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Cagliari, finisce un settembre nero: la scossa di Parma dà fiducia

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“Wake me up when September ends”, cantava Billie Joe Armstrong in una delle poche e struggenti ballads scritte dai Green Day, con l’inconfondibile riff iniziale arpeggiato sul Sol maggiore a dare da subito l’idea di un pezzo triste e malinconico. Un po’ come il settembre del Cagliari di Davide Nicola, iniziato con i postumi dell’assurda sconfitta di Lecce e proseguito con i ko subiti in casa contro Napoli ed Empoli.

Serviva una scossa ai rossoblù, un risultato in grado di dar seguito alla vittoria di Coppa Italia contro la Cremonese, per non far sì che l’1-0 firmato Lapadula fosse un inutile zuccherino per squadra e tifoseria. E il 2-3 pazzo di Parma contro i ducali di Fabio Pecchia è esattamente quello che serviva a un Cagliari che dopo un inizio promettente, aveva perso un po’ la rotta tra prestazioni più o meno positive, ma tutte caratterizzate da una preoccupante assenza di cinismo. La vittoria del Tardini ha detto diverse cose: la prima è che, qualora ci fossero dubbi, la squadra è con il suo allenatore. E non soltanto per l’abbraccio di gruppo dopo il gol di Roberto Piccoli, che ha mostrato l’unità di uno spogliatoio voglioso di farlo sapere a tutti. Ma soprattutto per il Cagliari come ha giocato “di squadra” contro un avversario molto pericoloso come il Parma, che a tratti ha fatto capire perché in fase offensiva sia una delle squadre più divertenti e produttive di tutta la Serie A. Peccato per i ragazzi di Pecchia che nel calcio esista anche la fase difensiva, fondamentale in cui i ducali hanno ripetutamente offerto il fianco ai rossoblù. Nicola e i suoi collaboratori (ringraziati pubblicamente dal tecnico in sala stampa) nel primo tempo hanno trovato le giuste contromisure non solo per limitare i padroni di casa ma soprattutto per proporre la propria idea di gioco. La prima frazione, chiusa dal Cagliari in vantaggio grazie al primo gol stagionale di Nadir Zortea, ha dato ragione alle aspettative della vigilia: i rossoblù hanno affondato i colpi sfruttando le lacune difensive degli emiliani, che hanno subito il sesto gol su 10 totali su sviluppo laterale con cross da sinistra a difesa schierata. “Abbiamo lavorato molto in settimana su questo”, ha detto lo stesso Zortea nel postpartita, confermando come i dieci giorni di ritiro ad Assemini siano serviti a Pavoletti e compagni per affilare le armi contro una diretta concorrente per la salvezza.

“Non abbiamo asfaltato il Parma, ora piano con l’euforia”, ha detto Nicola a fine gara davanti ai cronisti presenti nella sala stampa del Tardini. Una risposta abbastanza facile da aspettarsi perché in linea con il “modus cogitandi” del tecnico piemontese. Che avrebbe potuto prendersi qualche merito del successo, invece si è tolto dai riflettori lasciandoli tutti ai suoi giocatori (“Merito mio? Io non corro”). Meno condivisibile, invece, il riferimento al recente periodo vissuto dal Cagliari definito “non delicato” da Nicola: le parole di Tommaso Giulini dopo lo 0-2 con l’Empoli, la decisione del ritiro durato quasi dieci giorni e i fischi dell’Unipol Domus non possono essere messi da parte semplicemente con una frase. Perché non sarebbe onesto verso quanto visto nelle ultime settimane, specie perché in caso di risultato negativo al Tardini difficilmente il tecnico avrebbe potuto evitare di essere messo davvero in discussione. Però, si sa, i risultati spesso cambiano la percezione delle situazioni e la vittoria, specie se arrivata nel modo in cui i rossoblù l’hanno conquistata, riesce a sanare ogni piccola ferita. Il Cagliari ha meritato di vincere a Parma perché ha mostrato coraggio fin dai primi minuti. La determinazione e l’intensità sono state di buon livello per tutto il match, pur con ovvi e comprensibili cali. Ma il risultato finalmente ha premiato una prestazione di sostanza e, finalmente, concretezza. E il coraggio dello stesso Nicola, che inizialmente ha lasciato in panchina tre pilastri del “suo” Cagliari come Augello, Marin e Deiola, fino al quinto turno titolari inamovibili. La prestazione di Viola ha ricordato le migliori giornate del numero 10 durante la scorsa stagione, quando diventò “l’apriscatole” dei rossoblù di Claudio Ranieri: il calabrese non avrà 90 minuti ad alto ritmo nelle gambe, ma il mix tra intelligenza tattica e voglia di lasciare il segno può rappresentare un’arma davvero utile per Nicola.

Restando sui singoli, non si può poi non sottolineare la grande prova di Piccoli, che ha trovato il suo secondo gol in campionato con la maglia rossoblù a coronamento di una gara di grande lavoro sotto tutti i punti di vista. Già dopo due minuti ha sfiorato il vantaggio, poi ha colpito un palo esterno e nella ripresa ha fatto due volte le prove generali del gol. “Il mio abbraccio a Nicola? Siamo un bel gruppo, ci mancava solo questa vittoria per svoltare”, ha detto il bergamasco ai microfoni di Dazn nell’intervista flash a fine gara. È lui l’elemento su cui ha puntato il club rossoblù per trovare i gol salvezza, mostrando una fiducia pari alle responsabilità che ricadono sull’ex Lecce: fin qui è il capocannoniere stagionale del Cagliari, con 2 gol in Serie A e altrettanti in Coppa Italia. Già si scomodano i primi paragoni scomodi (e forse ancora fuori luogo) con i grandi centravanti italiani del recente passato, ma le doti tecniche di Piccoli sono evidenti: toccherà a lui approfittare della chance di una maglia da titolare pressoché assicurata per consacrarsi come un centravanti “da Serie A”, in grado di fare la differenza. La sfida del Tardini ha certificato anche il pieno recupero alla causa di elementi del valore di Makoumbou e Obert, finiti inizialmente in panchina e “oscurati” da Marin e Luperto, uomini di Nicola e fondamentali per accelerare la comprensione iniziale del progetto tattico del tecnico piemontese. La risposta dei due è stata molto positiva, aspetto che allunga le rotazioni in vista dei prossimi impegni che attendono il Cagliari. A cominciare dall’ostica trasferta di Torino in programma domenica 6 ottobre, quando i rossoblu sfideranno la Juventus di Thiago Motta, che fin qui ha saputo tenere la propria porta inviolata. Fare punti all’Allianz Stadium sarà un compito arduo per Pavoletti e soci, ma arrivarci dopo aver rotto il ghiaccio alla voce vittorie è sicuramente meglio. L’aver fatto il proprio dovere a Parma rende più comodo il match con i bianconeri, sapendo di aver poco da perdere e, chissà, la possibilità di giocare un tiro mancino a una delle favorite per la vittoria finale.

Francesco Aresu

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