I dettagli fanno tutta la differenza del mondo. L’analisi lucida a fine gara è quella di Davide Nicola. Nella sfida contro il Milan il suo Cagliari ha capito quanto sia importante continuare a lavorare su diversi aspetti per diventare una squadra migliore. Il 3-3 pazzo, divertente e da raccontare tra qualche anno a chi non c’era dei rossoblù contro Leao e soci lascia una certezza, oltre alla conferma di un grande cuore, alla formazione isolana: questa rosa ha ancora tante qualità inespresse che vanno messe in evidenza per vivere una rincorsa salvezza meno in affanno rispetto al passato.
Sentimento
Partiamo da una premessa, il pari contro il Milan, che al Cagliari per il gioco mostrato sta più che stretto, è una di quelle partite che riavvicina la città alla squadra. Dopo tre sconfitte, tutte diverse e tutte con un retrogusto differente, contro Udinese, Bologna e Lazio, Nicola contro il Milan si giocava tanto della sua credibilità come progetto tecnico in Sardegna. Agli occhi della piazza e magari non solo. Serviva una risposta forte dopo l’ottima prestazione dell’Olimpico contro la Lazio, in cui solo le scelte arbitrali avevano fermato un Cagliari ritrovato. Serviva trasformare la rabbia non in depressione ma in voglia di rivalsa. Nicola e i suoi ragazzi ci sono riusciti giocando a calcio contro il Milan, reduce dal successo in Champions League di Madrid contro il Real per 3-1. Cosa per niente scontata.
Crescita
Godersi la prestazione è il minimo. Però vorremmo mettere l’accento su quanto ancora può crescere questo Cagliari. In estate quando abbiamo provato a raccontarvi il mercato e il ritiro estivo avevamo percepito che qualcosa in più come divertimento e intensità questa formazione poteva dare rispetto al recente passato. Un giudizio che nei mesi successivi all’addio di Claudio Ranieri aveva anche fatto storcere ad alcuni di voi il naso. Comprensibile. Però nei confronti dell’anno scorso in cui era Ranieri ad aver disegnato una macchina a sua immagine e somiglianza per poter compiere delle imprese con il massimo sforzo possibile questa di Nicola sembra essere una formazione che si basa sui valori di cuore e identità insegnati al gruppo da sir Claudio ma che vuole giocare a calcio in un modo diverso. Un Cagliari che ha dei margini di miglioramento che da tempo non si vedevano. Ed è un dato oggettivo altrimenti alcune prestazioni come quelle contro Roma, Milan, Lazio o Juventus non si spiegherebbero. Specie se confrontate alle gare contro le grandi di solo un anno fa. Questo non vuol dire che il Cagliari non abbia delle lacune importanti, anzi proprio le mancanze attuali non permettono ai sardi di staccarsi dalla lotta stremata per rimanere nella categoria. Però dopo tanto tempo questa squadra sembra darsi un orizzonte un pochino più a lungo termine. Ed è già qualcosa dopo anni di rincorsa, di progetti mancati e di scelte errate.
Capirsi
A fine partita sui canali social del club Nicola ha commentato: “Piace questo Cagliari a facci manna”. Ed è vero. Ma soprattutto è apprezzabile lo sforzo del tecnico piemontese di farsi più vicino all’ambiente rossoblù. Impresa non semplice per uno come lui, molto focalizzato su aspetti tattici e di campo e un po’ meno sull’umore che alla fine diventa passione e che spinge un po’ tutto il carrozzone. Un Nicola che forse anche lui ancora deve capire davvero il suo Cagliari. Contro il Milan ha stupito la scelta iniziale di lasciare senza marcatura a uomo Tijjani Reijnders, che ha fatto il bello e il cattivo tempo in costruzione innescando quasi tutte le azioni pericolose dei ragazzi di Paulo Fonseca. Ma l’allenatore ha spiegato che è stata una tattica per provare a bloccare senza concedere troppo attacco alla profondità ai tanti giocatori offensivi dei rossoneri. Così come ancora, forse, Nicola deve imparare a leggere di più durante il match i suoi giocatori. I cambi contro il Milan ritardati per il buon momento dei rossoblù rischiavano di essere un fattore negativo. Con Palomino un po’ in apnea nella ripresa e in ritardo nell’azione che poi porta al 3-2 momentaneo di Tammy Abraham. Ma queste sono sensazioni di un giornalista che non allena in Serie A. Infine andrà ritrovata ora nella sosta la piena fiducia su Simone Scuffet che al di là delle ultime difficoltà resta un portiere da salvezza. Vero, non userà i piedi come piace a Nicola ma contro il Milan Alen Sherri ha dimostrato di non essere ancora pronto per fare da titolare nel campionato italiano.
Futuro
Una sosta che comunque dovrà essere diversa dall’ultima. La pausa dopo i successi con Parma e Torino e il pari contro la Juventus spezzò di fatto il ritmo al Cagliari di Nicola che nelle ultime quattro giornate ha raccolto solo un punto. Questo momento di lavoro e di riflessione dopo la prestazione contro il Milan dovrà servire per prendere consapevolezza e chiedere di più a se stessi senza accontentarsi, magari mettendo in soffitta almeno un paio dei vecchi difetti che fin qui hanno frenato, e non poco, la continuità di una squadra che per fare un passo in avanti non deve farne più sempre mezzo indietro.
Roberto Pinna