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Cagliari, l’analisi delle maglie 23-24: sacro, profano e occasioni perse

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Con la pubblicazione delle foto della terza maglia utilizzata nell’ultima amichevole estiva contro il Brest, sono stati svelati tutti i kit della stagione 2023-2024 del Cagliari Calcio prodotti per il secondo anno da Eye Sport. Una collezione speciale, in quanto la prima assoluta in Serie A per il brand sardo: andiamo ad analizzarla nel dettaglio.

Maglia “Home”: rossoblù

La maglia rossoblù è una naturale evoluzione della versione indossata in Serie B, la quale scrupolosamente rispetta la tradizione del club sia per tonalità di colori riportati dall’anno scorso a una cromaticità più accesa sia per la partitura dei quarti con retro e soprattutto maniche invertite, assente da più di due decenni. Il maggior cambiamento rispetto alla divisa precedente si nota nel colletto, la vera novità, che quest’anno vede il ritorno della versione “a polo”, un must negli anni Ottanta e Novanta ma che nel nuovo millennio fu proposto solo agli esordi dell’altro brand sardo A-Line nel 2002-03 e da Macron nel 2009-10. Nello specifico, esso si presenta molto grande e lasco, molto simile a quest’ultimo del brand bolognese e già sfoggiato recentemente da Eye Sport con l’Olbia. Poniamo l’accento sul colletto, anche se in teoria il tema principale della divisa sarebbe quello della Dea Madre di Turriga, la statuetta nuragica rappresentante la fertilità femminile. La sua immagine, sul solco tracciato dalle trame dell’artigianato della stagione precedente, continua il filone dedicato alla cultura sarda, anche grazie al finanziamento della Regione Sardegna che continua a essere main sponsor. Sono proprio gli sponsor però ad “ammazzare” tutti i buoni propositi: la stilizzazione della Dea è posta in pieno centro sul fronte della maglia e seppur molto gradevole è totalmente oscurata dalla sovraimpressione dei marchi. Una “svista” di progettazione troppo grande che non può essere trascurata e che rende vana tutta la narrazione a monte sulla fertilità. Sorvolando sul per nulla ricercato design dei pantaloncini, la divisa comunque si salva ampiamente grazie alla sua tradizionalità a cui si aggiunge l’eleganza del colletto, rappresentando a pieno il Cagliari. VOTO: 7

Maglia “Away”: bianca

La vera perla della collezione è la Away. Per la maglia bianca si è scelta la commemorazione dei 30 anni dalla cavalcata della squadra di Matteoli e compagni in Uefa nel 1993-94, una delle pietre miliari della memoria dei tifosi rossoblù. Dal sacro della Dea Madre all’amato profano della storia del club quindi. Una maglia che, nonostante sia solo ispirata all’originale allora prodotta da Erreà, rasenta quasi la perfezione sia nei grandi che nei più piccoli dettagli. Anche qui a farla da padrona è il colletto a polo blu bordato di rosso e coadiuvato nella chiusura da un bottone a pressione presente e ispirato al 1993, il quale aiuta rispetto alla prima maglia a tenerlo più in ordine e meno svolazzante. Bordo rossoblù anche nell’orlo della manica. Sulle ciascuna spalla invece viene aggiunta una strisciata di rosso e di blu, una licenza estetica scelta forse non necessaria. La maglia dell’epoca poi presentava una texture tono su tono con lo stemma societario ripetuto, mentre questa volta i loghi sono solo sul fianco mentre sul resto del tessuto sono presenti dei motivi a onde marine che simulano quell’effetto traslucido tipico del tempo e ora difficile da replicare per via dell’aggiornamento dei materiali, ma che comunque rimane gradevole vedendolo da lontano, spezzando la monotonia del bianco. La ciliegina sulla torta sarebbe stato forse inserire sul petto non lo stemma attuale quanto rispolverare il logo dell’epoca, ovvero il primo scudo rossoblù che fece esordio proprio nel 1993 sulle maglie e che per la prima volta sostituì i tradizionali Quattro mori – anche per seguire la wave del momento, vedasi in Italia la Roma con il lupetto e l’Udinese con la Zebretta anni ’80, ma anche all’estero il Barcellona, il Lione e tantissime altre –, ma così non è stato possibile. Ciononostante la maglia da trasferta 2023-24 merita un grande sì. VOTO: 9

