Volendo prendere come esempio un episodio che possa rappresentare la crisi del Cagliari l’espulsione di Nahitan Nández contro il Benevento sarebbe perfetto. Frustrazione, black out mentale, bandiera bianca alzata metaforicamente sono tutti elementi che si uniscono in quel cartellino rosso.
Buona sorte – Definire fortuna la quantità di giornate di squalifica decise dal giudice sportivo può apparire curioso. È però evidente che, lette le motivazioni che accompagnano i due turni di stop decretati per il León, l’unica reazione possibile è quella del sospiro di sollievo. Due giornate più un’ammenda da 5000 euro per “comportamento scorretto nei confronti di un avversario (Quarta sanzione); per avere, al 39′ del secondo tempo, all’atto del provvedimento di ammonizione, rivolto reiteratamente all’Arbitro espressioni irriguardose e provocatorie appoggiandogli una mano sul braccio successivamente al provvedimento di espulsione”Una motivazione che cozza con il numero di partite che Nández dovrà saltare, Fiorentina e Milan, un responso salutato probabilmente con piacere dal Cagliari e da Di Francesco. Sarebbe potuta costare carissima la reazione dell’uruguaiano al provvedimento inflittogli dall’arbitro Manganiello, non solo per il valore del singolo, ma soprattutto per la situazione contingente in un reparto che definire corto è un eufemismo.
Follia, ma… – Nández ha commesso una leggerezza, un errore che si ripercuote sulla squadra che dovrà affrontare due sfide complicate in un periodo altrettanto complesso. Fatta questa doverosa premessa, non è di certo responsabilità del León se nella rosa guidata da Di Francesco mancano le alternative a centrocampo. Dal punto di vista umano, inoltre, pur se un professionista non dovrebbe avere certi atteggiamenti, non va dimenticato lo sviluppo della partita e il momento nel quale è arrivato il cartellino rosso. Nández ha iniziato la sua gara da mezzala destra nel 4-3-2-1, a inizio ripresa è passato al ruolo di esterno d’attacco con il 4-2-3-1, infine è stato spostato nell’inedita posizione di terzino sinistro. Una confusione che abbinata alla legittima stanchezza – il cronometro segnava il minuto 84 – ha determinato il blackout mentale di un giocatore che per la prima volta da quando è arrivato in Italia si è lasciato andare a una reazione spropositata.
Mercato – Va da sé che l’episodio ha aperto la strada ad alcune dietrologie che lasciano il tempo che trovano. Nández, da sempre al centro di voci di mercato reali, in questo gennaio per la prima volta sembra lontano da possibili trasferimenti verso altri lidi. Tra una clausola importante – 36 milioni – e la volontà della società e del suo entourage di restare insieme almeno fino a giugno. Non è da escludere che il nome del León torni a farsi sentire in queste settimane, ma al momento appare una eventualità abbastanza remota. L’espulsione sembra così scollegata da eventuali desideri di guardare altrove, un semplice colpo di testa che vale in quanto tale e senza dietrologie.
Simbolo a due facce – Nández è dal punto di vista tecnico e atletico il simbolo nel bene e nel male delle difficoltà del Cagliari, Un giocatore duttile, fin troppo, che viene spostato di posizione in posizione per tappare buchi evidenti. Un centrocampista che macina chilometri come tutta la squadra – settima nella graduatoria generale come il giocatore in quella dei singoli – e che appare correre tanto, ma male. La sensazione nelle ultime gare dei rossoblù è che la condizione atletica non sia delle migliori, ma i dati dicono il contrario. Nández è l’esempio di un undici che più che faticare dal punto di vista fisico appare incapace di ottimizzare lo sforzo atletico e renderlo qualitativo più che quantitativo. La sua assenza nelle prossime due gare contro Fiorentina e Milan è pesante non solo per il valore del giocatore, ma soprattutto per l’assenza di rincalzi. Una follia che costa cara, ma che evidenzia ancora di più gli errori in sede di costruzione della rosa.
Matteo Zizola