Il Re è nudo. Il 4-0 subito dal Cagliari a Roma è una di quelle serate che provi a dimenticare in fretta ma non riesci. Un appuntamento importante dove sbagli praticamente ogni mossa. E dopo alcuni mugugni sussurrati, via via diventati sempre più insistenti, nella mesta notte dell’Olimpico a finire nell’occhio del ciclone della critica dei tifosi e dell’ambiente rossoblù è stato proprio l’allenatore Claudio Ranieri. Colui che sembrava l’intoccabile e unica certezza di una squadra costruita alla bene e meglio, con due occhi sul bilancio e meno attenzione su un reale progetto tecnico, si è scoperto mortale. Non che Ranieri non lo sapesse che prima o poi la fiducia incondizionata della piazza per i miracoli sportivi fatti dalle parti di Asseminello negli ultimi 34 anni sarebbe finita, l’uomo è troppo esperto per non essere un passo avanti e infatti si è presentato in sala stampa a petto in fuori e con le solite battute (questa volta anche più velenose del solito), però il 4-0 della Capitale fa emergere una particolare insofferenza nei confronti delle sue scelte tecniche. E l’impressione è che il sentimento non sia solo della piazza, ma anche di parte della dirigenza. Ma queste magari sono sensazioni del giornalista che pensa sempre male.
Scelte
Va detto che l’ennesimo cambio di formazione non sta aiutando una squadra davvero in difficoltà nel trovare un minimo di identità di gioco in campo. Il Cagliari, salvo qualche bella favola fatta di sana follia e carattere come contro Frosinone o Sassuolo, non ha mostrato particolari segni di crescita dall’inizio del campionato ad oggi. Anzi, gli errori in fase di non possesso sono praticamente sempre gli stessi, mentre in gestione del pallone spesso la frenesia e la confusione la fanno da padrone. A Ranieri poi si accusa la gestione dei cambi, all’Olimpico la prima sostituzione è arrivata dopo un’ora di gioco e con la squadra già sul 4-0. Il tecnico romano ha risposto come suo solito alla puntura della stampa, – “I cambi? Li faremo nella prossima partita” – ma al di là delle risatine in sala stampa resta un’impressione di arrendevolezza prematura in alcune gare anche nella gestione dei ricambi dalla panchina. E d’altronde lo stesso Ranieri si è affrettato a sottolineare: “Le altre squadre che devono salvarsi ringhiano più di noi, dobbiamo ritrovare la cattiveria altrimenti non ci sarà lo spirito per restare in Serie A”. E in effetti guardando a tutte le dirette concorrenti il bilancio in trasferta e contro le cosiddette big del campionato è impietoso per i rossoblù. Anche la Salernitana fanalino di coda ha battuto la Lazio e pareggiato con Inter e Milan. L’impressione è che lo spirito da “non sono queste le partite nostre” fatto passare da Ranieri come messaggio da inizio stagione si sia impregnato in una squadra che non riesce a fare praticamente mai risultato contro determinati avversari, dovendo poi giocarsi tutto nell’incognita degli scontri diretti. Una sorta di continuo guardare a quelle ultime tre posizioni per fare i famosi conti della serva e sperare di trovare da qui alla termine del torneo almeno tre società con un rendimento peggiore. Un atteggiamento che ricorda molto l’ultimo Cagliari che diede l’addio alla A due stagioni fa nel suicidio di Venezia. Un pensare anche al percorso degli altri invece che guardare al proprio interno alla ricerca di una solidità praticamente mai mostrata se non a sprazzi.
Momento
Tutto questo bel discorso significa che la società dovrebbe esonerare Claudio Ranieri? Di istinto, di pancia, la risposta immediata sarebbe: e per prendere chi? Sì perché il problema, seppur con tutte le criticità sopra descritte a livello di scelte tecniche, sembra proprio questo: siamo sicuri che anche con una scelta drastica in panchina cambi qualcosa a livello di valori in campo per questo Cagliari? L’idea è che Ranieri abbia perso un po’ la rotta salvezza nelle ultime tre gare e che probabilmente le prossime tre (Lazio in casa, Udinese fuori e Napoli ancora alla Domus) diranno molto della reazione di questo gruppo e della reale forza del Cagliari per la lotta per la permanenza nella categoria. E anche dell’abilità o meno del tecnico romano di risollevare i suoi sia a livello tattico che psicologico. Magari uno scossone alla guida potrebbe anche tornare utile, ma l’opinione di chi vi scrive è che il Cagliari per larghi tratti sia questo. La squadra è questa ed è stata costruita con queste caratteristiche. Anche il mercato di gennaio dà bene la cifra di quelle che siano le attuali potenzialità di questa società. Non è cambiando il pilota che una utilitaria diventa una Ferrari. Forse a livello di riprogrammazione la risalita immediata e insperata a tratti della scorsa stagione, con un piccolo vero e proprio miracolo sportivo, ha illuso il club che tutto sarebbe stato più facile. Magari un po’ più di pane duro nella cadetteria sarebbe servito, solo a livello mentale e di approccio perché più anni si passano in B e più diventa complicato poi risalire. Il presente parla di una sfida alla Lazio che sa di già visto e che invece deve essere trasformata in novità. Il Cagliari, inteso nella sua totalità dalla dirigenza alla guida tecnica, riuscirà in quella che sembra una nuova impresa? Almeno a livello di carattere è lecito aspettarsi molto di più.
Roberto Pinna