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Walter Mazzarri tecnico del Cagliari | Foto Luigi Canu

Cagliari-Mazzarri: l’ennesima querelle nel momento peggiore della stagione

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“Spogliatoio di vermi”. Questo virgolettato, uscito dalle sacre stanze di Asseminello e attribuito a Walter Mazzarri dal retroscena pubblicato dall’Unione Sarda – a firma del caporedattore Enrico Pilia – ha fatto il giro del mondo.

Schermaglie

Destinatari i calciatori del Cagliari, frequentatori dello spogliatoio che fino a qualche giorno fa era il regno del tecnico toscano, prima del clamoroso allontanamento che sa più di cacciata da parte del club rossoblù. Abbiamo già scritto come la separazione tra il Cagliari e Mazzarri sarà una situazione che produrrà molti strascichi sul piano legale e mediatico, ma è giusto cercare di capire come evolverà la querelle. Innanzitutto un fatto: entrambe le parti in questione, club e allenatore, hanno fatto parlare i comunicati. Da via Mameli è arrivata la stringata nota di esonero fatta di sole 17 parole utilizzate, alla faccia della scaramanzia (con la precedente proprietà difficilmente sarebbe accaduto…), priva peraltro dei consueti ringraziamenti e auguri di rito verso l’ormai ex allenatore, scelto a settembre per rilevare quel Leonardo Semplici confermato controvoglia a fine maggio 2021 e sostituito dopo la terza giornata di campionato. In quei giorni Tommaso Giulini dovette alzare non poco la posta per convincere Mazzarri ad accettare il Cagliari da subentrante: fin da allora si parlò di un contratto importante e particolarmente pesante per le casse societarie. Un contratto cui ora, più che legittimamente, il tecnico di San Vincenzo non vuole rinunciare tanto da passare al contrattacco. “Mi vengono attribuite frasi che non mi appartengono, lesive della mia immagine professionale costruita con serietà e rispetto nel corso di 20 anni di carriera in Italia e all’estero”, recita un brano del comunicato vergato da Mazzarri e indirizzato all’Ansa per rispondere alle accuse nei suoi confronti.

Quella conferma “obbligata”

Il curriculum del toscano in autunno fece pensare che potesse essere lui l’uomo giusto per raddrizzare una squadra incompleta e partita subito a handicap. Il resto è storia nota, con una stagione in cui risultati esaltanti sono arrivati soltanto con il 2022, passando per topiche clamorose e una serie lunghissima di sconfitte e, soprattutto, prestazioni tutt’altro che spettacolari. Il punto più basso è stato a lungo il pesantissimo 0-4 contro l’Udinese, al termine del quale il diesse rossoblù Stefano Capozucca pronunciò il famoso “editto anti-uruguaiani”, con conseguente epurazione di un certo Diego Godin e del connazionale Martin Caceres, con conseguente repulisti all’interno dello spogliatoio ed eco mediatica diffusa in tutto il mondo, anche in quel caso. In quel caso la società decise di “far fuori” i reietti, accusati di non essere degni di vestire la maglia rossoblù e salvare il tecnico, probabilmente anche per una questione economica: più facile trovare l’accordo per due cessioni (e tagliare due stipendi importanti, specie quello del Faraone) che ripartire da un nuovo tecnico. Fiducia “obbligata” dunque a Mazzarri, con il filotto di risultati positivi dei primi due mesi del 2022 a far pensare di aver fatto la scelta giusta: finalmente il Cagliari sembrava aver capito il calcio impostato dall’allenatore di San Vincenzo, non moderno ma efficace. Almeno finché hanno retto le gambe dei rossoblù, prima del nuovo – e ancor più pesante – crollo vertiginoso.

Rapporto sfilacciato

La sconfitta con la Lazio sembrò ai più ottimisti il classico incidente di percorso di una squadra ormai guarita, ma il sanguinoso ko di La Spezia fece precipitare di nuovo la situazione facendo rivivere l’incubo: una partita sbagliata in toto, da squadra e staff tecnico. Dalla Lazio in poi sette sconfitte su otto gare, con l’illusorio successo pasquale contro il Sassuolo a far respirare di nuovo un ambiente spaventato e, soprattutto, stanco dell’atteggiamento mediatico portato avanti da Mazzarri. I presunti torti arbitrali, gli strali lanciati contro la classe di fischietti italiani e una costante ricerca di cause “esterne” alla gestione tecnica, come il fato e la malasorte negli episodi. La società ha sempre difeso l’allenatore, ma le dichiarazioni nel postpartita contro l’Hellas Verona hanno fatto optare Giulini e Capozucca per il cambio. A cominciare dal “Verona assatanato” e dall’accostamento alla finale di Champions League, frasi decisamente fuoriluogo in un postpartita davanti ai microfoni. Così come resta il dubbio sui destinatari dell’espressione “Tutti chiedevano a grande voce Nandez e Rog, ma si è visto che stanno fuori un anno”: una frase che potrebbe essere stata rivolta alla società, così come ai tifosi ma, soprattutto, allo spogliatoio. I segnali di un rapporto non certo florido (domanda cattiva: ma lo è mai stato davvero?) di Mazzarri con i calciatori si sono visti in tante occasioni, fino all’esplosione della bomba mediatica – a esonero ormai ufficiale – con le frasi sui presunti insulti riportate dall’Unione Sarda.

Attesa

E adesso cosa succederà? Mentre sul profilo sportivo il compito di salvare il Cagliari spetterà ad Alessandro Agostini, su quello propriamente extrasportivo sono attesi ulteriori nuovi sviluppi. La scelta del club di via Mameli di puntare sul licenziamento per giusta causa – anche per prendere tempo e aspettare la decisione da parte di un giudice – ha fatto molto rumore ed è subito arrivata la risposta da parte di Mazzarri, con dichiarazioni studiate insieme ai suoi avvocati che, oltre a pensare a una risposta sul piano mediatico, lo aiuteranno a far valere le proprie ragioni in quello che rischia di essere un procedimento particolarmente lungo e difficile, del quale al momento sembra molto complicato ipotizzare il finale.

Francesco Aresu

 
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