Ultimo Tango a Cagliari è la rubrica curata da Andrea Valentini che propone la passione per il Cagliari con uno stile tutto nuovo e particolare.
Come quando fuori piove
Riflessioni osservando attraverso la finestra
Bella giornata, tutto sommato.
Piove che Iddio la manda, e tocca andare al lavoro.
Guardo attraverso il vetro: tutti che si affrettano.
Ma dove andate? Ma cosa correte?
Non vedete che non arrivate mai?
Alle Poste, troverete almeno 20 persone in fila davanti a voi.
Per strada, un traffico che sembra si guidino due macchine a testa.
Poi c’è il capo, che un modo per farti iniziare male la settimana lo trova sempre, e guai a scordarvi il latte, o vostra moglie non vi parla fino a lunedì prossimo.
Ah, e infine abbiamo perso già da due giorni.
Chissà che i colleghi non abbiano già dimenticato come la loro squadra abbia scherzato sul nostro cadavere.
Il Cagliari già salvo, una voglia di calciomercato da tossicodipendenti.
Che si sogni, almeno fino a metà agosto!
Invece no, cinque torture sbandierando l’obiettivo dei 50 punti, specchietto cui nemmeno le allodole più inesperte sbatterebbero addosso.
Li abbiamo visti, i nostri ragazzi: sono in vacanza, un paio, spogliatisi degli scomodi scarpini, indossavano confortevoli infradito da spiaggia.
Loro sono più forti? Per carità, senz’altro.
Ma non prendiamoci in giro.
È stata una stagione difficile, seppur meno della scorsa (halleluja!), per cui, raggiunti i fatidici 40 punti, i Nostri hanno tirato i remi in barca.
Non dico nemmeno che abbiano deciso di farlo; probabilmente erano convinti di andare a Roma a fare la loro partita.
Invece abbiamo fatto la loro partita…
Ora ci tocca andare a Napoli.
Ma a fare che? Con questa testa?
Si vada a Capri, piuttosto.
E poi, se apro un quotidiano sportivo, è anche peggio.
“Barella all’Inter!”
“Cragno alla Roma!”
“Pavoletti giura amore eterno ma poi boh, non si sa mai!”
Come ogni anno, ci danno per smantellati prima ancora dell’inizio delle trattative.
Quella voglia intensa di calciomercato mi è già passata.
A questo penso, mentre finisco il caffè e guardo il mondo dalla finestra.
Sono malato? Può darsi.
Dovrei crescere? Pure.
“Amore, ricordati i biscotti!”
“Oh, va bene che siamo già salvi, ma basta parlare di combine…!”
“Tu sei malato, cresci!”
Appunto.
Alzatevi, popolo rossoblù emigrato.
Fate come me, andiamo a subire qualche simpaticissima battuta che correli i nostri cibi tradizionali ai tre fischi rimediati sabato.
Chissà se i salmoni, mentre risalgono le cascate controcorrente, si chiedono almeno chi gliel’abbia fatto fare…
Avanti Cagliari.
Andrea Valentini