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Cagliari e i giovani: se non ora, quando?

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Appena prima dell’ormai famoso lockdown, il 28 febbraio scorso, ovvero quattro mesi fa, il quotidiano sassarese La Nuova Sardegna pubblicava un’intervista a Tommaso Giulini, nella quale il patron rossoblù rispondeva così alla domanda se fosse sorpreso dai grandi successi che stava ottenendo la Primavera: “Siamo secondi a tre punti dall’Atalanta. Una grande stagione, va dato il giusto merito a Canzi e Conti. Mantenere questa umiltà è importante. Abbiamo uno dei budget più bassi del girone ma il merito di aver trasmesso ai ragazzi valori come sacrificio e attaccamento alla maglia. Sono convinto che la salute di una società si misuri dalla solidità delle sue basi. Lavoriamo per far sì che il settore giovanile diventi la base del nostro club. Le case si costruiscono dalle fondamenta”. Lecito, quindi, domandarsi se questa dichiarazione trovi effettivo riscontro nei fatti o sia servita più da spot pubblicitario per attirare qualche like, un po’ come avvenuto con Simone Pinna nell’autunno scorso e poi mandato, nonostante i problemi che in tutta la stagione hanno attanagliato la fascia destra, un po’ troppo frettolosamente in prestito ad Empoli.

Quanti esordi poi non trasformati in fiducia

Anche i muri ad Asseminello sanno quanto Giulini sia un estimatore dei giovani e quanto sia anche un attento e preparato loro osservatore, tanto da essersi più volte lanciato anche in importanti pubblici proclami (come ad esempio il famoso “Ladinetti è il nuovo Daniele Conti”) e così via. Ma quanto davvero queste dichiarazioni trovano riscontro nei fatti? Dal giugno 2014, ovvero da quando l’imprenditore milanese è alla guida del Cagliari, sono stati davvero pochi i giovani della cantera rossoblù ad esordire in serie A: Pinna il 25 agosto 2019, Verde e Doratiotto a febbraio dello stesso anno, Crosta, Serra e Biancu nel 2017 e tutti, peraltro, senza poi ricalcare il prato verde in altre occasioni. Discorso diverso, invece, per Deiola (esordio nel 2016) e Barella (nel 2015). Tolti gli ultimi due, ben poco spazio e numeri ben lontani da quelli che possono vantare altre società di pari livello del Cagliari. Peraltro, se Barella e Deiola hanno proseguito, seppur con diverse fortune, nella massima serie, e Pinna è solo in prestito ma in procinto di rientrare a fine stagione, certamente diverso è stato il destino di altri ragazzi: fatti, seppur parzialmente, salvi Doratiotto, Crosta e Biancu (a Olbia), che stanno proseguendo seppur con qualche affanno nel loro percorso di crescita, lo stesso deve dirsi relativamente interrotto per Verde (chi l’ha visto a Olbia?) e Serra, ormai quasi del tutto fuori dal calcio che conta.

Post lockdown, tanti club hanno attinto dalla Primavera

Sarebbe bastato sfogliare i vari quotidiani sportivi, o ascoltare le varie interviste dei preparatori atletici di tutta Europa per trovare, spesso, il medesimo canovaccio: in epoca Covid, tutte le squadre saranno costrette a far fronte a numerosi infortuni, soprattutto negli atleti più avanti con l’età e sarà fondamentale il supporto dei giovani. Moltissime squadre, infatti, hanno richiamato alcuni propri Primavera e li hanno aggregati agli allenamenti della prima squadra. Com’è noto, il Cagliari ha fatto così anche con i propri giovani (Ciocci, Boccia, Carboni, Ladinetti, Lombardi, Marigosu, Porru, Delpupo e Gagliano), anche se è apparso evidente che gli unici ritenuti pronti da Zenga, per sua stessa ammissione in conferenza stampa, siano Carboni e Ladinetti, frequentemente coinvolti negli schemi di allenamento e, in parte, Lombardi e Gagliano. Per gli altri, invece, sembrerebbe trattarsi più di un tenersi in forma che di veri e propri allenamenti. Tornando al discorso generale, è apparso chiaro dalle primissime partite che tutte le società si stiano affidando a numerosi giovani per far rifiatare i grandi e, perché no, per pian piano imporsi nelle rotazioni dei cambi. È capitato, limitandoci ai soli millennials, al recentissimo esordio di ragazzi come Colombo e Maldini jr. (classe 2002 e 2001, entrambi del Milan), Papetti (2002, Brescia), Cangiano (2001, Bologna), Askildsen (2001, Sampdoria) e così via. Tralasciando i 1999, ormai considerata “vecchi”, sono ben 19 gli esordienti in serie A quest’anno, fra cui spicca certamente il nome di Tonali, Kumbulla (lanciato da Juric dopo che l’anno prima aveva fatto una sola presenza in Serie B) ed Esposito, classe 2002, con Antonio Conte che gli ha dato fiducia nonostante avesse giocato solo in Primavera.

Il Cagliari: dietro Walukiewicz il vuoto

In questa particolare classifica, spiace dirlo, il Cagliari si trova all’ultimo posto, avendo fatto esordire a gennaio il solo Walukiewicz che, per quanto di prospettiva, non è certamente un canterano. Disabitudine o poco coraggio che certamente, in un momento come questo, stride non poco rispetto ai numerosi infortuni e alle esigenze di rinfrescamento della squadra di Zenga che, al netto di grandi proclami, nei fatti sta dimostrando di vedere nei giovani talentini rossoblù un vero e proprio Green Goblin, acerrimo nemico dell’Uomo Ragno nei fumetti. Battute a parte, non basta, infatti, regalargli qualche minuto durante gli allenamenti o qualche bel complimento in conferenza stampa (come avvenuto per Carboni) se poi, davanti all’esigenza, ci si nasconde dietro un dito. E non ci si faccia confondere proprio dal recentissimo esordio del ragazzo di Tonara che, seppur meritevole di grande considerazione e di un futuro radioso, è sceso in campo per soli 143 secondi e bisognerà vedere quante altre occasioni realmente probanti avrà nel futuro più prossimo.

Le ultime (opinabili) scelte

Così come qualcuno si aspettava forse il possibile esordio di Ladinetti in cabina di regia, invece di un cambio modulo, date le assenze di Oliva e Cigarini. Così come in attacco, con la fiducia a uno spento Paloschi rispetto allo scalpitante Gagliano, autore di un super campionato in Primavera e voglioso di poter dire la sua anche con i grandi. Aspettative certamente aumentate dalla presenza nello staff tecnico di Zenga del loro mentore Max Canzi, passato dalla seconda squadra al ruolo di allenatore in seconda. Siamo soltanto all’inizio di questo “nuovo campionato”, come ama definirlo l’Uomo Ragno, ma pare giusto indagare su quali siano – realmente – i progetti della società per questi ragazzi. E dato che tanti titolari sono fuori o sottotono, verrebbe da chiedersi come recita un noto slogan: “Se non ora, quando?”. Chissà che già contro il Torino, alla luce del turnover citato da Zenga in conferenza stampa, che non si liberi un po’ di spazio in più per i ragazzi terribili rossoblù, non fosse altro che per dimostrare anche nei fatti quella fiducia che, finora, si è vista a metà. 

Francesco Aresu

 
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