È solo calcio d’agosto. È solo calcio d’agosto. È solo calcio d’agosto. Ripeterselo è importante prima di lanciarsi in giudizi e previsioni. E lo stesso concetto sarebbe restato valido sia in caso di vittoria che di sconfitta. Quello che resta però al Cagliari di Fabio Pisacane dopo l’1-1 contro la Fiorentina, sì strappato all’ultimo ma dopo una prestazione generale più che buona, sono delle ottime sensazioni.
Spunti
Sacrificio, umiltà e fame. Queste le tre cose chieste da Fabio Pisacane fin dal giorno 0 ai suoi giocatori, e alla prima uscita ufficiale in Serie A sono tutti valori che si sono notati tra i rossoblù. Il primo tempo contro la squadra di Stefano Pioli, costruita certamente per altri obiettivi, ha mostrato un Cagliari che sa essere chiuso per non concedere il fianco ma che ha anche qualità nella gestione, seppur con pochi tocchi e fronzoli, della palla. Sicuramente ancora la tenuta atletica non è quella dei tempi migliori, anche perché il gioco chiesto da Pisacane ai suoi è molto dispendioso. Esposito, per citarne uno, ha corso più di tutti nel primo tempo, e infatti dopo un’ottima prima parte di gare è arrivato boccheggiando a inizio ripresa. Discorso simile per Folorunsho che ha messo tanto in difficoltà la Fiorentina nei primi 45 minuti, ma che nel secondo tempo, pur facendo molto bene, è parso meno brillante sul lato della resistenza.
Singoli
Il vero simbolo di un Cagliari umile e che si è calato fin da subito nella parte dell’operaio con ambizioni di scalata sociale è però Matteo Prati. Quello che ti aspetti come regista dai compiti meno di fatica invece si è applicato facendo la diga e rompendo le linee di gioco avversarie. Con Esposito ad agire da vero play del Cagliari. Vero, magari così Prati è meno “bello” all’occhio di chi guarda, ma sicuramente con questa applicazione è molto utile alla squadra e per lui potrebbe essere uno step di crescita in più per diventare un centrocampista completo e saper sia cantare che portare la croce. Senza Roberto Piccoli, ormai diventato attaccante della Viola, anche Gennaro Borrelli è un simbolo dello spirito che Pisacane sta trasmettendo ai suoi. In un altro contesto si potrebbe parlare di scelta mirata per mandare un segnale al club, della serie “signori, qui serve un’altra punta”. Che poi è la verità. Ma nel caso specifico della gara alla Fiorentina la scelta è quasi tutta tattica, con la volontà, dichiarata, di Pisacane di tenere il più bassa possibile la Fiorentina e di dare un aiuto nella lotta a Folorunsho, con l’uscita a sinistra che nel primo tempo è stata quella che ha funzionato di più. Si deve ancora smaliziare Borrelli ma le premesse vanno oltre le aspettative.
Futuro
Ora arriva il Napoli e non sarebbe potuta andare meglio, per vari motivi. Innanzitutto affrontare subito una squadra, dopo la Fiorentina, pronta per rivincere lo scudetto metterà i rossoblù davanti a una gara complessa ma più semplice da approcciare con lo spirito di chi ha solo da dimostrare e meno da perdere. Poi il Napoli con le sue qualità metterà ulteriormente in evidenza alcune lacune che possono esserci e che è meglio individuare all’inizio senza farsi ingannare troppo dai buoni segnali del calcio di fine estate. Poi non c’è test migliore del San Paolo per capire la solidità dell’identità di questo nuovo Cagliari. Se riesce a resistere anche alla carica del Maradona significa che le basi di carattere di questa rosa ci sono tutte. In attesa poi che il mercato completi una formazione che ancora per fare una stagione senza ansie e patemi ha bisogno di alcuni tasselli. Soprattutto in difesa.
Roberto Pinna