Terza maglia: blu navy

La terza maglia del Cagliari per la stagione 2023-24

Infine la terza maglia, di colore blu navy, una tonalità che è quasi un habituè delle maglie alternative del XXI secolo, essendo la quinta nelle ultime 13 stagioni. Poche le osservazioni, avendo molti meno dettagli stilistici rispetto alle altre due: è presente un semplice girocollo e solo due orli rossi sfumati sulle maniche e sui pantaloncini spezzano la monotonia – nel senso etimologico del termine – del kit. Su di essi tono su tono sono impressi degli omini rappresentanti il ballo tradizionale sardo con lo stile dell’artigianato sardo. Un dettaglio interessante ma fuori tema rispetto a quello con il quale la divisa viene poi presentata, ovvero una maglia “urban style” e “dedicata alla città di Cagliari”, dove è stato realizzato anche lo shooting di presentazione con i ragazzi della Primavera. Peccato, però, che non sia presente alcun dettaglio riferito alla capitale della Sardegna. A prescindere da questa “svista”, il completo è effettivamente elegante come dichiarato e in generale le terze maglie blu o rosse essendo più vicine ai colori sociali difficilmente mancano il bersaglio rispetto alle più rischiose Third con colori fantasiosi del recente passato, pertanto la piena sufficienza è comunque raggiunta. VOTO: 6,5.

Maglie portieri: celeste e verde

Per i portieri quest’anno presenti due colorazioni, una verde fluo con dettagli rossoblu e una celeste dal design anni ’90 con dei fenicotteri stilizzati in onore di Pully, la fortunata mascotte della squadra. Su quest’ultima va precisato che non sarà la quarta maglia, ma sarà utilizzata solo da Radunovic, Scuffet e Aresti. Tre kit per i giocatori di movimento quindi per il secondo anno ben realizzati da EyeSport e che raggiungono nel complesso la sufficienza nonostante alcune sbavature più o meno impattanti, a dimostrazione che un lavoro fatto con dedizione da parte di un brand locale rende molto di più di quello fatto con poca attenzione e facile standardizzazione da parte di multinazionali spesso troppo “consumisticamente” bramati dai tifosi. VOTO: 7,5

Conclusioni

Concludiamo, come detto, con un appunto sullo sponsor della discordia, quel Moby che per due anni sarà presente sul fronte delle divise rossoblù. È risaputo che il sentiment della quasi totalità dei sardi sulle varie compagnie marittime (non solo Moby, ma pure Tirrenia, Gnv, Grimaldi etc.) sia, per vari e ovvi motivi, ai minimi storici. Eppure per la squadra che si eleva a “squadra dei Sardi” e fa di “Una Terra, un Popolo, una Squadra” il suo mantra, non c’è stato evidentemente nessun sopracciglio alzato in fase di trattativa. Se è legittimo ricordare che “Pecunia non olet”, come dicevano i latini, sono legittime e comprensibili le feroci critiche arrivate da gran parte del popolo rossoblù dopo l’annuncio della partnership, tanto da svalutare il giudizio finale di tanti tifosi verso i vari kit e da far sì che i più eticamente integerrimi scelgano di passare dritto alla vista degli store. Polemiche o risultati sportivi alla mano, però, soltanto un aspetto conterà a fine stagione: saranno solo e soltanto i numeri di vendita a decretare il successo o il fallimento della linea 2023-24 di Eye Sport per Cagliari Calcio, come ripetiamo ogni anno in sede di analisi delle nuove maglie del club rossoblù.

Francesco Aresu

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