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Cagliari, è ancora presto per preoccuparsi: ora però serve concretezza

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“Preoccupato? Non lo sono, perché dovrei esserlo. So quali sono le nostre qualità ma anche quello che è il livello del campionato. Sono occupato, non preoccupato, ma nel migliorare sempre di più e nello sviluppare il gioco che voglio vedere”. L’ottimismo è sicuramente una delle doti migliori di Davide Nicola, che dopo il pesante 0-4 subito dal suo Cagliari contro il Napoli continua a essere positivo. Ed effettivamente, statistiche alla mano, la prestazione dei suoi ragazzi contro quella che al momento è la capolista della Serie A è stata buona. Stesso numero di tiri in porta del Napoli (5), addirittura più alto il dato sulle conclusioni totali (19 contro 13) rispetto alla squadra di Antonio Conte, pressoché medesimo risultato nell’accuratezza nei passaggi (80% contro 81) e nel numero di quelli riusciti (331 contro 335). Ancora, Meret ha fatto 5 parate contro una sola di Scuffet e, per finire, le occasioni da gol sono state 11 per i rossoblù contro le 10 degli ospiti.

Regali

Eppure il risultato boccia clamorosamente un Cagliari rimasto vittima di un Napoli cinico all’eccesso. Certo, i rossoblù ci hanno messo del loro: ognuno dei quattro gol segnati dalla squadra di Conte nasce da un regalo o da un errore grave da parte dei padroni di casa. Lo 0-1 firmato da Di Lorenzo è frutto di un’azione non pulitissima nella costruzione, originata da un passaggio sbagliato di Marin in zona centrale verso Gaetano, anticipato secco da Anguissa che da il La all’azione, con la deviazione finale di Mina sul mancino di Di Lorenzo che beffa uno Scuffet non perfetto. Lo stesso capitano partenopeo è decisivo nella partenza del raddoppio firmato Kvaratskhelia: un tocco beffardo quello del numero 22 azzurro mette in moto Lukaku che sfrutta il posizionamento sbagliato di Mina e Zappa per offrire il filtrante giusto al georgiano che punisce per la seconda volta Scuffet. Il portiere friulano poi è protagonista di una topica clamorosa sullo 0-3 dello stesso Lukaku, andando a regalare palla a Kvara dentro la propria area. Il gol del definitivo 0-4 di Buongiorno certifica le difficoltà sui calci piazzati già vista, purtroppo per Nicola, contro Como e Lecce. “Oggi i ragazzi hanno dato tutto, il risultato racconta una partita diversa. Questo mi secca, perché per 65 minuti abbiamo fatto ciò che dovevamo”, ha detto ancora il tecnico piemontese, che nel postpartita si è mostrato tutt’altro che remissivo.

Mentalità offensiva

Un atteggiamento necessario, anche per proteggere i suoi giocatori da eventuali cali di tensione: morale alto e barra dritta, senza lasciarsi abbattere. “Non voglio vedere una squadra che si abbatte, voglio un gruppo che non molla mai e che rimane sempre convinto e concentrato”, parole già sentite in queste prime settimane e che dovranno avere la funzione di mantra all’interno dello spogliatoio rossoblù. Il ko contro il Napoli ha certificato anche altri aspetti di questo inizio di stagione in casa Cagliari: la squadra di Nicola costruisce tanto in zona gol, anche se fin qui è mancata la precisione. Con una tutt’altro che piacevole costante nel collezionare legni: anche contro il Napoli altri due tra pali e traverse, di cui due nella stessa azione – poi fermata per fuorigioco – colpiti prima da Mina e poi da Gaetano. Marin ha trovato ancora una volta la traversa (e il miracolo del portiere avversario, con Meret decisivo come lo fu Svilar nel match contro la Roma) a negargli la gioia del ritorno al gol in maglia rossoblù, ma la sensazione è che il digiuno sia destinato a breve a finire. Nicola non ha voluto puntare il dito sulla sterilità offensiva del suo Cagliari, dicendo chiaramente che il problema del poco cinismo davanti alla porta avversaria “emerge solo se lo vogliamo far emergere”. Difficile però non farlo, se dopo la quarta partita (di cui tre in casa) hai fatto soltanto un gol con Piccoli. Anche perché i numeri dicono che nelle prime quattro giornate i rossoblù hanno prodotto – dati Lega Serie A – ben 41 occasioni da rete, 12 in più rispetto alla passata stagione (29). È evidente che questa “proposta di gioco” (come ama definirla Nicola) consenta ai rossoblù di essere più pericolosi rispetto a un anno fa, ma senza la giusta cattiveria davanti alla porta avversaria l’impegno rischia di essere profuso a vuoto.

Ora i punti

Al di là dei numeri, gli aspetti positivi per Nicola sono diversi. Su tutti il recupero di Zortea, che ha fatto il suo esordio ufficiale con la maglia del Cagliari pochi minuti prima dello 0-2 griffato Kvaratskhelia. La sua mezz’ora sulla fascia destra è stata incoraggiante: scatti, dribbling e cross tesi e potenti al centro dell’area che hanno messo in difficoltà la retroguardia del Napoli. Facile ipotizzare una maglia da titolare per l’ex Atalanta contro l’Empoli, per sfruttarne fisicità e, soprattutto, voglia di lasciare il segno dopo oltre un mese passato ai box. Chi dovrà ancora lavorare tanto dal punto di vista della condizione atletica è Gaetano, che pure ha mostrato qualche lampo contro la sua ex squadra. “Deve crescere di condizione, ha fatto solo due partite a luglio”, ha detto di lui Nicola, ben consapevole dell’importanza dei suoi guizzi per la manovra offensiva cagliaritana. Venerdì 20 a Cagliari arriva l’Empoli, che guarda i sardi dall’alto dei suoi 6 punti, frutto di una vittoria e tre pareggi, risultati che lo rendono ancora imbattuto. “Contro il Napoli abbiamo prodotto dei numeri importantissimi, poi nel nostro lavoro conta il risultato, ma chi sa di calcio guarda anche la partita”, ha detto ancora Nicola a fine gara. Infliggere il primo ko stagionale ai toscani sarebbe una manna dal cielo per Pavoletti e compagni, per varie ragioni. Fin qui lo sforzo messo in campo dai rossoblù è stato innegabile, ma i soli 2 punti in quattro giornate (di cui tre in casa) iniziano a pesare sulle aspettative generate da un calendario così costruito. Anche perché, a breve, il risultato conterà necessariamente più della prestazione: e a quel punto non ci sarà più molto spazio per la retorica, ma soltanto per cinismo e concretezza, due elementi fondamentali nella lotta per non retrocedere.

Francesco Aresu

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