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Cagliari, il 2024 si chiude nel modo peggiore: ora serve un mercato da Serie A

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Che sarebbe stato un dicembre complicato per il Cagliari di Davide Nicola lo si era detto in tempi non sospetti. Cinque gare di cui due in casa contro avversari quasi impossibili (Atalanta e Inter), più tre in trasferta – Coppa Italia compresa – contro Fiorentina, Juventus e Venezia. Come noto, i rossoblù hanno messo insieme la miseria di 0 (zero) punti e 1 (uno) solo gol messo a segno, quello di Leonardo Pavoletti a Venezia. A fronte di 7 reti subite in campionato cui si somma il poker di Torino contro i bianconeri di Thiago Motta in coppa.

Passaggio a vuoto
Numeri che certificano il momento nero dal punto di vista dei risultati per i rossoblù, risucchiati nella lotta salvezza dopo un mese a digiuno totale di punti che ha risvegliato gli animi più pessimisti della piazza, che dopo 18 giornate vede nuovamente il Cagliari al terzultimo posto della classifica – in attesa del match del Venezia -, proprio come un anno fa. Quel che colpisce sono le statistiche identiche alla scorsa stagione dopo 18 giornate: 14 punti, frutto di 3 vittorie, 5 pareggi e 10 sconfitte, con 16 gol segnati e 31 subiti. Esattamente gli stessi della gestione Ranieri, in una simmetria che ha dell’incredibile. Tra il livello di gioco della passata stagione e quello visto in quella presente, però, continua a esserci un abisso. Nonostante i passaggi a vuoto avuti dalla squadra di Nicola, con la sconfitta di Venezia che grida vendetta per come è arrivata: contro l’Inter era lecito attendersi un ko netto, arrivato soprattutto nella ripresa dopo l’uscita di Mina e dopo il gollonzo di Bastoni, che ha spezzato l’equilibrio difensivo del Cagliari. L’infortunio occorso al colombiano, già uscito anzitempo al Penzo per un problema muscolare, ha privato i rossoblù della loro guida carismatica e tecnica sul terreno di gioco. L’ex Everton ha tenuto testa ad avversari di caratura internazionale come Lautaro Martinez e Thuram, senza cedere di un millimetro a livello nervoso e di rendimento. E non è un caso che i rossoblù, trascinati dal loro leader, abbiano retto l’urto rispetto al miglior attacco della Serie A. Complice anche l’ottimo primo tempo di Scuffet, riproposto tra i pali da Nicola in vista di una partita in cui serviva di più un portiere “che pari” rispetto a uno più abile palla al piede: almeno due parate importanti dell’estremo difensore friulano hanno conservato lo 0-0 all’intervallo. L’ingresso di Wieteska, centrale con altre caratteristiche rispetto a Mina, ha abbassato il livello di fisicità e “garra” e, alla lunga, l’Inter ha sfondato quasi senza sforzo. Mentre in difesa la squadra di Inzaghi ha sofferto poco e nulla, confermando parallelamente la necessità di rinforzi di peso in avanti della squadra di Nicola.

Pinilla e il precedente 2012-13
Quella che lascia il secondo tempo del match contro i nerazzurri è l’impressione di un Cagliari incapace di sovvertire la sorte, con uomini di talento sì ma senza le armi giuste per rimettere in piedi il match. Più che contro l’Inter che, conviene ripeterlo, rappresenta un avversario con cui è comprensibile perdere, queste difficoltà sono emerse contro avversari di pari livello. E spiace citare nuovamente il ko del Penzo contro il Venezia, davvero l’unica vera macchia incancellabile di un dicembre da zero punti come non capitava dalla stagione 2012-13, quando i rossoblù guidati dal duo Lopez-Pulga incapparono in 4 ko contro Udinese (4-1), Chievo (0-2), Parma (4-1) e Juventus (1-3). In quell’anno, però, il Cagliari seppe rialzarsi in maniera netta: chiuso il girone di andata al terzultimo posto a 16 punti in classifica, nella seconda parte di stagione Conti e compagni presero il volo grazie a 31 punti frutto di 8 vittorie, 7 pareggi e 4 sconfitte in 19 gare. La squadra rispose sul campo ai problemi extra-sportivi legati al caso “Is Arenas” e dal clamoroso arresto dell’allora patron Massimo Cellino, con una serie di vittorie memorabili come il 4-3 di Quartu Sant’Elena sul Torino, il 2-4 di Roma contro i giallorossi e il 2-0 a Trieste contro l’Inter, con la doppietta di Mauricio Pinilla. Ecco, per fare un parallelo con quei tempi, al Cagliari di Davide Nicola servirebbe proprio un goleador di razza come il cileno, che nella stagione precedente seppe dare la scossa all’asfittico attacco rossoblù. Un centravanti da affiancare a Piccoli, che anche contro l’Inter ha provato a fare a sportellate con la difesa avversaria come di consueto, senza però successo: il bergamasco è finito nella morsa dei tre centrali nerazzurri, tutti ultrafisicati, che non hanno mai patito il suo gioco così come poi quello di capitan Pavoletti, entrato nella ripresa. L’ingresso – decisamente tardivo – di Felici ha dato un pizzico di vigore al reparto offensivo rossoblù, ma senza portare risultati apprezzabili. “Per competere con questa gente bisogna spendere tante energie e queste non durano 95 minuti, bisogna essere obiettivi e riconoscere che questa Inter è una squadra forte, non ci sono scuse. Abbiamo cercato di dare tutto”, ha detto Nicola nel postpartita riconoscendo l’indubbia superiorità, a ogni livello, della squadra di Inzaghi. Ma nella seconda frazione il suo Cagliari, nonostante gli incitamenti del tecnico ai suoi (“Pavo, oh: non molliamo!”, ha detto l’allenatore al capitano dopo lo 0-3 in uno scambio catturato dalle telecamere di Dazn), ha mollato gli ormeggi come già avvenuto, sempre in casa, contro il Napoli. Venendo meno, probabilmente anche per le energie mentali e fisiche spese durante il match in cui l’Inter ha spesso giocato “come il gatto con il topo”, alla proverbiale intensità che caratterizza il calcio di Nicola.

