La nostra analisi “a freddo” dopo il successo interno dei rossoblù di Liverani contro il Brescia, propiziato dalle reti di Luvumbo e Deiola.
Una vittoria forse non strabiliante dal punto di vista del gioco, ma certamente di un peso fondamentale per poter ripartire e mettere definitivamente in archivio il doppio ko interno contro Bari e Venezia. Il 2-1 con cui il Cagliari di Fabio Liverani ha superato un Brescia quasi “letargico” ha prodotto diversi aspetti positivi in casa rossoblù: intanto ha dato continuità allo 0-0 di Genova contro i rossoblù di Blessin, guadagnando tre punti contro una possibile concorrente per la promozione in Serie A e permettendo di ricucire la distanza sulle squadre che precedono in classifica Pavoletti e soci. Le sconfitte di Bari e Reggina, che avevano iniziato il nono turno in testa alla graduatoria, riavvicinano il Cagliari alle due “Frecce del Sud” e soprattutto tengono i rossoblù in scia di Genoa e Parma, principali candidate alla promozione diretta, più avanti rispettivamente di 4 e 2 punti.
Intuizioni positive
Il successo contro le Rondinelle, però, ha dato ulteriori risposte a livello tattico a Liverani. A partire dall’ennesimo esperimento offensivo: via i centravanti “puri” Lapadula e Pavoletti, spazio alla velocità di Luvumbo e Falco, con Mancosu ancora una volta sacrificato sull’out sinistro di attacco, con il compito di equilibrare il reparto e con il destro sempre pronto a sparare verso la porta avversaria. Il risultato si è visto fin dall’inizio: l’angolano, con la sua esplosività, è lo spauracchio di ogni difesa avversaria e anche contro il Brescia si è avuta questa sensazione. Il secondo gol ufficiale in rossoblù è frutto di un regalissimo della retroguardia di Clotet, messa in ambasce dagli strappi di uno Zito che ha saputo far respirare di più e meglio la squadra rispetto ai più titolati ed esperti compagni. Nell’azione del secondo gol si è capito finalmente perché Liverani abbia insistito tanto per riavere Pippo Falco alle sue dipendenze: l’ex Lecce e Stella Rossa si è preso volentieri il compito di far ripartire il Cagliari, puntando l’uomo e andando via in dribbling. Doti che non poteva avere Nandez, ieri tra i migliori in campo anche perché, aggiungiamo noi, riportato – forse – definitivamente nel suo ruolo di mezzala destra. Sulla fascia destra si è vista una catena finalmente ficcante, con un Di Pardo che lentamente sta guadagnando fiducia e i risultati si sono visti.
Pollice in alto anche per il centrocampo: detto di Nandez, contro il Brescia si è visto nuovamente un Makoumbou positivo e propositivo, anche se non ancora al livello di inizio stagione. Il congolese è fondamentale nella doppia veste di filtro davanti alla difesa e di primo costruttore di gioco, un compito che quando non viene demandato alla difesa produce un risultato decisamente più valido. Menzione speciale, poi, per capitan Deiola: primo gol stagionale per il sangavinese, frutto dell’ennesima ottima lettura offensiva delle ultime stagioni. Quando la manovra è fluida e tutto quanto disposto da Liverani funziona, i risultati si vedono. Il numero 14 segue costantemente lo sviluppo dell’azione e non è un caso che abbia avuto sui suoi piedi almeno altre due occasioni per fare doppietta.
Killer instinct, questo sconosciuto
“Per me il bicchiere oggi è solo pieno”, ha detto Liverani nel postpartita. Vorremmo tanto essere concordi con il mister romano, ma non è così. Perché per l’ennesima volta in stagione il suo Cagliari ha mostrato di soffrire un finale di partita in cui il Brescia, che non a caso abbiamo definito letargico in precedenza, ha fatto poco o nulla per mettere in difficoltà la retroguardia rossoblù. Eppure, non appena Olzer e soci hanno alzato il ritmo, è arrivato il 2-1 dell’ex milanista e un finale con qualche patema di troppo. La mancanza di killer instinct è certamente uno dei difetti di questa squadra, che fin qui non ha mai davvero convinto appieno, neanche nelle vittorie (basti andare a leggere i commenti agli ultimi post sui canali ufficiali della società). Dopo 9 turni il Cagliari non ha ancora trovato la sua identità definitiva, né nella scelta degli uomini e nemmeno nel gioco, dato che – numeri alla mano – nelle ultime due gare si è assistito a un Cagliari più da ripartenza che da controllo del possesso. Una squadra camaleontica più per necessità che per scelta, con i continui esperimenti tattici fatti dal tecnico romano che da una parte dimostrano il suo coraggio nel non “fissarsi” su alcune convinzioni statiche, dall’altra il bisogno di ovviare a una situazione improduttiva a livello offensivo. Serviva cambiare e un altro passo in avanti in quella direzione è stato fatto, si vedrà se sarà stato frutto del momento o di una nuova impostazione a livello tattico.
Imperativo fare punti
Quello che ha iniziato Liverani è certamente un processo lungo, che avrà i suoi risultati probabilmente dopo l’inverno (“Per me contano solo i momenti. Poi non siamo dei fenomeni oggi e continuo a guardare la classifica solo da marzo in poi”, ha detto in sala stampa): per questo motivo i rossoblù devono essere soddisfatti dei tre punti presi al Brescia e concentrarsi sul prosieguo della stagione, a cominciare già da giovedì in Coppa Italia contro il Bologna di Thiago Motta. Manca il tanto atteso bel gioco? Bisogna portare pazienza, perché probabilmente in questo momento il Cagliari attuale non è ancora in grado di farlo. Ora l’imperativo è quello di fare punti, perché il successo contro le Rondinelle ha dimostrato come l’ambiente rossoblù non possa permettersi di essere schizzinoso. La risalita in Serie A passa necessariamente da quella della classifica di Serie B e per farlo servono anche vittorie sporche come quella contro il Brescia.
Francesco Aresu