Cagliari e calcio femminile: dopo l’esperienza nel settore giovanile, in un futuro a breve termine ci sarà spazio per una squadra rossoblù in Serie A?
La Nazionale italiana di calcio femminile ha raggiunto matematicamente il secondo turno del Mondiale in corso in Francia. Le società professionistiche maschili, come Juventus, Fiorentina, Milan e Inter, la promozione mediatica portata avanti da Sky durante la stagione appena conclusa, i successi della nazionale a fare da contraltare agli insuccessi di quella maschile: sono questi i fattori che hanno portato alla ribalta il calcio femminile anche in Italia.
E il Cagliari? La società di Giulini, forse più per obbligo federale che per scelta, si è finora concentrata soltanto sulle giovanili: Under 17, Under 15, Under 12 e Under 10 femminili partecipano ai rispettivi campionati regionali o nazionali, ma ancora manca una prima squadra che possa competere in Serie A o in Serie B.
Lasciando da parte le discussioni tecniche, il calcio femminile è in netta espansione, lo spazio per la crescita del movimento è enorme, così come l’opportunità dal punto di vista economico: la Juventus, ancora una volta, ha fatto da apripista comprando il titolo del fu Cuneo e ora inizia a raccogliere i dividendi di una scelta lungimirante.
In Sardegna il calcio femminile è sempre stato sinonimo di Torres. Prima della nuova era di questo sport, la società sassarese era leader non sono in Sardegna, ma anche in Italia: scudetti, campionesse come Morace e Parejo, successi continui. A Cagliari invece, terminata l’esperienza ormai lontana della Delfino della famiglia Cacciuto, il calcio femminile non è mai decollato, limitandosi alla versione a 5 e non ricevendo mai un’adeguata spinta o gli investimenti necessari per uno sport non professionistico e culturalmente mai visto come opportunità.
Giulini, sempre attento alle possibilità economiche e soprattutto di marketing, dovrebbe fare più di un pensiero verso questa realtà: un Cagliari Calcio femminile, oltre che fare da locomotiva per la crescita del movimento e per un cambio di mentalità generale in un settore prettamente maschilista, sarebbe una vittoria anche dal punto di vista economico. Il marchio Cagliari Calcio potrebbe ampliare i propri orizzonti, attrarre ancora più pubblico, allargare il proprio seguito anche alle donne, storicamente meno vicine degli uomini allo sport più popolare. Comprare un titolo sportivo, partire dal basso e scalare le categorie con le proprie forze, far sì che dopo l’Under 17 le ragazze possano cimentarsi anche con le colleghe più esperte: il Cagliari ha davanti un’opportunità da non lasciarsi scappare, Giulini fra stadio e centenario da onorare ha l’occasione di aggiungere un ulteriore freccia a quell’arco chiamato marketing.
Matteo Zizola