agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, con la Juventus ancora rimpianti e regali: si apre un dicembre di fuoco

Fabio Pisacane prima del via di Juventus-Cagliari | Foto Luigi Canu
sardares
sardares

Se il 3-3 casalingo contro il Genoa era stato per il Cagliari la sagra degli errori, la sconfitta per 2-1 in casa della Juventus è certamente la gara dei rimpianti. Per diversi motivi, a cominciare dal momento tutt’altro che indimenticabile vissuto dalla squadra di Luciano Spalletti, nonostante il ruolino senza sconfitte del tecnico toscano tra Serie A e Champions League (3 vittorie e 3 pareggi in 6 partite). Ma soprattutto perché, per l’ennesima volta, i ragazzi di Fabio Pisacane hanno concesso l’ennesimo regalo agli avversari, nello specifico la lettura da horror sul momentaneo 1-1 firmato da Yildiz, match-winner all’Allianz Stadium grazie alla sua doppietta.

Rammarico
“Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca”. È l’incipit del giudizio dato dal nostro Roberto Pinna a Pisacane nelle sue pagelle di Juventus-Cagliari e difficilmente è un’affermazione che si può non condividere. A Torino i rossoblù sono arrivati con le scelte contate in difesa e, conseguentemente, anche a centrocampo dato che Deiola ha dovuto ricoprire il ruolo di “libero” nella difesa a 5 disegnata dal tecnico partenopeo in assenza di Mina. La scelta di Liteta dal 1′ davanti alla difesa ha stupito fino a un certo punto, dato che era lecito aspettarsi la panchina per Prati dopo le recenti prestazioni al di sotto delle attese, mentre Gaetano – candidato principale a raccoglierne l’eredità da play – è rimasto in panchina fino all’81’ e, una volta entrato, non si è certo fatto notare. Eppure il primo quarto di gioco è la prova della bontà della preparazione della gara a livello tattico da parte dello staff tecnico rossoblù, con una Juventus che faticava a trovare gli spazi giusti per far male a un accorto Cagliari e, anzi, in netta difficoltà a contenere un Palestra straripante sulla fascia destra. Non è un caso se lo 0-1 sia arrivato da uno dei suoi tanti affondi dalle parti di Kostic, incapace di frenarne esuberanza e fisicità: sulla palla a rimorchio del numero 2 rossoblù è arrivato puntuale Esposito che ha trafitto Perin in controtempo. Tutto in discesa? Macché.

Un 1-1 da incubo
Il gol cagliaritano è stato segnato al 25’10”, con il gioco che è ripreso al 26’23” dopo l’ovvia esultanza dell’ex Inter, ma ecco che già al 26’40” la Juve l’ha ripresa con l’1-1 di Yildiz. Diciotto secondi di gioco effettivo: tanto è durato il vantaggio di un Cagliari ingenuo e incapace di percepire la situazione di pericolo innescata dal taglio centrale di Kalulu, abile a seminare il panico sulla trequarti e togliere i riferimenti a una squadra nella circostanza troppo frenetica e disordinata. Nell’azione che ha portato al pareggio bianconero non c’è un singolo, tra i calciatori che formano il corridoio centrale rossoblù, a fare la scelta giusta. Proviamo ad analizzarla, a cominciare dal centrocampo, con Folorunsho che non ritorna in pressing, accorciando al piccolo trotto fino alla trequarti da dove osserva impotente l’evoluzione dell’azione. A sinistra Obert lascia McKennie e Conceicao al solo Liteta – slittato sulla fascia a coprire il buco lasciato dallo slovacco–, convergendo fino al centro prima di mollare al suo destino il difensore ex Milan e cercare di recuperare la posizione sullo stesso McKennie (che nel frattempo aveva buttato giù il 2006 zambiano), risultando infine incapace di intervenire sul tiro di Yildiz a centro area. Ancora: Adopo perde l’attimo iniziale per l’intervento, andando poi in difficoltà per via di quell’esitazione, che lo porta a essere superato sullo stretto senza riuscire a intervenire né su Thuram, né su Yildiz. Infine Zappa, che si fa anticipare da Yildiz sulla sponda che mette in gioco Thuram, restando poi nella terra di nessuno per un paio di secondi per chiudere sul triangolo formato dai compagni Adopo, Palestra e Deiola: una scelta che lo porta a ritrovarsi quindi sorpreso (e con un buco davanti a sé) sullo scatto centrale dello stesso Yildiz che, in totale solitudine, è libero di colpire con l’esterno e freddare un incolpevole Caprile. Al centro Deiola è sfortunato sul tocco che libera il numero 10, mentre Luperto tenta il tutto per tutto dopo aver reso inoffensivo Vlahovic. In conclusione: si poteva fare di meglio? Decisamente sì, soprattutto per una squadra che a Como aveva lavorato bene d’insieme in fase di contenimento e che fino a quel momento era sembrata sul pezzo a livello di concentrazione.

