La sagra degli errori, per non dire degli orrori. Il 3-3 tra Cagliari-Genoa lascia sì un punto agli uomini di Fabio Pisacane, che salgono a 11 in classifica dando in parte continuità al pareggio di Como pre-sosta per le Nazionali, ma allo stesso tempo impregna la settimana di avvicinamento alla trasferta di Torino contro la Juventus, in programma sabato 29 novembre, di una fastidiosa (e pericolosa) sensazione di sfiducia.
Errori in serie
D’altronde il tecnico rossoblù lo ha detto chiaro e tondo in conferenza stampa nel post-partita: “Dobbiamo concentrarci di più sulle cose negative, non possiamo regalare dei gol in uno scontro diretto come fatto oggi. Sicuramente è colpa mia, dobbiamo lavorare di più sotto questo punto di vista. Una squadra come la nostra non può concedere così tanto e perdere dei duelli negli ultimi 20 metri”. Un netto passo indietro a livello di solidità e concentrazione rispetto a quanto visto a Como, quando il Cagliari riuscì a uscire indenne dal Sinigaglia grazie alla prestazione attenta dal primo all’ultimo secondo di gara. Contro il non certo irreprensibile Genoa di De Rossi, invece, Deiola e soci non sono riusciti a mettere in campo lo stesso tipo di atteggiamento, andando più volte in bambola e graziati più volte da episodi favorevoli quali il gol annullato a Colombo, il palo di Ostigard e le parate di un Caprile che, con la topica sul 3-3, alla trentaduesima presenza in rossoblù ha mostrato di essere umano e non un alieno venuto da Vega. Tre reti subite sono decisamente troppe per una squadra che dovrebbe avere nella fase difensiva il suo punto di forza principale, specialmente per come sono arrivate le reti genoane. “Dobbiamo alzare il livello per subire il meno possibile”, ha detto Pisacane in sala stampa, puntando il dito sull’atteggiamento dei suoi. “Nel primo gol abbiamo preso una rete a difesa schierata per un errore del singolo, nel secondo ci siamo fatti trovare scoperti su un lancio: su un cambio di gioco non puoi prendere gol. Serve lavorare di reparto ma anche focalizzarsi sull’attenzione generale”. La giornata no del reparto arretrato – in particolare di Yerry Mina, una costante dopo la sosta per le Nazionali – si è mostrata in tutta la sua potenza in un primo tempo quasi imbarazzante per gli errori visti su entrambi i fronti. Le reti di Vitinha e, ancor più, di Ostigard hanno evidenziato un approccio svagato di difficile comprensione, del tutto inaccettabile per una squadra che lotta per la salvezza.
Scelte
Certo, qualcuno potrà obiettare che senza l’errore di Caprile probabilmente il Cagliari sarebbe anche riuscito a portare a casa i tre punti. Una lettura che ci può stare, ma che non nasconde le responsabilità di squadra e tecnico sul risultato finale. Le scelte di Pisacane sulle sostituzioni non hanno convinto appieno, specialmente il doppio cambio in attacco a venti minuti dalla fine, con l’ingresso di Pavoletti e Luvumbo per Borrelli ed Esposito, quando i rossoblù avevano virato sul 3-5-2. A conti fatti rinunciare sul 3-2 alla fisicità dell’ex Brescia è stato un rischio che non ha pagato a dovere, con il livornese che non è riuscito a dare continuità al lavoro dell’autore della doppietta. Così come preoccupa l’involuzione dell’angolano, ormai indietro nelle gerarchie del reparto offensivo e ancora una volta incapace di incidere sul match. Meno male per i rossoblù che almeno sono arrivati tre gol in una gara sola: “Gli aspetti positivi sono la doppietta di Borrelli e il gol di Esposito. Anche la reazione al doppio svantaggio va aggiunta alle cose buone, ma in certi momenti della partita dobbiamo fare di più”, ha detto ancora Pisacane nel post-gara. La ritrovata vena realizzata degli attaccanti è certamente l’unica vera nota lieta in vista delle prossime gare, con un calendario ostico ad attendere i rossoblù. Il menù prevede la trasferta contro la Juventus (sabato 29 novembre), l’impegno casalingo con la Roma (domenica 7 dicembre) e il match di sabato 13 a Bergamo contro la nuova Atalanta di Palladino. Tre gare sulla carta complesse, anche se fin qui la squadra di Pisacane ha mostrato di essere più a suo agio – a livello di prestazione – ad affrontare le big rispetto alle pari livello, quando “deve fare la partita” invece che provare a limitare l’avversario. Da questo trittico di fuoco (o di ghiaccio, viste le rigide temperature dicembrine) passa tanto della stagione del Cagliari. Non tanto dal punto di vista dei risultati, quanto della risposta di testa e di gambe che la banda Pisacane saprà offrire, anche per provare a spegnere sul nascere quei “mugugni” del pubblico citati dal tecnico in conferenza stampa e trasformarli subito in applausi, la miglior benzina possibile per ritrovare una vittoria che ormai manca da oltre due mesi.














