È abituato a metterci la faccia, Marcello Carli. Più di una volta, nella sua esperienza in rossoblù, è toccato a lui andare davanti a microfoni e telecamere per rispondere alle domande dei giornalisti, quasi sempre scomode o, per usare le parole usate dallo stesso diesse nel pregara di Lazio-Cagliari, “non particolarmente simpatiche”. Memorabile il suo sfogo a inizio maggio 2018, poco dopo il suo arrivo in Sardegna, durante una conferenza stampa convocata in seguito al brutto ko – eufemismo – subito dai rossoblù contro la Sampdoria allora allenata da Marco Giampaolo. Allora i giornalisti che abitualmente seguono le vicende di Pavoletti e compagni impararono a conoscere il lato incazzoso (ci perdonerà, direttore) di Carli, capace anche di battute salaci e scambi di opinioni divertenti (sempre con l’inseparabile sigaro), quasi a confermare l’indole da toscanaccio che già altri prima di lui avevano messo in luce a Cagliari. Proprio per questo carattere deciso e decisionista, probabilmente, la società lo ha scelto a suo tempo per sostituire il carneade Rossi e, successivamente, ha optato per il suo volto burbero per affrontare “mediaticamente” alcuni momenti in cui serviva fermezza.
Quelle risposte “non risposte”
E anche giovedì sera serviva la risposta della società. Diversi i temi sul tavolo, ma con un fil rouge unitario a intrecciarli tutti: il futuro. Di questo Cagliari, di Zenga, di Cigarini. Argomenti scivolosi anzichenò, ovvero una situazione che, quasi da cliché, prevede l’intervento di Carli. Così è stato, con il diesse toscano che non si è sottratto alle domande di Dazn: “I rimpianti ci sono, ma bisogna finire questo campionato e poi pensare al prossimo. Queste ultime partite non hanno davvero valore sulla valutazione delle rose: questo è un calcio falsato, che non deve dare indicazioni sulla prossima stagione”. Così si è espresso Carli, lasciando intendere come in casa Cagliari ci sia voglia di mettere velocemente una pietra sopra su un’annata talmente folle da far dubitare che sia vera. Battute a parte, però, nonostante il raggiungimento di una salvezza nata come obiettivo minimo e poi accolta con favore una volta scemate le possibilità di Europa, anche il finale di stagione ha avuto i suoi “casi”, ovvero la rottura con Cigarini e il futuro di Zenga. E anche in questo caso Carli ha fatto diplomaticamente da portavoce: “Hanno avuto un colloquio e noi abbiamo dato retta all’allenatore perché se ha preso questa decisione non è stupido. La società lo ha appoggiato, poi il motivo del colloquio lo so ma non lo dico in TV”, è stata la risposta del diesse rossoblù che – lecitamente, ci mancherebbe – non ha voluto dire di più, confermando di fatto il “Sono cose che rimangono nello spogliatoio” pronunciato da Zenga qualche giorno fa. Capitolo definitivamente chiuso? Mah.
Il futuro di Zenga e una settimana di passione
Il tema che intriga di più, però, è certamente quello relativo al nome del tecnico che siederà sulla panchina cagliaritana all’avvio della nuova stagione. Zenga ha detto più volte che resterebbe più che volentieri in Sardegna, ma la società predica prudenza, come testimoniano le parole di Carli. “Futuro Zenga? Lui ha fatto bene, è stato sfortunato perché come è arrivato il campionato si è bloccato e viene difficile anche dare un giudizio. Il mister lo sa, nei prossimi giorni decideremo se continuare con lui, e può essere, o se andare avanti con un’altra strada. Siamo contenti del suo lavoro e in 6-7 giorni decideremo”. Una settimana di passione, insomma, per tutto l’ambiente. L’ennesima, verrebbe da dire, di una stagione che in tanti non vedono l’ora di archiviare in fretta per programmare quella che verrà. Anche se, tra mercato e panchina, le incertezze sono davvero tante e le risposte poche. Anche per questo motivo, dunque, è facile immaginare di rivedere il volto barbuto del buon Marcello davanti all’ennesimo microfono, a rispondere alle domande dei cronisti da par suo, togliendo le castagne dal fuoco. Come un certo Mr. Wolf, di tarantiniana memoria.
Francesco Aresu