pali, Wieteska in difesa, Marin a centrocampo, cui si aggiunge il duo Sulev-Trepy tornato a rinforzare la Primavera – o Under 20, secondo la nuova denominazione data dal club rossoblù – da quest’anno nelle mani di Checco Pisano. Rispetto ad allora sono entrati tre rinforzi di peso: Folorunsho e Mazzitelli a centrocampo, il turco Kiliçsoy in avanti. E, soprattutto, si appresta ad arrivare il quarto, ovvero Sebastiano Esposito. Restano però diversi punti interrogativi su una rosa numericamente estesa, con il direttore sportivo rossoblù Guido Angelozzi chiamato a lavorare di cesello più che di martello pneumatico per definire il gruppo con cui lavorerà Pisacane. Ecco perché è difficile, a parere di chi scrive, dare un giudizio deciso su quanto si è visto in questi primi 31 giorni di lavoro rossoblù.
Esperimenti
Anche perché vanno tenuti in considerazione alcuni elementi innegabili, a cominciare dal presunto undici titolare. Qual è il Cagliari-tipo, alla luce dei calciatori presenti ora in rosa? Ipotizziamo un 4-3-3 di partenza, già visto in queste prime settimane. Tra i pali pochi dubbi: il posto è dell’intoccabile Caprile, con Radunovic e Ciocci (più Iliev, se resterà in rossoblù) a entrare in caso di necessità. In difesa le variabili iniziano a essere maggiori, a cominciare dalle fasce: a destra il titolare designato è Zappa, mentre dall’altra parte si giocano una maglia Obert (più difensivo) e Idrissi (più offensivo), a seconda dell’approccio al match. In mezzo la coppia, anche in questo caso intoccabile, è formata da Mina e Luperto. A centrocampo il trio titolare sarebbe, da destra a sinistra, Adopo-Prati-Folorunsho, con Deiola e Mazzitelli pronti a gara in corso. In avanti spazio a uno tra Zortea e Luvumbo, Piccoli e, quando arriverà, Esposito. Volendo dare per buono modulo e undici titolare, andiamo a fare un rapido calcolo della partecipazione dei già citati calciatori alle sei amichevoli in questo precampionato: 6 presenze per Deiola, di cui la maggior parte da difensore centrale; 5 presenze per Caprile, Zappa, Obert, Idrissi, Adopo, Piccoli e Luvumbo; 4 presenze per Prati e Zortea; 2 presenze per Mina e Luperto, entrambi limitati dagli infortuni; 1 presenza per Folorunsho e Mazzitelli. Senza contare Esposito, con l’affare in attesa di definizione, fuori da questo primo calcolo come Gaetano e Kiliçsoy. Ogni volta una formazione diversa, ogni volta un sistema diverso rispetto alla gara precedente, nell’ottica di continuare a sperimentare le varie opzioni in vista delle partite che contano. E ora proviamo a concludere il ragionamento: come si può dunque giudicare in maniera esaustiva il primo mese di lavoro di Pisacane se il Cagliari-tipo non ha praticamente mai giocato insieme, per motivi diversi? Dura, durissima. Ancor più se a questo discorso si aggiungessero ulteriori variabili, legate alla permanenza o meno di alcuni totem di questa squadra.
Cambio di passo
Come già scritto nell’analisi post Racing Santander, Pisacane dal primo giorno di lavoro sul campo di Temù ha impostato un lavoro che parte da quanto visto il passato ma con numerosi elementi di discontinuità. A cominciare dal concetto principale esplicitato dallo spagnolo Alberto Gallego, nuovo collaboratore di Pisacane (il “metodologo”), nell’intervista ai canali ufficiali del club rossoblù. “Vogliamo che tutti tocchino la palla: non è magari prettamente la tradizione italiana, ma è un’idea moderna, che richiede tempo, lavoro, pazienza. Un processo quotidiano che abbiamo abbracciato sin dal primo giorno, con concetti di triangolazioni, mobilità, occupazione degli spazi, responsabilizzazione del singolo dentro un sistema collettivo. Stiamo provando a costruire qualcosa. E il bello è che l’idea è condivisa: è qui che nasce la forza del progetto”. Parole che forse non hanno avuto la giusta eco nella piazza cagliaritana, ma che sono il manifesto del cambio di passo imposto da Pisacane e dal suo staff. In campo, settimana dopo settimana, i passi avanti si vedono: anche nelle due amichevoli di Santander si è vista una costruzione “partecipata” fin dalla linea arretrata, finalizzata alla costante ricerca della verticalità per fare male all’avversario. Tempi di gioco, velocità, cattiveria sottoporta sono elementi che il Cagliari continua a cercare di far suoi nel più breve tempo possibile, ma servirà ancora la giusta pazienza per permettere agli ultimi arrivati di inserirsi al meglio nel sistema rossoblù.
Interrogativi
Tuttavia, restano ancora diverse domande a fare da spada di Damocle sull’estate rossoblù. A cominciare dal mercato: oggi, domenica 10 agosto, mancano ancora tre settimane e un giorno al termine ultimo fissato per le 20 di lunedì 1 settembre. E da qui alla fine delle contrattazioni ci saranno tanti e nuovi movimenti in casa Cagliari. Con alcuni punti interrogativi – non solo di mercato – che restano vivi: quale sarà il futuro di Piccoli e Zortea? E quello di Adopo e Obert? Ancora: Gaetano in che condizioni tornerà dall’infortunio al ginocchio? Quanto tempo servirà a Kiliçsoy per ambientarsi alla Serie A? E al centro della difesa chi giocherà qualora uno (o entrambi) tra Mina e Luperto non fossero a disposizione? Senza contare, poi, il futuro di numerose seconde linee: Veroli e Vinciguerra sono ambiti in Serie B, dove potrebbero trovare club interessati anche Felici, Pintus e Cavuoti, mentre Rog piace sempre in Croazia. Insomma, tutte domande che ora non possono non essere fatte, che riceveranno risposta nei prossimi giorni. Alcune, probabilmente, già dalla settimana di Ferragosto, che si chiuderà con il primo impegno ufficiale della stagione, contro la Virtus Entella nei Trentaduesimi di finale di Coppa Italia. Un esordio che, verosimilmente, vedrà in campo l’ennesima formazione diversa rispetto al passato, con la differenza che però, in questo caso, finalmente si farà sul serio.
Francesco Aresu














