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Cagliari, con la Cremonese piccoli passi avanti: ma a Parma servirà un altro spirito

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Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? All’indomani di una vittoria che segna il passaggio del turno agli Ottavi di Coppa Italia il dubbio non dovrebbe nemmeno essere posto. Invece in casa Cagliari l’1-0 contro la Cremonese ha portato con sé qualche quesito di troppo. È vero, è arrivata la seconda vittoria stagionale per i rossoblù di Davide Nicola, ma ancora una volta contro una squadra di Serie B e in Coppa Italia. Vincere aiuta a vincere, dice un motto caro a tanti allenatori, ma occorre sempre tenere bene fermo lo sguardo sull’obiettivo reale di questa squadra, ovvero la salvezza in Serie A.

Novità tattica

E quanto visto all’Unipol Domus nella serata di ieri, martedì 25 settembre, ha lasciato una sensazione di incompiutezza. Nicola ha scelto una formazione iniziale con tanti giocatori visti poco o nulla nelle prime giornate di campionato, tenendo fermi però alcuni pilastri del suo undici come Zappa e Augello, imprescindibili in questa fase per motivi diversi. “Forse a destra siamo un po’ contati”, ha detto il tecnico piemontese sull’impiego dell’ex Pescara come braccetto destro, viste le assenze di Mina e Wieteska e la presenza di soli mancini a disposizione nel ruolo di centrale (Obert, Palomino e Luperto). Un campanello d’allarme in vista delle prossime gare, che alimenta (e conferma) i dubbi sul mancato arrivo di un braccetto di destra nelle ultime giornate del mercato estivo. Tornando al match, nel primo tempo Nicola ha impostato un 3-4-2-1 in fase difensiva pronto a diventare 4-2-3-1 in quella di possesso, con Lapadula nel ruolo di boa in avanti e la coppia Gaetano-Felici a ronzargli intorno con il contributo di un volitivo Azzi durante le folate offensive. Lo ha confermato lo stesso allenatore in sala stampa nel post-partita: “I due modi di poter stare in campo li abbiamo chiari, su quelli stiamo lavorando. Nel primo tempo abbiamo cercato di affrontare la Cremonese con un 4-2-3-1 in uscita, ma quando incontri squadre che giocano a 3 devi adattarti a uno sviluppo difensivo più simile a un 3-4-1-2 o 2-1 come stasera, cercando di attaccare in un altro modo, quindi variare il modulo”. Una modifica a livello tattico, con la mediana affidata al duo Adopo-Makoumbou per garantire corsa e palleggio che però nel primo tempo ha faticato a dare rapidità alla manovra. I due non sono stati poi aiutati dai due trequartisti alle spalle di Lapadula: Felici è sembrato abulico, in grado di accendersi solo a sprazzi e da lì le parole di Nicola (“Ha qualità ma deve crescere nella consapevolezza e nella convinzione”), così come Gaetano è solo un lontano parente di quel giocatore decisivo ammirato nel girone di ritorno dello scorso campionato. Le occasioni sprecate da Azzi, Felici più il palo di Lapadula hanno confermato la sensazione di una squadra poco concreta, che costruisce ma davanti alla porta avversaria non riesce a fare male all’avversario. Come dimostra il solo gol segnato in cinque giornate, nonostante una mole di occasioni elevatissima.

Risposte

Nicola si è detto in disaccordo con l’analisi di un Cagliari lento nel primo tempo, ma la gara è cambiata soltanto una volta che al posto dei due citati trequartisti sono entrati Viola e Piccoli al 55’, dopo una decina di minuti nella ripresa in cui la Cremonese ha provato più volte a rompere l’equilibrio. Situazioni di pericolo che in Serie A una squadra che deve lottare su ogni pallone non può permettersi, nonostante l’ottimismo (reale?) mostrato dal tecnico rossoblù. Spinto da una Unipol Domus vogliosa di esultare, il Cagliari ha giovato dell’ingresso del calabrese e del bergamasco, che hanno subito rivitalizzato l’attacco dando maggiore pericolosità. Così è arrivato il gol decisivo firmato Lapadula, che nel primo tempo aveva colpito un palo, abile a bruciare sul tempo i centrali grigiorossi – che dormita! – e superare Saro in acrobazia, confermando il fatto di essere un bomber implacabile contro le difese cadette. Il vantaggio ha dato coraggio ai rossoblù, che hanno sfiorato il raddoppio più di una volta ma senza trovarlo. “Mi sarebbe piaciuto sognare un gol in più rispetto a tutte le cose che si sono fatte, ma abbiamo bisogno ancora di lavorare e ci lavoreremo”, ha detto Nicola che non ha voluto calcare la mano sugli errori dei suoi davanti alla porta avversaria, su tutti quello di Luvumbo che solo davanti a Saro ha sprecato il 2-0 ciabattando il pallone fuori. A confortare il tecnico piemontese, però, sono arrivate le buone prestazioni di Sherri tra i pali, Obert e Palomino in difesa e Adopo a centrocampo insieme a un Makoumbou in ripresa dopo il flop contro l’Empoli. Risposte utili per il tecnico rossoblù in viste del prosieguo della stagione e, chissà, magari già dalla trasferta di Parma.

Dubbi

In sostanza qualche piccolo passo avanti rispetto allo 0-2 contro la squadra di D’Aversa si è visto, ma fa riflettere aver sentito Nicola ripetere due volte questo concetto: “Questa squadra ha fatto di nuovo la prestazione che è in grado di fare” e “Se si valuta la partita è stata in linea con la prestazione che volevamo fare”. Dichiarazioni arrivate dopo uno striminzito 1-0 contro una Cremonese che sì ha schierato diverse riserve per preservare i titolari in vista del prossimo derby con il Brescia di Maran, ma che ha fatto comunque la sua onesta partita andando vicina al pareggio con Quagliata e, in generale, dando la dimostrazione di essere ben messa in campo. Contro un Cagliari che ha giocato meglio rispetto al ko contro l’Empoli, ma ha mostrato di non essere una squadra libera mentalmente, anzi. Ben lontana, senza dubbio, dalle buone cose mostrate a livello di intensità e cattiveria nella partita iniziale contro la Roma e nel primo tempo contro il Como. Il quesito, a questo punto, è uno e riguarda i termini usati da Nicola, sempre molto attento al lessico utilizzato. Se in Coppa il Cagliari ha fatto “la prestazione che questa squadra è in grado di fare”, contro il Parma – una tra le squadre che più hanno destato un’impressione positiva fin qui (anche se con soli 5 punti in classifica) – sarà sufficiente lo stesso tipo di sforzo per portare a casa i tre punti e lasciare l’ultimo posto in classifica, con i suoi fantasmi? Probabilmente no, ma Nicola e i suoi ragazzi avranno quasi un’intera settimana da vivere a stretto contatto per trovare la giusta risposta a tutti i dubbi sorti di recente.

Francesco Aresu

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