Prestazione sì, risultato no. Il Cagliari di Claudio Ranieri gioca alla pari contro una big della Serie A, per la prima volta da inizio campionato, ma non riesce ancora a fare punti al di fuori degli scontri diretti salvezza. ll 2-1 a favore della Juventus a Torino però ha segnato in maniera netta ed evidente la crescita di questo gruppo, sia per approccio che per solidità del proprio gioco. Pur con ancora molti elementi, soprattutto nell’attenzione difensiva, da migliorare.
Nuova mentalità
Partenza sprint, spavalderia in possesso e anche reazione nel momento più critico della gara. Contro i ragazzi di Allegri i rossoblù di Ranieri hanno mostrato le nuove consapevolezze date dalle vittorie di fila contro Frosinone e Genoa. Ora c’è un Cagliari che sa stare in partita e che non si limita a considerare proprie le sfide chiave per la salvezza, ma che prova a fare la voce grossa anche in gare dove parte nettamente da sfavorito. Con i rossoblù che ancora una volta hanno dato buone impressioni con i cambi dalla panchina, grazie a dei giocatori che sono entrati con il piglio giusto per cambiare l’inerzia della gara. Quella a Torino, infatti, sembra essere una sconfitta che ha un peso diverso dalle altre arrivate in questo campionato, perché conferma la crescita alla voce prestazione e unità.
Difesa
Lo step definitivo per provare a salvarsi senza soffrire fino all’ultimo secondo dell’ultima partita (per citare Ranieri) sembra quello di migliorare tutti i dettagli in fase di non possesso. Il Cagliari contro la Juventus è riuscito a non subire gol con palla in movimento, ma ha preso due gol su piazzato (corner e calcio di punizione laterale). Due situazioni sulle quali ha lavorato tanto Ranieri in settimana, ma non è bastato. Ancora, nel momento di massima concentrazione, i sardi peccano nella gestione della linea e nello stringere le marcature. Ed è questo il rammarico più grande, non aver saputo limitare in due sole occasioni i bianconeri in una partita giocata a viso aperto e a tratti anche meglio della Juventus.
Singoli
La gara ai bianconeri ha mostrato un Luvumbo ancora indietro dal punto di vista della precisione tattica, con il 4-2-3-1 carico di compiti in fase di non possesso che ha mandato in tilt l’angolano. Con l’ex Como che non è riuscito nemmeno nel suo contro la Juventus, ossia gli strappi attaccando la profondità. In una gara forse patita anche un po’ troppo psicologicamente e a livello di aspettative dal classe 2002 rossoblù. Molto bene Prati, che a tratti ha fatto vedere lampi di calcio vero e che giornata dopo giornata mostra sempre più i contorni del centrocampista di assoluta qualità. In calo Makoumbou, di nuovo. L’ex Maribor conferma di pagare quando imbrigliato tatticamente in compiti stringenti, ma la Serie A è questo e dovrà abituarsi. In crescita Jankto, Petagna e Shomurodov, solita conferma di brio e frizzantezza per Oristanio. Va fatto in chiusura un discorso sulla difesa dove il duo Dossena (peccato per l’errore sul primo gol bianconero perché la sua è stata una prova maiuscola a Torino) e Goldaniga ha praticamente mandato definitivamente in soffitta i due neo-acquisti Wieteska e Hatzidiakos. E a Ranieri ora spetta il difficile compito di reinserirli senza perdere i passi in avanti fatti dai suoi come equilibrio generale. I zero minuti per entrambi a Torino fanno rumore, soprattutto per la spesa fatta per portarli solo qualche mese fa ad Asseminello. Per fortuna dei rossoblù, che dovranno provare a ritrovare un tesoretto da entrambi, e degli stessi centrali in panchina siede il miglior gestore possibile per situazioni spinose come queste.
Roberto Pinna














