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Cagliari, la gestione del dopo Ranieri richiede un atto di fede

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Aiutati che il ciel ti aiuta. Proverbio che piaceva tanto ai nostri nonni e che potrebbe tornare di moda in casa Cagliari per la stagione che verrà. E in effetti dalle parti di Asseminello la gestione del post Claudio Ranieri è stata tutto tranne che facile, con il club isolano che fin qui non ha deciso esattamente di facilitare il complicato passaggio di consegne. Prima i no ricevuti da Marco Baroni e Paolo Vanoli, che hanno sposato altri progetti tecnici, e poi la lunga telenovela per strappare Davide Nicola all’Empoli, con l’ultima puntata che sarà girata solo venerdì prossimo, 5 luglio, davanti a un organismo di conciliazione per provare a mettere la definitiva parola fine a un braccio di ferro interminabile tra le parti.

Presente di dubbi

Incertezze, colpi di scena, continue trattative. Tutti segnali di una superficie che in casa Cagliari lascia più di qualche dubbio alla piazza. E in effetti i tifosi c’è da capirli: i rossoblù hanno fatto di tutto per non lanciare segni di stabilità nell’avvio del nuovo progetto. Possiamo raccontarci di grandi manovre sotto-traccia, di un Nicola che ha già mandato ad Asseminello parte del suo staff per capire come preparare al meglio la parte atletica della sua squadra a partire da lunedì prossimo, o di un Nereo Bonato costantemente alla ricerca dei profili giusti per rinforzare la rosa con un occhio attento in modo particolare ai giovani futuribili. Al 2 di luglio però agli occhi dell’appassionato resta l’immagine di una squadra che fin qui ha salutato i giocatori in prestito della passata stagione, che ancora sta trattando con Nicolas Viola (a discapito dell’età uno dei migliori dell’ultimo campionato in A con Ranieri), che ha detto addio a Nandez e Dossena, più ai veterani Aresti e Mancosu. Una squadra che avrà il nuovo allenatore solo a poche ore dal via alla nuova stagione, un unico in Serie A. Il tutto in un contesto dove le voci su possibili incontri per la vendita della società circolano con continuità tra i bar e le colonne dei giornali e con ancora tanta fumosità politica sul tema del nuovo stadio.

Atto di fede

Credere che il progetto Cagliari 24-25 abbia basi solide dalle parti della Unipol Domus è un atto di fede. E ognuno crede a suo modo. Anche se la campagna abbonamenti procede molto bene, specie nei primi giorni con numeri non troppo distanti dall’anno scorso, ma senza la spinta di Ranieri e del ritorno in massima serie. A dimostrazione di come i tifosi per questo Cagliari sono stati, sono e saranno sempre un fattore, a prescindere dall’umore, dai sogni e dalle critiche mosse al club. I grandi intenditori di calcio potrebbero dire che questo è il modo di pensare di pancia che appartiene a chi ha meno lungimiranza. Può darsi. Però le emozioni e l’istinto mettono a dura prova i piani meglio pensati e lo sa bene una dirigenza che ha vissuto di streghe e di minuti di recupero per anni. L’impressione di chi vi scrive è che il Cagliari voglia davvero lavorare per un cambiamento e che le mosse di Bonato e compagnia possano anche essere quelle giuste. Il problema è riuscire a fare passare questo messaggio. E la gestione del dopo Ranieri sicuramente in tutto questo non sta aiutando. Anche perché quando tornerà a parlare il campo, i risultati e le eventuali pressioni dell’ambiente cagliaritano saranno più forti e per resistere alle famose libecciate non si avrà più l’ombrello con il faccione sorridente di Sir Claudio stampato sopra. Aiutati che il ciel ti aiuta.

Roberto Pinna

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