Serve un mercato da protagonisti
Si chiude dunque con un ko un 2024 in cui il Cagliari ha fatto meglio solo di Lecce e Monza, tolte neopromosse e retrocesse: 36 punti in 38 gare, frutto di 8 vittorie, 12 pareggi e 18 sconfitte, con 42 gol segnati e 68 subiti, quest’ultimo dato peggiore della speciale graduatoria dell’anno solare. Cifre che devono far riflettere tutti, a partire dalla società. Come ha saggiamente detto Roberto Pinna nella sua analisi, l’impressione è che il mercato di gennaio che sta per iniziare sarà ancora più decisivo rispetto al passato. Il club rossoblù non può permettersi di sbagliare uomini, a cominciare dall’attacco: il problema gol non è nuovo, ma affonda le sue radici già da tempo. È dalla stagione 2021-22 che un calciatore del Cagliari non chiude in doppia cifra: quell’anno fu Joao Pedro con 13 gol in 37 presenze, inutili però per mantenere il club in Serie A. Da allora, tolta la parentesi cadetta con Lapadula capocannoniere, nessuno ha saputo sfondare o, quantomeno avvicinare, quota 10 gol. Nella scorsa annata il miglior realizzatore è stato Viola con 5 reti, che arriva a 6 con il gol segnato in questo campionato contro il Torino. A 5, sempre sommando le ultime due stagioni, ci sono Pavoletti e Luvumbo, entrambi con 4 reti nel passato campionato e una in quello attuale. Facile capire, dunque, quanto sarà fondamentale portare in dote a Nicola uno o due attaccanti in grado di rivitalizzare il secondo peggior reparto offensivo della Serie A. Non sarà semplice il compito che spetta al direttore sportivo rossoblù Nereo Bonato, che dovrà prima individuare i giusti profili e, soprattutto, trovare la giusta formula per portarli a Cagliari. Il tutto portando avanti, in parallelo, il forse ancor più difficile proposito di snellire la rosa, cedendo i calciatori ormai non più funzionali al progetto e, soprattutto, recuperare risorse da investire nelle entrate. Ma questo potrebbe non bastare: ecco perché anche al club, inteso come proprietà, è richiesto uno sforzo a livello economico – sempre rispettando i ben noti parametri dell’indice di liquidità e del bilancio – per centrare l’obiettivo. Dopo la campagna acquisti estiva in cui si è puntato su profili futuribili, da far crescere e valorizzare, in quella invernale servirà invece uno sguardo all’oggi, puntando su elementi già pronti e in grado di far fare il salto di qualità a una squadra che fin qui ha mostrato di aver un disperato bisogno di un finalizzatore. Una categoria di attaccanti che, come noto, sul mercato ha sempre costi elevati ma è quello che serve principalmente a questo Cagliari. A costo anche di sacrificare qualche pedina “preziosa” attualmente in rosa, nell’ottica di fare di tutto per mantenere la categoria. Insomma, non sarà un gennaio semplice per tutta la piazza cagliaritana. Contestazione allo stadio, nei bar reali e in quelli social: la pazienza dei tifosi del Cagliari inizia a diminuire sempre di più, ma sarebbe un gran peccato dover buttare nel cassonetto tutto il lavoro fatto fin qui da Nicola. Cui basterebbe, secondo l’impressione di chi scrive, un goleador di categoria per rilanciare le sue ambizioni e regalarsi un girone di ritorno in cui raccogliere quanto seminato da agosto fin qui. La storia, recente e meno recente, insegna che è possibile farlo. Serve solo la volontà di farlo, da parte di tutti. Nessuno escluso.

Francesco Aresu

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