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Maran va messo sotto accusa?

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Il Cagliari uscito con un pareggio in zona cesarini dalla gara contro l’Empoli non ha lasciato buone sensazioni. Maran, dal canto suo, ha parlato di “una squadra in crescita pur se ogni tanto non si riesce a fare la partita perfetta”.

Proprio il tecnico ex Chievo inizia a subire le prime critiche da parte dell’ambiente, dopo che nella prima parte di stagione era riuscito a tenere lontani i malumori affrontati da tutti i suoi predecessori dell’era Giulini. I punti in classifica non mentono e, nonostante una riconosciuta evoluzione del gioco rispetto al passato, almeno nella prima parte di stagione, il confronto con le stagioni precedenti è abbastanza impietoso.

Se con Rastelli prima e Lopez poi arrivarono critiche legittime, oggi il dito viene puntato maggiormente su una rosa incompleta e di riflesso su una società incapace di pianificare una squadra di livello in estate e di correggere in corsa durante gennaio.

Eppure, osservando i giocatori a disposizione di Maran e quelli messi agli ordini dei due allenatori precedenti, non sarebbe sbagliato dire che il Cagliari di quest’anno appare come il meglio assortito dell’era Giulini, pur con tutte le pecche ormai note.

Due anni or sono, gennaio 2017, alla ventesima giornata i rossoblù fecero un sol boccone del Genoa, portandosi così a 26 punti contro i 21 di oggi. L’anno passato arrivò invece la sconfitta contro la Juventus e i punti rimasero i 20, con i quali si chiuse il girone d’andata.

Se sotto la gestione Lopez i dati relativi ai gol furono abbastanza simili (18 fatti, 31 subiti contro i 19 e 27 attuali), sotto Rastelli l’attacco segnava con maggiore continuità (31 gol) sopperendo così a una difesa colabrodo (44).

Maran cita spesso l’infortunio di Castro e altre assenze come uno degli elementi dell’involuzione del suo Cagliari negli ultimi mesi: aspetto non di poco conto, ma che anche chi l’ha preceduto in panchina ha dovuto affrontare anche in quantità maggiore. Basti pensare a Joao Pedro e Ionita, lungodegenti nella prima stagione di Serie A rastelliana, a Murru assente per più di due mesi fra 2016 e 2017, ai soliti acciacchi di Farias e Sau, all’infortunio del fondamentale Cigarini con Lopez in panchina, giusto per citare i più eclatanti.

Quella che per Rastelli e Lopez era diventata una scusa agitata colpevolmente, per l’allenatore attuale diventa un alibi legittimo: scherzi del destino. Maran, giustamente, resta saldamente in sella alla panchina rossoblù, ma il maranismo con il suo marchio di fabbrica chiamato rombo sembra essere entrato in crisi. Alla lunga l’intransigenza tattica non paga e mancano soluzioni alternative. Un Cagliari che è restato, in sostanza, fermo ad agosto: ottimo per tre quarti, in generale una bella incompiuta. E non è (solo) un problema di uomini.

Matteo Zizola

21/01/2019