“Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Così recita un celebre proverbio italiano, basato sulla consapevolezza di riconoscere i propri errori come causa di una situazione negativa. Un’espressione che si addice bene al Cagliari di Claudio Ranieri, che ancora una volta torna in Sardegna da una trasferta con il trolley carico di rimpianti, dopo il 2-1 subito dal Napoli. “È normale che quando entrano in campo i campioni non c’è storia”, ha detto il tecnico rossoblù in sala stampa al termine del match con il solito pragmatismo, riferendosi alle due giocate di Osimhen e Kvaratskhelia che hanno reso vano il temporaneo pareggio di un Pavoletti sempre più cuore di capitano. Una sconfitta, quella del San Paolo, che lascia l’amaro in bocca a Ranieri e ai suoi uomini, bravi a tenere aperta la partita fino al triplice fischio di un incerto Mercenaro, il cui operato però non ha inciso sul risultato finale.
Cinismo
Sì, perché il Cagliari è con se stesso che deve prendersela se è tornato da Napoli senza punti in tasca. E più che per gli errori commessi in difesa (vedasi la confusione dell’intero reparto in occasione del raddoppio del numero 77 georgiano), probabilmente è per le pecche in attacco che i rossoblù devono fare ammenda. Almeno quattro le occasioni non sfruttate dagli uomini di Ranieri: le ripartenze di Oristanio e Nandez nel primo tempo, le conclusioni di Obert e Dossena nella ripresa. Un killer instinct da perfezionare una volta di più: quello che in questa squadra sembrano avere i soli Pavoletti e Lapadula, unici finalizzatori in una rosa ricca di elementi generosi. Quattro opportunità nitide (non concretizzate) prodotte sul campo dei campioni d’Italia in carica testimoniano che il percorso intrapreso dal tecnico romano è quello giusto, ma ancora serve un ulteriore upgrade. Perché Ranieri da tempo ripete un concetto: “Siamo in Serie A, al minimo errore ti castigano”. Tutto giustissimo, ci mancherebbe: ma il Cagliari deve ancora imparare a metterlo in pratica nei confronti dell’avversario di turno. Essere cinici e concreti anche contro le grandi squadre sarà il prossimo passo da compiere per Pavoletti e compagni, sempre più vicini però all’obiettivo.
Dettagli
E dire che il Cagliari al San Paolo ha retto l’assalto del Napoli per oltre un’ora, fino al doppio cambio del 67’: l’uscita di Nandez e Oristanio per Zappa e Luvumbo ha rotto l’equilibrio creato dal mix di attenzione e propensione al sacrificio visto fin là. Nessuna croce addosso ai subentrati, sia ben chiaro. Ma anche l’ingresso di Mario Rui per Natan sul fronte partenopeo ha inciso sull’ultima mezz’ora di gara, rivelatosi poi decisiva. Il cross del portoghese per la perentoria incornata di Osimhen ha scosso il match, la reazione rossoblù ha partorito il quasi immediato pareggio firmato da Pavoletti, sul secondo assist in due partite di Luvumbo. A quel punto, con la partita nuovamente in equilibrio, si poteva pensare che l’inerzia della fiducia fosse dalla parte del Cagliari. Ma la seconda super giocata di Osimhen nell’area di rigore rossoblù, concretizzata dal destro precisissimo di Kvaratskhelia, ha messo in mostra le difficoltà della difesa cagliaritana. La prestazione no di Dossena ha pesato sul rendimento dell’intero reparto arretrato, nonostante un’altra prova solida di Scuffet. Resettare per ripartire: questo dovrà fare Ranieri in vista delle prossime due gare contro Verona (23 dicembre) ed Empoli (30 dicembre), che chiuderanno un 2023 certamente da ricordare. Due partite da non sbagliare assolutamente per mettere fieno in cascina nella lotta salvezza, sia a livello di punti che di scontri diretti.
Francesco Aresu














