Arrivi e la vecchia guardia è lì ad aspettarti. Un anno, il primo insuccesso, il colpo di spugna. Sono passate sei stagioni con Tommaso Giulini al timone, era il 2014 quando l’attuale presidente rossoblù rilevò il Cagliari da Massimo Cellino. Ad attenderlo una rosa a fine ciclo con Daniele Conti, Andrea Cossu e Francesco Pisano come ultimi superstiti del passato.
Una nuova spina dorsale da creare, a distanza di sei anni e poco più la nuova vecchia guardia è ridotta all’osso, tanti sono arrivati e altrettanti sono partiti e solo tre di quel gruppo del primo anno giuliniano sono ancora in rosa, mentre altri due sono sì tesserati con il Cagliari, ma ormai lontani dal progetto e ogni estate con le valigie in mano per un nuovo prestito.
L’ultimo capitano– Luca Ceppitelli è diventato capitano dopo l’addio di Daniele Dessena, anche se la fascia già era al braccio quasi sempre quando l’ex numero 4 non era più tra i titolari. Arrivato dal Parma nel 2014 per 2,1 milioni di euro, con i ducali non ha mai giocato e il suo esordio in Serie A è avvenuto proprio con i colori rossoblù dopo l’importante esperienza in cadetteria con la maglia del Bari. Tra la positività al Covid, gli infortuni e il duo Godin – Walukiewicz che profuma di intoccabilità, Ceppitelli ha vissuto un estate con la valigia in mano per poi restare alla corte di Di Francesco una volta chiuso il mercato. Con il contratto in scadenza nel 2021, gennaio potrebbe diventare il mese dei saluti definitivi dopo 143 presenze e 9 gol con la maglia del Cagliari delle quali 111 in massima serie.
Le due anime – Pupillo del presidente Giulini, a un passo dalla cessione dopo l’esordio non esattamente positivo nella prima stagione con Zeman in panchina. I prestiti, Lanciano e Benevento, e poi il ritorno alla grande tra i pali del Cagliari fino a diventarne colonna portante e gioiello da mettere in vetrina. Infine la prima presenza con la maglia della nazionale a suggellare sei anni tra i bassi degli esordi e gli alti costanti delle ultime tre stagioni. Alessio Cragno è l’etichetta del Cagliari giuliniano, primo acquisto dal Brescia per 1,6 milioni, 100 presenze in Serie A tutte in rossoblù più 7 in Coppa Italia. Il futuro parla di un possibile trasferimento, anche se Cragno non ha mai negato di trovarsi bene in Sardegna.
Con il portiere di Fiesole c’è poi Joao Pedro che con il compagno condivide la partenza difficile e la crescita costante stagione dopo stagione. Il numero dieci brasiliano arrivò anche lui nel 2014, 1,3 milioni per strapparlo all’Estoril, il passato che parlava di soli 20 minuti in Serie A con la maglia del Palermo e il futuro fatto di un continuo girovagare per il campo alla ricerca del ruolo giusto. Dopo 195 gare tra massima serie, coppa e cadetteria con la maglia del Cagliari – e 58 gol – Joao Pedro ha trovato nell’ultima stagione la consacrazione fino a diventare uno dei più ambiti della rosa rossoblù. Tanti momenti difficili, ma chi la dura la vince e Joao Pedro ha vinto diventando di fatto il nuovo capitano della squadra e una bandiera che difficilmente verrà ammainata.
Ancora voi – Poi ci sono quei giocatori che sì sono del Cagliari fin dal primo anno in sella di Tommaso Giulini, ma che ormai rappresentano più il passato che il futuro nonostante il contratto sia ancora in mano alla società rossoblù. Diego Farias e Alessandro Deiola per la seconda stagione consecutiva sono partiti in prestito verso la stessa destinazione, l’anno passato a Lecce e questo allo Spezia, ed entrambi sono all’ennesimo trasferimento temporaneo della loro esperienza in rossoblù. Sul mago di Sorocaba c’erano tante aspettative, buona la prima stagione nei numeri, benissimo in Serie B, non male nemmeno al ritorno in Serie A, poi piano piano l’oblio. Il centrocampista di San Gavino invece non ha mai fatto parte effettivamente della rosa, qualche apparizione, alcuni momenti di speranza, tanti giri in prestito.
Forse anche per questo motivo il ritorno di Radja Nainggolan era cercato con insistenza da Di Francesco, in ottica di ampliare una vecchia guardia che al netto dei due superstiti è ormai ridotta all’osso, simbolo di un progetto che non è stato duraturo come ci si sarebbe aspettati. Una vecchia guardia che nel calcio ha sempre una certa importanza e che cerca nuovi elementi su cui costruire un futuro luminoso, per fare del Cagliari un punto di arrivo e non solo di passaggio.
Matteo Zizola