La sfida di mercoledì
Bologna ombelico di tutto, inizio simbolico della fine e ora possibilità di rinascita reale oltre l’illusione. Partita chiave, come ognuna delle finali da qui alla chiusura della stagione, ma un po’ di più perché il sapore cercato è quello della continuità.
Conferme Semplici
A Crotone iniziò la rincorsa salvezza della sua Spal, contro il Bologna la conferma la giornata dopo al Mazza di Ferrara. Se la cabala ha un senso e la tradizione l’accompagna, Semplici può sorridere per i corsi e ricorsi di un calendario che lo mette di fronte allo stesso tracciato del suo primo anno in A da allenatore. Se poi si vuole insistere sul passato che fa nuovamente capolino, quell’uno a zero con gol di Grassi arrivò il 3 marzo del 2018 e il 3 marzo del 2021, tre anni dopo, sarà di nuovo il Bologna ad emettere una prima sentenza. Il malato rossoblù non è guarito, sarebbe pericoloso pensarlo, Mihajlovic non vuole essere la medicina che risolleva un Cagliari sì claudicante, ma ancora vivo. Una squadra che ha faticato anche allo Scida, che ha appena iniziato il percorso per ritrovare se stessa, ma che il cerchio di fine partita intorno al nuovo comandante ha detto essere di nuovo squadra. Da Cragno, sempre il portiere che para di più in Serie A, ma meno che in passato grazie alla ritrovata fase difensiva, a Nández che sulla fascia è chiamato a macinare chilometri, fino al Pavoletti simbolo del cambio in panchina, lui che era dentro il progetto più per costrizione e che ora lo è per convinzione.
Situazione sinistra
Al contrario di quanto disse Di Francesco prima della sconfitta contro il Torino, ogni gara del Cagliari è un dentro o fuori. Non per la matematica, sarebbe impossibile il contrario a 14 giornate dalla fine, ma per la testa che ha bisogno di un doppio colpo per continuare a sognare. L’inerzia positiva è quantomeno necessaria, l’abbrivio preso a Crotone da spingere ancora più avanti contro il Bologna. Dualismi mentre l’undici è chiaro nella testa di Semplici, ma tra un Simeone in cerca di quel gol che proprio da Bologna manca e una fascia sinistra da occupare i dubbi non possono mancare. Potrebbe restare fuori Joao Pedro, lesa maestà, e dare il La al doppio centravanti. Questa però è un’altra storia, perché il vero dubbio resta su chi al posto di mister croce e delizia Babis Lykogiannis. A Crotone con la squadra in 10 e il buco a sinistra è entrato Asamoah, lui che il campo non lo vedeva da dicembre 2019 e che può mettere tanta esperienza e poca durata al servizio della corsa salvezza. A fargli concorrenza Alessandro Tripaldelli, undici anni in meno e tanta voglia di esplodere, ma non aiutato da una situazione di classifica che premia più il fosforo della freschezza. Il vecchio e il bambino che vanno insieme incontro alla serata dell’Arena e che probabilmente si alterneranno sulla fascia sinistra.
Bologna, capace di amore e capace di morte in questa pazza stagione del Cagliari. Simbolo dell’equilibrio che mancava e che si cerca piano piano di ritrovare, occasione di conferme di rinascita verso la strada della salvezza. Un’impresa che passa da un filotto positivo, per i punti, per la testa e per la squadra tutta.
Matteo Zizola