Poche certezze
Nemmeno l’infortunio occorso alla bestia nera Vlahovic – che da quando veste la maglia della Juventus soltanto in una occasione non aveva segnato al Cagliari (11 novembre 2023, 2-1 contro la squadra allenata da Claudio Ranieri) – è servito a rompere la tradizione negativa dei rossoblù, che in pieno recupero hanno subito il raddoppio del solito Yildiz. Un gol che ha dimostrato, una volta di più, quanto la giocata del campione sia risolutiva in partite chiuse e con pochi spazi liberi (vero Fabregas?). Quella che, in sostanza, ultimamente sta mancando alla squadra di Pisacane, specialmente proveniente da chi entra dalla panchina: finora sono arrivati solo due gol da chi subentra, entrambi segnati da Felici, prima in casa con il Parma (2-0, 13 settembre) poi a Verona (2-2, 26 ottobre). L’esterno romano ha provato a lasciare il segno anche all’Allianz Stadium, ma Perin gli ha detto di no come in precedenza aveva fatto con Idrissi, una delle non tante note liete della sconfitta torinese. In attacco però non può bastare il solo Esposito, che con i bianconeri ha cantato e portato la croce – terzo gol in campionato, pure questo segnato dentro l’area avversaria, ma una sostituzione forse ancora troppo frettolosa – in una gara in cui Borrelli non ha brillato, contenuto da Kelly e Kılıçsoy ha mostrato qualche timidissimo segnale positivo, risultando però ugualmente inoffensivo. Ecco perché, contro una Juventus ben lontana dagli standard attesi e pretesi dall’ambiente bianconero, i rossoblù di Pisacane hanno dato l’impressione di aver sprecato una ghiotta occasione per tornare in Sardegna con dei punti in tasca. Preziosi sia per la classifica, ma soprattutto per il morale: la vittoria manca da 72 giorni (a oggi, domenica 30 novembre) e la sua assenza sta necessariamente influendo sulla serenità di una squadra immatura e certamente inesperta – basti guardare il dato sulle presenze in Serie A dell’organico di Pisacane – che però, partita dopo partita, commette ormai con costanza degli errori pesanti che puntualmente vengono puniti dall’avversario di turno.

Futuro
Ora inizia dicembre, ovvero il mese che la scorsa stagione con Davide Nicola in panchina portò solo sconfitte contro Fiorentina (0-1), Atalanta (0-1), Venezia (2-1) e Inter (0-3). Cinque gare tra campionato e Coppa Italia attendono i ragazzi di Pisacane: si comincia mercoledì 3 con la sfida di coppa contro il Napoli, un’occasione per il tecnico rossoblù di testare qualche seconda linea (Rodriguez, Cavuoti, Kılıçsoy su tutti) e capirne il potenziale contributo in campionato. Successivamente, domenica 7 dicembre, alla Unipol Domus arriva la Roma di Gasperini, vero e proprio avversario scomodo, dato che contro le “piccole” fin qui ha sempre e solo vinto, nonostante sia da mesi senza un centravanti. Poi Atalanta, Pisa e Torino, prima di chiudere il 2025. Insomma, un compito tutt’altro che semplice quello che attende questo Cagliari: leggerezza e serenità servirebbero come il pane a Pavoletti e compagni, entrati nelle ultime settimane in un vortice di poche soddisfazioni e qualche dubbio di troppo, dovuti alla recente serie di risultati che non hanno premiato gli sforzi di una squadra brava sì a restare sempre in partita, meno però nel trovare la cattiveria giusta per portare a casa la posta piena.

Condividere su

Commenti

guest
67 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

CENTOTRENTUNO TV

Continua a leggere...

67
0
...e tu che ne pensi? Lascia un commentox